Petrucci punta alla rielezione in Fip: «Ecco come coltiviamo i talenti del futuro»

Il presidente sta per terminare il suo sesto mandato alla guida della Federbasket, e in vista delle elezioni previste per il 21 dicembre traccia un bilancio del suo operato.

Intervista Petrucci
elezioni in vista
Giovanni Petrucci (Photo by: Andrea Staccioli / Insidefoto)

Un’esperienza da veterano ma lo sguardo sempre rivolto verso al futuro. Giovanni Petrucci punta alla rielezione come presidente della Federbasket dopo averla servita per ben sei mandati, oltre ai quattro al Coni dopo aver occupato ruoli di primo piano anche in Figc.

Nonostante una vita passata tra i banchi dirigenziali dello sport, Petrucci è pronto per un nuovo quadriennio, che possa consolidare il percorso intrapreso in questi anni nell’ottica della continuità.

«Faccio mie le parole del filosofo Clive Staples Lewis: non si è mai troppo vecchi per un nuovo obbiettivo – ha dichiarato in un’intervista al Corriere della Sera -. Il mio è continuare a sognare. Mi piace il mio lavoro, amo il basket, sento simpatia e apprezzamento da parte di dirigenti e base per come sto operando. E quindi sogno di andare avanti».

Intervista Petrucci – Fiducia in vista delle elezioni

Il presidente in carica guarda con ottimismo alle elezioni del 21 dicembre, in cui verrà sfidato dall’avvocato Guido Valori, mostrandosi fiducioso per l’esito delle votazioni forte di un largo consenso della base.

Nemmeno la prospettiva di dover raccogliere i due terzi dei consensi per via dell’anzianità di servizio sembra creargli apprensione: «Conosco Guido Valori, ha lavorato per me come legale sia al Coni che in Fip. I sondaggi mi attribuiscono l’80% di voti, il dato è reale».

Intervista Petrucci – Agire sui talenti per colmare il gap con le altre nazioni

Petrucci è lucido nell’individuare il gap di competitività che il sistema Italia sconta con altre nazioni: «Grecia, Francia, Turchia e Spagna hanno risorse e capitale umano superiori ai nostri».

Allo stesso tempo, è fondamentale attivarsi per andare al colmare il divario, agendo in primis sullo sviluppo dei talenti, per dare nuova linfa al movimento cestistico italiano e consolidarne la posizione europea nel medio-lungo periodo.

«Stiamo potenziando gli osservatori sui campi di provincia, il progetto Academy per coltivare i talenti funziona e quello Nba-Fip va benissimo per motivare i ragazzini. Ma tante squadre reclutano talenti del settore giovanile all’estero invece di cercarli qui: io non posso cambiare la testa degli imprenditori».

In questo senso un argomento rilevante è quello dei ragazzi che non possiedono la cittadinanza, su cui Petrucci si è speso per poterli integrare nei campionati giovanili modificando il regolamento.

«Il premier Draghi che mi ha convocato sul tema dei minorenni non italiani. Non è stato facile convincere i presidenti delle squadre, però sono orgoglioso del risultato».

Intervista Petrucci – I successi del presidente uscente

Il dirigente elenca poi quelli che sono gli altri successi conseguiti come guida della FIP: «I numeri del 3×3 che cresce e si avvia a diventare settore professionale autonomo. Mi soddisfano anche ruolo e competenza delle leghe. Mi soddisfa il progetto 100 Playground che sta partendo grazie a Sport e Salute».

Emerge poi soddisfazione per il livello delle squadre che competono in Lega Basket, trainata dalla crescita degli appassionati sperimentata nel corso di questi ultimi anni: «il campionato è avvincente sia nei palazzetti che in tv grazie a realtà come Trento, Brescia, Tortona e Reggio che competono con Milano e Bologna. E l’A2 è la migliore di sempre grazie a imprenditori di alta qualità».

La nazionale italiana di basket e la conferma di Malagò

Se si guarda all’Italbasket, tuttavia, sono presenti margini di miglioramento secondo Petrucci, che sottolinea le possibilità di alzare il livello attuale rispetto a «i risultati della Nazionale. Ma ricordiamoci i limiti che abbiamo nel disporre dei professionisti e i costi assicurativi spropositati, specie per chi gioca in Nba. Potevo forse muovermi prima e meglio nel settore femminile dove però stiamo recuperando con investitori di alto livello».

Infine, una battuta sul tema legato alla conferma di Giovanni Malagò come vertice dello sport italiano: «il tempo stringe. Io sono convinto di essere molto bravo ma devo ammettere che Malagò è stato più bravo di me nel rapporto con gli atleti ed è un grandissimo lavoratore. Non riesco a pensare a nessun’altro al suo posto».

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