La prima di Lewis Hamilton in rosso in terra italiana. Ma forse anche l’ultima edizione – almeno per il momento – in un circuito storico come Imola. La F1 arriva in Emilia Romagna, prima tappa europea della stagione 2025, nel tracciato intitolato a Enzo e Dino Ferrari.
Gran Premio di casa per la Rossa – tanto quanto Monza – ma non onnipresente nel calendario come il circuito brianzolo, Imola è sempre stato teatro di sfide epiche ma anche di pagine dolorose della storia della Formula 1 (come il disastroso weekend del 1994 dove persero la vita il rookie Roland Ratzenberger e il fuoriclasse brasiliano Ayrton Senna).
La nuova era di Imola inizia con la stagione 2020 – limitata dalla pandemia – quando il circuito Enzo e Dino Ferrari, lontano dalla F1 dall’ultima edizione del GP di San Marino, datata 2006, ha fatto ritorno in calendario con la prima edizione a porte chiuse e il nuovo nome di GP dell’Emila Romagna e del Made in Italy.
Una necessità – per la FIA e Liberty Media – in una stagione caratterizzata da cancellazioni e rinvii che però ad ACI, Regione Emilia Romagna e Con.Ami (consorzio interregionale che gestisce il circuito) ha permesso di accarezzare il sogno di riavere stabilmente il circuito nel calendario della massima serie motoristica.
La F1 a Imola: la sfida del tracciato contro nuovi pretendenti
Un sogno che si è infranto contro l’interesse crescente di tante nuove geografie verso la Formula 1 e il desiderio di affacciarsi – o ritornare – nel Circus.
Interesse verso il quale Liberty Media non può non cedere: nuovi ingressi, in termini di Paesi e tracciati comporta una gara al rialzo nell’offrire più soldi da parte degli organizzatori (ormai non meno di 30 milioni di dollari per sedersi al tavolo e giocarsi un posto in calendario)
Inoltre, nuovi circuiti si traducono in nuovi spettatori dal vivo e da tv e piattaforme che rappresentano ulteriori bacini e target per gli sponsor che a loro volta si rendono disponibili a investire maggiormente nella Formula 1.
Un circolo economico virtuoso che si gioca sulle doti di grande equilibrista di Stefano Domenicali, numero uno del Circus, che ormai da tempo parla di un sistema di rotazione – soprattutto per i tracciati europei, ancora troppo pesanti in calendario – per garantirsi un posto anche a stagioni alterne.
Ma se Domenicali non si stanca di caldeggiare questa proposta come la via più percorribile, i potenziali organizzatori di nuovi e vecchi Gran Premi non si rassegnano all’inevitabile.
Ad oggi solo Spa-Francorchamps ha accettato il compromesso della rotazione mentre, la vicina Zandvoort, in Olanda, ha preferito ritirarsi dalla corsa.
Quanto vale Imola: obiettivo nuovo record per l’ultima edizione
Tornando a Imola quella del 2025 è l’ultima edizione da contratto. Pare infatti essere del tutto sfumata l’idea – più nella testa degli organizzatori che di Formula One Group/Liberty Media – di recuperare nel 2026 l’edizione cancellata nel 2023 per l’alluvione.
Un fattore che non ha spento – ma d’altronde nel circuito bolognese si corrono comunque tante competizioni minori – le operazioni di rinnovo e ampliamento, in particolare le nuove tribune mobili che garantiranno una capienza di 90.000 spettatori giornalieri e dovrebbero permettere almeno di raggiungere il record dell’edizione 2024 fissato a 200.000 spettatori nel weekend di gara.

Presentato il GP di Imola 2025, tra entusiasmo e incertezza per il futuro in Formula 1
Un numero tondo e importante che potrebbe anche essere superato sulla scorta di un entusiasmo composto da più aspetti.
Come detto è l’ultima di Imola confermata, è la prima del sette volte campione del mondo Lewis Hamilton in rosso ma è anche la prima di un talento locale come il bolognese Kimi Antonelli.
