Milano-Cortina 2026, Varnier: «Giochi della svolta, un’occasione per cambiare l’Italia»

A sette mesi dall’inizio, il CEO Andrea Varnier fa il punto su Milano-Cortina 2026: investimenti, impatto occupazionale, visione e ritorno economico. Obiettivo: trasformare i Giochi in motore di crescita per l’Italia.

Investimenti Milano Cortina CIO
Sette mesi ai Giochi
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A sette mesi dalla cerimonia d’apertura prevista a San Siro, la macchina organizzativa dei Giochi Invernali Milano-Cortina 2026 prosegue spedita, pur tra le complessità legate alle opere da completare. Infrastrutture, alloggi, trasporti, sicurezza e logistica rappresentano i principali fronti di lavoro. Ma, secondo Andrea Varnier, CEO della Fondazione Milano-Cortina 2026, la direzione è chiara e il traguardo raggiungibile.

Durante una serata promossa dal Panathlon Club Milano, in collaborazione con Rotary Distretto 2041, Rotary Club Milano Aquileia, Lions Club Missione Sport, MI’mpegno, Osservatorio Metropolitano di Milano e Centro Servizi Investigativi, Varnier ha illustrato lo stato dell’arte dell’organizzazione, ponendo l’accento sulla portata trasformativa dell’evento.

Varnier ha definito i Giochi del 2026 “un’occasione storica” per l’Italia, paragonabile all’Expo del 2015. «Anche con le Olimpiadi invernali, – ha dichiarato Varnier, come riportato da Il GiornoMilano ha una chance per fare un salto di qualità, innovare, accogliere, costruire e lasciare un segno. Questi saranno i Giochi della rottura col passato».

La portata dell’evento non sarà solo sportiva. L’obiettivo è costruire un’eredità duratura: 70.000 nuovi posti di lavoro, un indotto stimato tra i 5 e i 10 miliardi di euro, 2 milioni di studenti coinvolti in attività didattiche legate allo sport e 18.000 volontari impegnati sul campo.

Una nuova geografia olimpica

Milano-Cortina sarà la prima Olimpiade invernale della storia organizzata congiuntamente da due località, abbracciando un territorio di 22mila chilometri quadrati. Una scelta logistica e culturale che punta anche a valorizzare destinazioni come Livigno – destinata a diventare polo attrattivo per gli sport giovanili come snowboard e freestyle – e a potenziare la mobilità ferroviaria scardinando vecchi paradigmi.

Simico (Società Infrastrutture Milano Cortina) ha già investito 3,5 miliardi di euro per la realizzazione e il potenziamento delle opere necessarie, mentre la Fondazione Milano-Cortina avrà la responsabilità della gestione del Palazzetto di Santa Giulia e del Villaggio Olimpico, che dal 2027 diventerà uno studentato.

Il CEO ha assicurato che il Villaggio sarà consegnato il 1° ottobre. Con l’obiettivo dichiarato di minimizzare gli sprechi, in tre settimane verranno preparati 300mila pasti. Il Palazzetto di Santa Giulia, con una capienza di 16.000 posti, sarà il più grande d’Italia e ospiterà, tra gli altri, atleti della NHL, la celebre lega hockeistica nordamericana.

Prospettiva: un’eredità da costruire

Le prevendite per gli eventi stanno registrando numeri molto positivi. L’organizzazione conta di vendere 200 milioni di biglietti (tra eventi olimpici e paralimpici) e punta a raggiungere il pareggio di bilancio entro il quinquennio.

A seguire le Olimpiadi, sarà la volta delle Paralimpiadi, con cerimonia d’apertura e chiusura all’Arena di Verona, altro simbolo della sinergia tra cultura, sport e inclusività.

«Milano-Cortina 2026 sarà molto più di una competizione sportiva», ha ribadito Varnier, tedoforo moderno di un progetto che ambisce a lasciare al Paese infrastrutture migliorate, nuove energie economiche e un rinnovato spirito di comunità. Un evento che chiama in causa responsabilità pubbliche e private, ma anche una visione strategica che guarda al futuro dell’Italia sul palcoscenico sportivo globale.

La sfida è lanciata. E l’Italia vuole vincerla anche fuori dal campo.

 

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