Ciclismo e sostenibilità: una pedalata alla volta, per uno sport immerso nella natura

Un macrocosmo in cui attori diversi convergono verso un unico obiettivo: quello di uno sport – e una competizione – sempre più green.

Tour de France 2024
lo sport green per eccellenza
Tour de France 2024 (Photo by Luca Bettini / Photonews / Panoramic / Insidefoto)

Poche attività come il ciclismo riflettono l’idea di una disciplina compatibile con la natura e con una carbon footprint di fatto inesistente.

Di più: la bicicletta pare quasi una panacea di tutti mali quando si parla di inquinamento urbano. Si arriva a fanatismi non sempre comprensibili, ma alla base resta uno strumento di innegabile valore se si pensa a forme di mobilità sostenibile.

Anche in ambito agonistico, le due ruote mantengono l’immagine dello sport green per eccellenza. Le corse a tappe più celebri, dal Giro d’Italia e Tour de France fino ai prossimi Campionati Europei che si terranno in Belgio dall’11 al 15 settembre, da anni accompagnano la competizione con una serie di iniziative legate alla sostenibilità degli eventi.

Questo è fatto con il lavoro di Federazioni ed enti organizzatori, grazie all’aiuto di sponsor e partner, che creano iniziative a margine delle singole tappe, ma è soprattutto il pubblico ad agire in maniera spontanea e autonoma.

L’esempio più lampante è il fenomeno del cicloturismo, un settore di business che negli ultimi anni ha vissuto una crescita costante in termini di infrastrutture, appassionati ed eventi, con ricadute positive sulla salute pubblica, sulla de-stagionalizzazione del turismo e dell’attenzione all’ambiente.

L’effetto combinato di cicloturisti e spettatori di corse ciclistiche a tappe porta al risultato di iniziative che fanno da contorno all’evento sportivo, completando l’esperienza con degustazione di prodotti tipici e valorizzazione di eccellenze locali: una vetrina ideale per promuovere progetti nati sul territorio e veicolare prodotti e servizi a kilometro zero.

Ciclismo e sostenibilità: il Manifesto del 2022 e il Giro d’Italia

Già nel 2022 la Federazione Ciclistica Italiana – FCI – in quanto membro della UCI ha adottato gli otto punti del Manifesto del Ciclismo Sostenibile con cui misurare e rendicontare le emissioni prodotte dagli eventi sportivi e favorire pratiche volte all’economia circolare e al contrasto al cambiamento climatico.

Il manifesto ha formalizzato best practices che l’Italia ha iniziato ad adottare fin dal 2016: Ride Green è l’iniziativa del Giro d’Italia grazie alla quale è possibile ridurre gli effetti del passaggio della Corsa Rosa sul territorio, attraverso la corretta gestione dei rifiuti prodotti e promuovendo pratiche di riutilizzo dei materiali giunti a fine ciclo: si parla a proposito di materia prima seconda, una definizione che rende bene l’idea di un nuovo uso di materiali che, seppur esaurito il loro scopo originale, possono averne un secondo altrettanto importante.

I numeri parlano chiaro: 75 tonnellate di rifiuti raccolti lungo le tappe del Giro, ed un’incredibile media dell’83% di rifiuti separati e avviati al riciclo.

Ciclismo e sostenibilità: il Manifesto del 2022 e il Tour de France

Anche l’ultima edizione del Tour de France, partito proprio dall’Italia, ha proposto iniziative simili, aderendo ad esempio a Every Can Counts, un programma che nasce nel 2009 nel Regno Unito e attivo in 14 diversi Paesi, che stimola gli appassionati a raccogliere e riciclare le lattine di bibite consumate fuori casa, in questo caso sulle strade della Grande Boucle.

In un contesto del genere, nel quale gli organizzatori per primi mettono in pratica gli otto punti del Manifesto, anche la scelta degli sponsor diventa un’opportunità di crescita coerente con i valori che si vuole trasmettere: in questo senso, la partnership rinnovata tra Toyota e la squadra italiana, in vista dei prossimi Campionati Europei e dei Mondiali su strada, parla di sostenibilità nel senso più autentico.

Spogliata di inutili estremismi, per cui l’unico evento davvero green è quello che non si tiene, la scelta di affidarsi a macchine ibride o elettriche al seguito dei corridori si inserisce nel solco della visione che la Federazione vuole comunicare: quella di un movimento che asseconda la propria natura di sport a stretto contatto con la natura e da sempre accessibile a tutti.