Inoltre, meccanici e ingegneri di Maranello, per la prima in casa delle Ferrari quest’anno, non si sono risparmiati al punto da spingere il team principal Fred Vasseur a parlare di «un lavoro intenso per massimizzare i risultati».
Lewis in Rosso e Kimi eroe di casa: gli assi nella manica di Imola
La somma di questi addendi non può dare risultati certi ex ante ma secondo le stime dell’ufficio studi di Sport e Finanza l’edizione 2025 potrebbe siglare un nuovo primato, con il record di 220mila presenze nel weekend di gara.
D’altronde la progressione delle edizioni del GP dell’Emilia Romagna e del Made In Italy si sono mosse in una direzione di costante crescita.
Dopo le edizioni a porte chiuse del 2020 e del 2021, l’edizione 2022 è stata accolta calorosamente da 130mila spettatori nel weekend di gara mentre, per l’edizione 2023 – cancellata a seguito dell’alluvione, si stimavano 150mila presenze.
La “ricompensa” è arrivata però nel 2024 con 200mila presenze.
Se l’edizione ai nastri di partenza raggiungesse le 220mila presenze stimane si tratterebbe di un record anche dal punto di vista economico, sia per quanto riguarda gli incassi da Gran Premio, sia come ricadute per il territorio, ossia come indotto turistico.
L’analisi di Sport e Finanza: indotto irrinunciabile per il territorio
Secondo le analisi di Sport e Finanza infatti, l’edizione del 2024 ha generato ricavi da GP (quindi spese sostenute all’interno dell’autodromo) superiori a 86,2 milioni di euro.
Un numero ottenuto grazie a componenti di spesa quali ticketing, food & beverage e merchandising con una spesa media pro capite di 431 euro che, per l’edizione 2025 – complice sia la maggiore affluenza sia un adeguamento dei prezzi all’indice inflattivo – potrebbero superare quota 100 milioni raggiungendo un totale complessivo nella tre giorni di 119,3 milioni di euro (con una spesa media di circa 540 euro).
A latere delle spese dirette all’interno dell’Enzo e Dino Ferrari, la posta in palio è ricca per tutto il territorio di Imola e l’Emilia Romagna in generale.
Tra arrivi fuori regione (35% del totale) ed esteri (40% del totale) la fetta più consistente dell’impatto economico è generata dall’indotto turistico.
Per chi si concede infatti una vacanza nel territorio bolognese all’insegna del motorsport, oltre ai costi sostenuti all’interno dell’autodromo, si aggiungono le spese per i servizi ricettivi, la ristorazione extra (le cene fuori dal contesto di gara) oltre a shopping sul territorio, da intendersi ad esempio come enogastronomia e i trasporti.
Un pacchetto che porterebbe i costi a persona a quota 980 euro.
Voci di spesa che nella loro interezza potrebbero generare un indotto pari a 160 milioni di euro (in crescita di circa il 30% sul 2024).
Complessivamente l’impatto economico del GP di Imola tra ricavi diretti generati all’interno dell’autodromo e indotto sul territorio supererebbe quota 280 milioni di euro.
Cifra che renderebbe l’evento sportivo, che abbraccia un solo weekend, un qualcosa di irrinunciabile per il territorio.
Quanto vale Imola: il divario (ancora) irraggiungibile con Monza
La rivalità con il Gran Premio di Italia – da sempre in scena a Monza tranne nell’edizione del 1980 quando fu assegnato proprio a Imola – non regge comunque il confronto.
Nella stagione 2024 il tracciato brianzolo ha ospitato oltre 335mila presenze nel weekend di gara, stracciando il record raggiunto nel 2022 e segnando un nuovo primato anche in termini di impatto economico che ha sfiorato i 350 milioni di euro.
Ma al di là del business – indubbiamente centrale per organizzatori e Formula1 – le gare si muovono ancora sul filo dell’emozione, della partecipazione del pubblico e delle prodezze in pista.
Quello che può fare Imola nel 2025 è auspicarsi l’edizione migliore della sua storia, con un record di spettatori e magari con una Rossa o un italiano nuovamente sul podio, così dal restare indelebile nella mente degli appassionati e gettare nuove basi per altre pagine della sua storia da scrivere nel prossimo futuro.