Sono state due ore e mezza di confronto quelle che hanno visto protagonisti i numeri uno dello sport in cerca del nome del successore di Giovanni Malagò alla guida del Coni: le elezioni sono in programma il prossimo 26 giugno. Ma dall’incontro di ieri a Palazzo H tra i presidenti delle federazioni (25 in presenza, 7 collegati) sono emersi due schieramenti contrapposti.
Come riportato da Il Corriere della Sera, Giovanni Malagò sostiene Luciano Buonfiglio, numero uno della Canoa, «perché è giusto che le federazioni abbiano un candidato. Ne accetterei altri ma al momento non ci sono», ha sottolineato. Buonfiglio ha sottolineato che la sua posizione si è rafforzata essendo «al momento l’unico candidato sostenuto dai colleghi».
Nuovo presidente Coni – I contrasti sulla scelta per il futuro
Sull’altro lato della barricata si trova invece Angelo Binaghi, presidente della presidente della FITP: «Si tenta di forzare la mano con Buonfiglio e questa sarebbe discontinuità? Il presidente deve avere una storia che sia garanzia di tutti», ha commentato. Un appoggio alla filosofia Binaghi è arrivato da Gianni Petrucci, che ha chiesto «il ripristino di buoni rapporti con il governo, l’apertura a candidati che non per forza vengano dalle federazioni e un ruolo chiave in Giunta per Gravina e la Federcalcio».
In quest’ottica Buonfiglio rischierebbe di essere un Malagò bis, non in grado di marcare discontinuità e di piacere a un governo che non ama Malagò e vorrebbe rimpiazzarlo con Luca Pancalli.
Pancalli, presidente uscente del Comitato Paralimpico, ieri ha evidenziato la discontinuità della sua candidatura, ma anche la sua appartenenza «al mondo delle federazioni perché sono stato presidente fino a quando il Cip è diventato ente pubblico, ho fatto il vice al Coni, il commissario in Federcalcio e Federdanza».
Quello che dovrà vincere Pancalli è lo scarso affetto nei suoi confronti da parte dei presidenti federali, il cui voto è preponderante su atleti, tecnici e dirigenti locali.
