Investire tutto il possibile nel sostegno all’attività sportiva e ancor di più nell’attività di base. Perché senza non si scoprono i talenti e dunque i campioni di domani.
Questo il pensiero “guida” del quadriennio 2021/24, con Cordiano Dagnoni, a capo della Federazione Ciclistica Italiana.
L’occasione per tirare le fila del suo primo mandato come presidente di Federciclismo, è consueto appuntamento di fine anno, il “Giro d’Onore 2024”, momento in cui la federazione premia tutti gli atelti che si sono distinti nel corso dell’anno.
Un anno che per il ciclismo italiano si è rivelato ricco di soddisfazioni, dai tanti titoli mondiali ed europei in diverse discipline, fino ai successi olimpici con le 4 medaglie (1 oro, 2 argenti e 1 bronzo) di Parigi 2024.
«Chiudiamo una stagione fantastica sotto molti punti di vista. Se guardiamo solo alle Olimpiadi, abbiamo portato a casa 4 medaglie su 40, che vuol dire il 10%. Con 23 Federazioni presenti nella delegazione italiana, non si può dire che il ciclismo non abbia fatto la sua parte», precisa Dagnoni.
Dagnoni FCI bilancio 21/24: le medaglie crescono del 60%
Guardando al solo 2024 le medaglie complessive sono state 105, in lieve flessione rispetto alle 122 del 2023, anche se va considerato che non sono stati disputati i Campionati Europei di Paraciclismo, nei quali la delegazione azzurra si è sempre distinta.
Ma è analizzando il quadriennio che i numeri si fanno più rilevanti. «Tra il 2021 e il 2024 abbiamo ottenuto 454 medaglie, circa il 60% in più del quadriennio precedente – puntualizza il presidente –, il che non è scontato se si considera che il livello competitivo è sempre più alto: ci sono tanti Paesi, soprattutto africani, che si stanno affacciando al ciclismo con ottimi risultati e altri Paesi, penso ad esempio al Giappone, che stanno tornando in grande spolvero. E anche nel paraciclismo crescono strutture e investimenti che portano atelti sempre più competitivi».
Per questo l’obiettivo degli ultimi anni ha accentuato gli investimenti. Oltre 1 milione di euro è stato messo a disposizione dei Comitati regionali, finanziando progetti specifici, e non con contributi a pioggia. Circa 2 milioni sono stati destinati a dimezzare i costi di affiliazione, mantenendo di fatto le fee speciali del periodo pandemico, mentre 700mila euro sono stati destinati per le attività dei Centri Pista, supportando il progetto “Talento” del settore giovanile e dando il via al Trofeo delle Regioni, che ha coinvolto in due anni oltre 1.000 ragazzi.
Inoltre è stata rinnovata la convenzione con ANAS per facilitare il rilascio delle autorizzazioni, che ha permesso di aggiungere 120 gare, portando la media annua sopra le 400 ed è stato siglato l’accordo con Infront che, in qualità di advisor, supporterà la Federazione nelle attività commerciali e di marketing finalizzate allo sviluppo strategico per i prossimi cinque anni.
Dagnoni FCI bilancio 21/24: i conti della Federciclismo
«Il valore complessivo della produzione è aumentato di circa il 10% rispetto al quadriennio precedente e, anche se non abbiamo ancora i numeri definitivi del 2024, si aggirerà attorno agli 80 milioni di euro – ha aggiunto Dagnoni –. Abbiamo un livello di patrimonializzazione (circa 2,4 milioni di euro al bilancio 2023, N.d.R.) che indica un buon livello di stabilità e permette di affrontare eventuali situazioni impreviste. L’accordo con Infront, che ci darà un contributo anche sul difficile fronte della digitalizzazione, terreno nuovo per noi, porterà oltre 10 milioni di euro in più nel prossimo quinquennio e già adesso le sponsorizzazioni sono aumentate del 50%. Ma quel che conta davvero è che come federazione abbiamo investito tanto, circa il 70% del bilancio federale è destinato all’attività sportiva e di base, e ne siamo orgogliosi: il nostro obiettivo non è far profitto ma diffondere la pratica sportiva».
Anche perché se i tesserati totali flettono di qualche centina di unità, fermandosi a quota 99mila per il 2024, crescono nelle categorie giovanili, vitali per la crescita del movimento.
«Perdiamo quota su determinate fasce d’età ma cresciamo su quelle giovanili, fino ai 16 anni, che sono le più importanti. Il nostro sport non ha la parola “gioco” davanti, come il calcio o il basket, è uno sport di fatica e non è facile convincere i giovani. Per questo lavoriamo e investiamo tanto sulla base, oltre che sulla sicurezza, elemento fondamentale per convincere i genitori».
Le fondamenta gettate da Dagnoni saranno anche le carte da giocare per le nuove elezioni, che si terranno nelle prime battute del 2025. «Non ho mai negato che mi piacerebbe continuare – ha concluso l’attuale presidente».