FIA, corsa alla presidenza: Ben Sulayem punta al bis

Mohammed Ben Sulayem si candida per un secondo mandato alla presidenza della FIA, puntando su crescita economica, riforme interne e sfide alla governance.

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Elezioni FIA
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Mohammed Ben Sulayem ha ufficializzato la propria ricandidatura alla guida della FIA per un secondo mandato quadriennale. Lo ha annunciato durante il weekend del Gran Premio di Monaco, confermando la volontà di rafforzare la Federazione e far crescere ulteriormente il motorsport.

Alla guida dell’organismo dal 2021, Ben Sulayem si presenta con un bilancio economico finalmente in attivo, ma anche con un primo mandato costellato da controversie, tensioni interne e accuse pubbliche. E sullo sfondo, prende forma una possibile candidatura alternativa, quella della leggenda del rally Carlos Sainz Sr.

Rilancio economico e governance in trasformazione

Nonostante i contrasti, la gestione Ben Sulayem ha portato una decisa inversione di tendenza sotto il profilo finanziario. Dopo sei esercizi consecutivi in perdita, la FIA ha chiuso il 2024 con un utile di 4,7 milioni di euro, rispetto al deficit di 24 milioni registrato nel 2021. I ricavi complessivi hanno raggiunto quota 182 milioni di euro, con una crescita del 17% su base annua.

«Credo che tre anni in una federazione complessa come la FIA non siano sufficienti. Ho bisogno di più tempo? Sì. È stato facile? Mai. È stato piacevole? A volte, – ha dichiarato l’ex pilota di rally emiratino, oggi 63enne. – Mi sono consultato con la maggior parte dei membri e ho sentito un ampio sostegno. Mi ricandido per proseguire il lavoro avviato e rafforzare l’autorità della FIA, troppo spesso trascurata in passato».

Sulayem ha anche criticato alcuni squilibri strutturali all’interno della Formula 1. «Non ha senso che un pilota o un team principal guadagnino più dell’intera FIA, che è la proprietaria del campionato, – ha dichiarato. – Sono stati firmati accordi sfavorevoli alla Federazione e vogliamo correggere la rotta».

Controversie, opposizioni e la possibile sfida di Sainz

Il primo mandato di Ben Sulayem è stato tutt’altro che lineare. Oltre ai dissidi con Liberty Media sui diritti commerciali della F1, si sono susseguite accuse di sessismo, frizioni con piloti e team principal, modifiche statutarie contestate e il caso ancora aperto che coinvolge Susie Wolff, managing director della F1 Academy.

Inoltre, alcune inchieste giornalistiche e testimonianze interne hanno accusato il presidente di interferenze in alcune decisioni sportive, come l’approvazione del GP di Las Vegas o il risultato del GP d’Arabia Saudita. Tuttavia, il comitato etico della FIA lo ha scagionato all’unanimità al termine di un’indagine indipendente di 30 giorni.

«Ho ripulito casa FIA», ha detto il presidente, rivendicando i cambiamenti interni che hanno portato anche al ritorno, in veste di consigliera, dell’ex segretaria generale Shaila-Ann Rao. «Ora ci sono persone oneste, non ho più coltelli nella schiena. Mi accusano di essere controverso? Non mi interessa. Penso solo al bene della Federazione».

In questo contesto, si fa strada l’ipotesi di una candidatura alternativa. Carlos Sainz Sr., due volte campione del mondo rally, starebbe valutando la possibilità di scendere in campo su sollecitazione di figure di spicco del motorsport. L’intento sarebbe quello di offrire un’alternativa costruttiva per il futuro della Federazione. Ben Sulayem ha accolto con apertura l’eventuale sfida: «Lasciatelo candidare. Questa è democrazia».

Il voto è in programma per il 12 dicembre, a Tashkent, in occasione dell’Assemblea Generale della FIA. In attesa del verdetto, il futuro della federazione resta al centro di un equilibrio sottile tra governance sportiva, interessi finanziari e una riforma interna non ancora completata. La corsa alla presidenza è ufficialmente cominciata.

 

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