Coni, corsa a otto per la presidenza: tra eredità, strategie e vecchi equilibri

Il 26 giugno si terrà l’elezione più affollata di sempre per la guida del CONI. Otto candidati, una poltrona e nessun favorito certo. Carraro agita le acque, Pancalli e Buonfiglio in allerta. Nessuna donna in corsa.

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Sfida alla presidenza
Image Credits: Ferdinando Mezzelani GMT / Media Coni

La corsa per la presidenza del Coni – Giovanni Malagò è giunto al termine del suo terzo e ultimo mandato – si preannuncia come la più combattuta della storia recente dell’ente. Otto i candidati ufficiali, una quantità mai raggiunta prima, con il record precedente fissato a sei nel lontano 2001.

Il voto decisivo è atteso per il 26 giugno, presso il Centro di Preparazione Olimpica dell’Acqua Acetosa.

I candidati presidenza Coni

Dopo l’ufficializzazione delle candidature, la Commissione elettorale ha ammesso otto candidati alla corsa per la presidenza del Coni:

  • Franco Carraro
  • Duccio Bartalucci
  • Luciano Buonfiglio
  • Mauro Checcoli
  • Pierluigi Giancamilli
  • Carlo Iannelli
  • Giuseppe Macchiarola
  • Luca Pancalli

Sono invece stati esclusi Saimon Conti ed Ettore Thermes per mancanza dei requisiti richiesti.

La presenza più discussa è quella di Franco Carraro, classe 1939, già presidente del Coni dal 1978 al 1987. La sua candidatura, pur formalmente accettata, porta con sé un asterisco: il Ministero dello Sport ha espresso parere negativo sulla sua eleggibilità, in riferimento al vincolo dei tre mandati previsto dall’attuale statuto. Carraro, però, si dice certo che i suoi precedenti incarichi – antecedenti alla riforma – non rappresentino un ostacolo.

In caso di contestazioni, la decisione finale spetterà prima alla Commissione Verifica Poteri e, se necessario, al Consiglio Nazionale, che si esprimerà con voto palese proprio il giorno delle elezioni.

Carraro ha già inviato agli 81 grandi elettori il proprio programma, incentrato su continuità gestionale, sinergie tra Coni e Sport e Salute e alleggerimento normativo per le società sportive. Il segnale più chiaro è la proposta di confermare Carlo Mornati come segretario generale, nel solco del lavoro svolto da Malagò.

Pancalli e Buonfiglio: la coppia in pole

Prima dell’ingresso a sorpresa di Carraro, i nomi più accreditati erano Luca Pancalli e Luciano Buonfiglio. Il primo, ormai ex presidente del Comitato Italiano Paralimpico, ha un profilo istituzionale forte e una rete consolidata; il secondo, numero uno della Federcanoa, può contare su importanti consensi tra le federazioni.

Entrambi, però, rischiano ora di vedersi sottrarre voti preziosi da Carraro, il cui peso politico e sportivo resta significativo. In uno scenario così frammentato, non si escludono alleanze dell’ultimo minuto, rinunce strategiche o convergenze inattese.

Nessuna donna candidata

Nonostante l’apertura dichiarata verso l’inclusione e il rinnovamento, questa tornata elettorale segna un altro primato negativo: nessuna donna è tra gli otto aspiranti alla presidenza. Un segnale chiaro che i tempi per vedere una figura femminile al vertice dello sport italiano non sono ancora maturi.

Verso un quarto scrutinio?

Per essere eletti al primo, secondo o terzo scrutinio servono almeno 41 voti sui 81 disponibili. Una soglia che, al momento, sembra fuori portata per tutti i candidati.

Più probabile uno scenario da quarto turno, dove sarà sufficiente ottenere la maggioranza relativa. In quel caso, ogni spostamento conterà, e la trattativa politica entrerà nel vivo.

L’elezione del nuovo presidente del Coni si profila come una delle più incerte e strategiche della storia dell’ente. Con otto candidati, tensioni regolamentari e partite parallele tra politica e sport, l’eredità di Malagò è tutt’altro che scontata.

Tutto può succedere.