«L'Italia può perdere le ATP Finals»: arriva l'ultimatum di Gaudenzi

La nuova legge sullo sport del governo Meloni rischia di far perdere all’Italia le ATP Finals: arriva l’avvertimento di Gaudenzi. Cirio media tra Roma e la Federtennis.

Atp Gaudenzi
Soluzione diplomatica
Image Credits: Nicolò Campo / Insidefoto

Le ATP Finals rischiano di sfuggire all’Italia proprio mentre Torino si appresta a chiudere il primo quinquennio di ospitalità del prestigioso torneo. Dal 9 al 16 novembre i migliori otto tennisti del mondo torneranno sotto la Mole, ma l’ombra di una possibile revoca dell’assegnazione si allunga minacciosa sul futuro dell’evento.

Il nodo della nuova legge sullo sport

A gettare benzina sul fuoco è la recente legge dello sport del governo Meloni, che obbliga il coinvolgimento di Sport e Salute in tutti gli eventi finanziati con risorse pubbliche. Una norma che non è piaciuta all’ATP e che ha spinto il presidente della Federazione italiana tennis e padel, Angelo Binaghi, a minacciare le dimissioni.

«Sì, l’Italia potrebbe perdere le Finals. Le guerre di potere sono dannose, – ha dichiarato senza mezzi termini Andrea Gaudenzi, presidente dell’ATP, in un’intervista a La Stampa. – Noi abbiamo firmato un contratto con un soggetto privato che è la Federazione italiana tennis e padel. E abbiamo confermato le Finals per le conoscenze e competenze organizzative della federazione. Vogliamo continuare a fidarci ed affidarci a loro».

La posizione dell’ATP è cristallina. Il compito di trattare con il governo, infatti, spetta alla Federazione, tracciando una netta linea di demarcazione tra le responsabilità.

La diplomazia

In questo scenario ad alta tensione si inserisce la Regione Piemonte con un’operazione di diplomazia politica che potrebbe rivelarsi decisiva. Il governatore Alberto Cirio sta mettendo a punto un piano che lega il destino delle ATP Finals a quello degli Internazionali BNL d’Italia al Foro Italico.

Come riporta La Stampa, questa settimana Cirio ha effettuato due missioni romane, lunedì e giovedì, accompagnato dall’ex assessore allo Sport Fabrizio Ricca, membro del Comitato per le Finals ATP. Gli incontri hanno visto la partecipazione di Binaghi, del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, del ministro dello Sport Andrea Abodi e del capogruppo di Forza Italia Paolo Barelli, anche presidente della Federazione italiana nuoto.

La strategia è chiara: trovare un compromesso sugli Internazionali di Roma, evento che sta particolarmente a cuore ai romani, per poi estendere la soluzione alle Finals. La norma governativa, infatti, è generica e non indica chiaramente modalità e misure dell’intervento di Sport e Salute nell’organizzazione degli eventi. Il lavoro di fino di Cirio, in un asse tra Forza Italia e Lega, mirerebbe proprio a definire regole precise che possano tranquillizzare gli animi.

Torino promossa, ma serve fare di più

Nel frattempo, il bilancio dei primi cinque anni torinesi è più che positivo.

«Il giudizio globale è molto alto, non dimentichiamo che siamo partiti con il Covid, – ha dichiarato Gaudenzi a La Stampa. Finals di cui il capoluogo piemontese è valore aggiunto. – Cos’hanno di unico le Finals a Torino? Il modo in cui l’evento viene vissuto in città. Si respira tennis ovunque».

Tuttavia, Gaudenzi ha anche lanciato un messaggio chiaro al governo italiano.

«Credo che il governo farebbe meglio a intervenire sulle infrastrutture degli impianti, – ha dichiarato. – Prendiamo il Roland Garros e il Foro Italico: fino a 20 anni fa più o meno gli impianti erano simili. Avete visto come si è trasformata Parigi grazie anche agli interventi statali? Identica cosa ha fatto lo Stato di Victoria a Melbourne per gli Australian Open».

Le prossime edizioni: certezze e incognite

Per il 2026 e il 2027, secondo Cirio, non ci sarebbero dubbi. «Si tratta della compensazione per gli anni Covid», ha dichiarato il governatore, anche se l’ufficialità è arrivata solo per la prossima edizione. L’Arabia Saudita, che pure aveva mostrato interesse per le Finals, è stata “compensata” con l’assegnazione di un Masters 1000 dal 2028.

Ma per arrivare al 2030 servono accordi solidi e rapidi. «Il valore aggiunto è che tutti vogliono rimanere qui: giocatori, team, spettatori. Di solito si resta dove si sta bene», ha commentato Cirio.

Ora la palla passa ai tavoli romani, dove si deciderà se la moral suasion del Piemonte e la diplomazia politico-sportiva saranno sufficienti a garantire all’Italia e a Torino altri cinque anni da protagonisti nel tennis mondiale.

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