Nel momento in cui il tennis italiano scrive una nuova pagina di storia al Roland Garros, con Jannik Sinner e Lorenzo Musetti in semifinale del singolare maschile – un traguardo mai raggiunto da due azzurri nello stesso Slam – e con Sara Errani e Jasmine Paolini tra le protagoniste del doppio femminile e del misto (Errani con Andrea Vavassori in finale), l’Italia del tennis si gode i frutti di una programmazione lungimirante. Un modello, quello della FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel), che non solo porta i colori azzurri ai vertici mondiali, ma si afferma come un caso virtuoso anche sotto il profilo economico e gestionale.
Il recente Rapporto SwG Radar, realizzato all’indomani degli Internazionali BNL d’Italia 2025 – edizione storica che ha visto Jasmine Paolini riportare il titolo del singolare femminile a un’italiana dopo 40 anni e Jannik Sinner sfiorare la vittoria in finale contro Carlos Alcaraz – fotografa un Paese sempre più appassionato alla racchetta.
Rapporto SwG Radar
Il 70% degli italiani segue oggi il tennis almeno occasionalmente, con un interesse in crescita del 50% rispetto all’anno precedente. Come si evince dal Rapporto SwG Radar, ad aumentare l’interesse sono i campioni del tennis italiano. Per gli intervistati, infatti, l’interesse verso i campioni dello tennis italiano negli ultimi 5 anni è cresciuto del 60%. Un vortice positivo, tanto che anche la pratica attiva è aumentata, seppur del 21%.
Un exploit che ha radici profonde. Secondo tre italiani su quattro, il merito è del lavoro svolto dalla FITP: investimenti su impianti, formazione, programmazione dei tornei e accessibilità mediatica. Un modello che oggi dovrebbe essere preso ad esempio da altre federazioni italiane e internazionali (gli intervistati concordano all’83%). Non a caso, anche il The Athletic ha recentemente dedicato un approfondimento alla rivoluzione italiana, elogiando l’approccio decentrato dei centri tecnici periferici e il progetto Campi Veloci partito nel 2010, che ha favorito la preparazione su superfici in linea con gli standard ATP e WTA.
Il ritorno sul territorio – con impianti, tecnici e strutture distribuite – ha permesso ai giovani talenti di crescere nel proprio ambiente, sostenuti da una rete federale capillare. Ma il vero catalizzatore è stato l’investimento nella visibilità: SuperTennis, canale in chiaro, ha democratizzato l’accesso al tennis, trasformando spettatori occasionali in tifosi affezionati.
Nel ranking ATP, l’Italia oggi esprime due Top 10 (Sinner e Musetti); nel circuito WTA, Jasmine Paolini è stabilmente tra le migliori. I benefici non sono solo sportivi: la rinnovata centralità del tennis si riflette sull’identità nazionale. Il 26% degli intervistati considera il tennis tra gli sport più rappresentativi del Paese – un dato in crescita di 8 punti percentuali rispetto al 2024 – mentre il calcio, pur restando in cima (75%), è in calo.
Volti, storie e identità: la nuova narrativa del tennis italiano
Il volto simbolo resta Jannik Sinner, primo italiano a raggiungere la vetta del ranking mondiale, apprezzato trasversalmente da tutte le fasce d’età. Segue Adriano Panatta, icona storica del tennis italiano, e, tra i giovani, Matteo Berrettini, che con la sua finale a Wimbledon nel 2021 ha riacceso la passione per questo sport nel cuore di molti. Jasmine Paolini, invece, si conferma figura in ascesa, non solo per i successi in campo, ma per il ruolo di ispirazione che gioca anche fuori.
Anche il recente caso Clostebol, che ha visto coinvolto Sinner in una controversia sul doping (poi rientrata con una squalifica lieve), non ha intaccato la fiducia del pubblico, oltre che degli sponsor: il 74% degli intervistati lo ritiene del tutto innocente, anche se il 55% sottolinea la responsabilità oggettiva nella gestione del team. Un giudizio equilibrato che conferma quanto l’atleta altoatesino sia percepito come patrimonio sportivo e umano del Paese.

Binaghi: «Ecco come il tennis italiano ha risalito la china in dieci anni»
Un circolo virtuoso tra sport, governance e finanza
La FITP ha saputo capitalizzare il successo, trasformando i ricavi – in particolare quelli degli Internazionali BNL d’Italia – in strumenti di sviluppo. «Le entrate dai diritti televisivi servono a garantire un servizio pubblico – ha spiegato il presidente Angelo Binaghi: – offrire tennis gratuito e accessibile per far innamorare l’Italia di questo sport. Le risorse vengono reinvestite in infrastrutture, formazione e promozione scolastica. E da quest’anno, le 4.500 società affiliate non pagheranno alcuna tassa».
Una strategia che coniuga visione sportiva e impatto sociale. Con la nuova convenzione stipulata con l’Istituto di Credito Sportivo e Culturale, la federazione permetterà anche la realizzazione di nuovi impianti a costo zero per le società, grazie a prestiti agevolati e senza garanzie.
In un momento in cui altri sport, dal calcio al nuoto, sembrano faticare a rinnovarsi, il tennis italiano si impone come un benchmark di successo, combinando risultati, governance e sostenibilità.