Chang, Liberty Media: «Negli Stati Uniti, la F1 ancora in griglia di partenza»

La F1 cresce negli Stati Uniti, ma non domina. Il futuro nel mercato passa dai diritti TV ma anche dall’ingresso di nuovo team a marchio Cadillac.

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Strategie e media
Image Credits: Red Bull Content Pool

Nonostante la crescita costante della sua fanbase americana, la F1 è ancora lontana dal giocare un ruolo da protagonista nel panorama sportivo degli Stati Uniti. A sostenerlo è Derek Chang, nuovo CEO di Liberty Media, la holding proprietaria della categoria, intervenuto alla conferenza “Global Technology, Media and Communications” organizzata da JPMorgan a Boston.

«Ovviamente stiamo cercando un partner [nazionale] che possa aiutarci a continuare a far crescere la fanbase – ha detto Chang. – Credo che negli Stati Uniti siamo ancora piuttosto agli inizi, soprattutto se confrontati con altri campionati nazionali statunitensi. Il che significa che c’è molto margine di manovra, e sta a noi sfruttarlo al meglio».

F1 negli Stati Uniti: un successo relativo, ma ancora fragile

La popolarità della F1 negli Stati Uniti è cresciuta in modo esponenziale dal 2017, anno dell’acquisizione da parte di Liberty Media, anche grazie alla penetrazione mediatica della serie Netflix Drive To Survive. Il calendario statunitense include oggi tre appuntamenti – Miami, Austin e Las Vegas – e la fanbase è giovane e in crescita.

A sottolineare però quanto detto da Chang basta pensare che, nonostante l’investimento faraonico nel Gran Premio di Las Vegas – oltre 500 milioni di dollari nel primo anno, inclusi i 240 milioni per la costruzione della Grand Prix Plaza, – la seconda edizione dell’evento ha sorpreso.

«Il calo dal primo al secondo anno è stato un po’ più drastico del previsto, ma ora vediamo la strada intrapresa – ha ammesso il CEO della F1. – Prevediamo che quest’anno i biglietti andranno meglio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quindi siamo moderatamente ottimisti sul fatto che il piano di gioco si stia sviluppando come previsto.»

Anche gli ascolti televisivi registrano una lieve flessione. Nel 2024, le gare di Formula 1 trasmesse su ESPN hanno ottenuto in media 1,13 milioni di spettatori, in calo rispetto agli 1,16 milioni del 2023 e agli 1,19 milioni del 2022. Numeri ancora lontani dai 3,37 milioni di spettatori medi della NASCAR, o anche dagli oltre 5 milioni che la IndyCar raccoglie grazie alla 500 Miglia di Indianapolis.

Il nodo diritti TV: ESPN pronta a lasciare, Netflix in pole

Il mercato americano sarà centrale nella prossima partita commerciale per i diritti televisivi. L’attuale accordo con ESPN, firmato nel 2022 e del valore stimato di 90 milioni di dollari l’anno, scadrà al termine della stagione 2025. Secondo fonti vicine alle trattative, Liberty Media punta ora a un incremento sostanziale, tra i 160 e i 180 milioni di dollari annui. Tuttavia ESPN – di proprietà Disney – non sembra intenzionata a partecipare a un’asta.

Netflix è tra le favorite per subentrare. Anche Apple è interessata, ma preferirebbe pacchetti globali, difficili però da ottenere per via degli accordi esclusivi con Sky in diversi Paesi (tra cui l’Italia).

Il peso dell’ingresso di Cadillac/General Motors 

Il nuovo accordo sarà decisivo anche in vista del rinnovo del Patto della Concordia, che entrerà in vigore nel 2026. Le scuderie si aspettano una fetta più ampia dei ricavi, e Liberty Media dovrà garantire nuove entrate per soddisfare le richieste.

Intanto, l’ingresso di Cadillac Racing, supportata da General Motors, potrebbe rilanciare l’interesse americano per la F1: una novità potenzialmente strategica per gli Stati Uniti.