Petrucci dopo Eurobasket: «Banchi nuovo CT, il movimento deve cambiare»

Dopo l’eliminazione dell’Italia agli Europei di basket, il presidente Gianni Petrucci traccia il bilancio: addio a Pozzecco, Banchi in pole per la panchina azzurra e il nodo strutturale dei giovani nella Serie A.

Intervista Petrucci
Tra sport e politica
Image Credits: Andrea Staccioli / Insidefoto

La delusione di EuroBasket 2025 apre ufficialmente un nuovo capitolo per la Nazionale italiana di basket. L’eliminazione agli ottavi di finale per mano della Slovenia di Luka Doncic non è stata soltanto la fine di un torneo, ma anche l’ultimo atto del commissario tecnico Gianmarco Pozzecco, che ha rassegnato le dimissioni subito dopo la sconfitta di Riga.

Il nome in cima alla lista dei possibili successori è quello di Luca Banchi, allenatore con un lungo curriculum in Italia e all’estero, reduce dall’esperienza con la Lettonia. A confermarlo è stato lo stesso presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Gianni Petrucci, in un’intervista al Corriere della Sera:

«La strada pare tracciata. Posso dire solo che è un eccellente allenatore, uno dei migliori».

Il bilancio di Petrucci su EuroBasket

Il presidente federale ha tracciato un bilancio del cammino europeo dell’Italia, sottolineando come la squadra sia rimasta vicina alla qualificazione ai quarti nonostante dall’altra parte ci fosse Doncic.

«Ci è mancato il finale, era già successo in passato, – ha commentato. – La Slovenia ha meritato: sono stati più bravi e più freddi di noi. Ma non siamo andati lontani dal passaggio del turno. Fermare Doncic? Non ci riescono in Nba, non ci siamo riusciti noi. Avete visto cos’ha combinato e da dove tirava faccia a canestro? Fenomeno totale».

La fine del ciclo Pozzecco

Nonostante l’affetto personale e la stima per Pozzecco, la scelta della FIP era già segnata, a prescindere dal risultato di EuroBasket:

«Gianmarco oltre che un bravo tecnico è una persona straordinaria a cui sono affezionato. Purtroppo, il risultato non è arrivato. Il contratto era scaduto, chiuso a prescindere».

Petrucci ha anche respinto con decisione le voci di presunte pressioni interne per la convocazione di Danilo Gallinari, ipoteticamente “imposta” a Pozzecco da Gigi Datome:

«Vuol dire che non si conosce Pozzecco: nessuno gli impone niente. Discussioni sull’argomento? Questo dovete chiederlo a loro due».

Quanto al caso Donte DiVincenzo, arrivato a naturalizzazione conclusa ma costretto al forfait per un infortunio al piede, Petrucci ha ribadito la buona fede del giocatore:

«Capisco i sorrisi, capisco le battute. DiVincenzo fino all’ultimo momento ci ha detto che veniva, – ha sottolineato nel corso dell’intervista – è andato a Chicago a giurare per la nazionalità dopo che avevamo mosso mari e monti per ottenerla. Come si poteva pensare al problema al piede? Comunque, l’infortunio è reale».

Le criticità del sistema: sempre meno italiani in Serie A

Oltre al tema tecnico, resta aperta la questione strutturale del movimento cestistico italiano: la scarsità di giocatori italiani protagonisti nei roster della Serie A. Nonostante ottimi risultati a livello giovanile, la presenza tricolore nel massimo campionato continua a ridursi.

«È un mio grande cruccio, – ha ammesso Petrucci. – Ma non ci posso fare nulla: i coach di club preferiscono prendere giocatori formati fuori, i presidenti li assecondano e li finanziano».

Sport, politica e risorse economiche

Sul rapporto tra sport e politica, Petrucci ha difeso la linea del dialogo, mettendo in guardia da un’eccessiva dipendenza dai risultati per l’allocazione dei fondi pubblici.

«Una volta i soldi li distribuiva il Coni, oggi Sport e Salute. Inutile lamentarsi, meglio collaborare – ha dichiarato il presidente della FIP. – Non si possono paragonare discipline diverse. Gli ingaggi del basket e la difficoltà di qualificazione mondiale hanno costi e parametri differenti».

In merito alla riforma della giustizia sportiva voluta dal ministro Abodi, Petrucci ha dichiarato apertura: «Se lo Stato non si fida delle federazioni, gestisca pure alcuni poteri. L’autoreferenzialità è nociva».

Lo sport italiano è sempre oggetto di riforme, sempre sotto tiro. In merito a ciò, Petrucci ha dichiarato:

«Il Coni è l’ente più riformato del mondo. Anche se trovo esagerato questo atteggiamento, facciano pure. Oggi c’è una realtà che è Sport e Salute: inutile lamentarsi, dialoghiamoci. Io con loro e con il ministro Abodi ho un ottimo rapporto».

Uno sguardo al futuro

Con la prima finestra di qualificazione ai Mondiali 2027 ormai alle porte, l’Italia è chiamata a ripartire immediatamente. La nomina del nuovo commissario tecnico sarà il primo passo di una ricostruzione che dovrà tenere conto tanto delle ambizioni sportive quanto delle criticità strutturali – dal ruolo dei giovani alla sostenibilità dei costi – che restano questioni centrali per il futuro del movimento.

Il nome di Luca Banchi appare ormai come una certezza più che un’ipotesi: sarà lui a guidare il rilancio della Nazionale in un contesto europeo sempre più competitivo.

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