Giro di vertici nelle federazioni: Mazzone new entry per la scherma, Dagnoni resta in sella nel ciclismo

Dopo i risultati di Parigi 2024 la scherma opta per una rifondazione, mentre il ciclismo, così come gli sport rotellistici, propende per la continuità: ecco gli esiti dei tre appuntamenti elettorali

Elezioni federazioni sportive
tornate elettorali
Cordiano Dagnoni (Credit image: Federciclismo)

Rivoluzione in vista all’interno di Federscherma. La disciplina connotata dalla forte tradizione della scuola italiana ha deciso per un cambio della guida in vista del prossimo quadriennio olimpico.

Questo l’esito delle consultazioni dopo una campagna olimpica a Parigi che ha regalato forti emozioni e cinque medaglie complessive, di cui un oro, tre argenti e un bronzo, che equivalgono al sesto posto complessivo nel medagliere della disciplina.

Stanti le premesse, i risultati potevano essere superiori nelle specialità, con una spedizione che ha lasciato con un sapore agrodolce un movimento la cui eccellenza a livello mondiale è messa sempre più in discussione dalla diffusione della pratica in geografie emergenti.

Elezioni federazioni sportive – L’esito in Federscherma

Dalle urne emerge dunque il segnale di una volontà di cambiamento, con l’appuntamento elettorale che incorona Luigi Mazzone, che prevale con il 55,43% delle preferenze, pari a 245 voti, contro il presidente uscente Paolo Azzi.

S’interrompe così al termine del primo mandato la presidenza Azzi, fermo al 45,57% dei consensi pari a 197 voti. Al suo posto spazio ad un nuovo progetto che condurrà con rinnovate speranze ai Giochi di Los Angeles 2028.

Verso le Olimpiadi statunitensi dovrà avvenire un significativo cambio della guardia nella squadra azzurra per le discipline di spada, fioretto e sciabola, con la transizione affidata al progetto firmato Mazzone coadiuvato, tra gli altri, da Daniele Garozzo e Bebe Vio.

I due schermidori hanno ottenuto l’elezione all’interno del Consiglio federale come componenti della squadra di Mazzone e daranno rappresentanza rispettivamente alla quota affiliati e agli atleti.

«Proverò a mettere energia e passione al servizio della nostra federazione – ha detto il neopresidente federale – Ora inizia una nuova fase, dobbiamo mantenere gli impegni che ci siamo assunti e mettere tutti d’accordo, anche chi la pensa diversamente».

Il profilo e il programma di Mazzone

Mazzone, 51 anni, è professore ordinario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Tor Vergata di Roma, è direttore della Scuola di Specializzazione in Neuropsichiatria Infantile presso il Policlinico Tor Vergata.

La sua esperienza professionale è completata da un curriculum di rilievo nel mondo della scherma: 44 anni da tesserato, un titolo italiano nella spada conquistato nel 2002, oltre alla qualifica di maestro e il ruolo di mental coach della Nazionale di spada maschile, che ha ottenuto la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016.

La sua elezione è stata favorita da un progetto innovativo e orientato al cambiamento sociale, capace di prevalere sulla proposta di Azzi che, pur avendo dimostrato capacità nella gestione della pandemia e nella ripresa post-crisi, si fondava su un impianto più tradizionale.

Il programma di Mazzone, articolato in 60 pagine, punta su obiettivi ambiziosi e ben delineati. Tra questi, l’aumento e la fidelizzazione dei tesserati, il potenziamento dei mezzi di comunicazione digitale con una forte enfasi su social media e storytelling, e una razionalizzazione del calendario delle competizioni sportive.

Elezioni federazioni sportive – Continuità per il ciclismo

A differenza della scherma, il mondo del ciclismo punta sulla continuità. Alla guida della federazione è stato confermato Cordiano Dagnoni, che resterà saldo al vertice del movimento per il suo secondo mandato.

L’affermazione è arrivata al secondo turno, dove è prevalso con 138 preferenze che rappresentato il 59,74% dell’assemblea elettiva contro i 92 voti per il suo avversario Silvio Martinello, che si è arrestato al 39,83%.

«Sono veramente grato di questa fiducia – ha commentato a La Gazzetta dello Sport-. Sono stati quattro anni di soddisfazioni, ma molto impegnativi. Quando si vuole cambiare occorre rischiare, qualche passo falso lo abbiamo fatto, ma restare nella zona di comfort era troppo facile, alla Federazione serviva altro. Se nel 2021 ero la novità, oggi sono la continuità».

Il presidente ha invitato i suoi sfidanti Silvio Martinello, campione olimpico e suo rivale anche nella tornata del 2021, e Daniela Isetti, fermatasi al primo turno, a collaborare, mantenendo un rapporto inclusivo verso le varie anime presenti in federazione.

«Io sono sempre stato aperto a chi vuole fare il bene del ciclismo – aggiunge Dagnoni -. Con loro ho un rapporto di rispetto e stima, se vorranno saranno accolti a braccia aperte. Auspico un quadriennio sereno».

Elezioni federazioni sportive – Le priorità di Dagnoni

La direzione intrapresa è quella corretta in ambito sportivo: «Dal punto di vista tecnico bisogna continuare sulla strada presa perché i risultati sono arrivati: nei “miei” quattro anni abbiamo vinto ben 454 medaglie e l’asticella non si abbassa».

Dagnoni auspica un cambio di passo in tema di sicurezza: «Ci sono poi settori più delicati, come quello della sicurezza, per me è prioritario, che è strettamente legato all’impiantistica. Il mio grido di allarme è rivolto alle istituzioni e alle amministrazioni, affinché si possa investire in infrastrutture che facciano sì che il nostro sport venga praticato in ambienti protetti e sicuri».

L’appello è in primis al governo, affinché recepisca le istanze del movimento: «Spero di essere più ascoltato rispetto al passato: il governo deve considerare che siamo il terzo sport più praticato d’Italia, dopo palestre e running. Parliamo del doppio dei praticanti del calcio, abbiamo il dovere assoluto di tutelarli. Parlo di carreggiate ciclabili dedicate, non solo di ciclopedonali».

Aracu da record nel panorama sportivo italiano

Infine, sempre in tema di continuità, nessuno può vantare quella di Sabatino Aracu, che si avvia al suo nono mandato alla guida della Federazione italiana sport rotellistici, di cui è a capo da 32 anni consecutivi, ottenendo una nettissima affermazione.

Il tabellino recita, infatti, un consenso schiacciante per il dirigente 71enne, pari al 90,46% dei voti a fronte del risultato ottenuto dallo sfidante Michele Gandolfo che si ferma ad una soglia inferiore al 10%.

«In tanti mi hanno chiesto di andare avanti, – ha affermato il massimo dirigente della Fisr –il prossimo sarà il mio ultimo quadriennio e voglio essere il padre di una grande famiglia. Il futuro siamo noi»