Italbasket, addio al vecchio ciclo: Niang e Diouf guidano la nuova generazione

L’eliminazione agli ottavi di EuroBasket chiude un ciclo. Con l’addio di Gallinari e l’attesa per il nuovo CT, l’Italbasket riparte da Fontecchio e Pajola, ma soprattutto dai giovani già pronti come Niang e Diouf.

Italbasket 2025
Il futuro della Nazionale
Image Credits: Andrea Masini / Insidefoto

L’eliminazione agli ottavi di EuroBasket segna la fine simbolica di un’epoca per l’Italbasket. La cosiddetta “Nazionale più forte di sempre” – etichetta coniata oltre dieci anni fa dall’allora presidente FIP Gianni Petrucci – chiude il proprio ciclo senza medaglie internazionali, nonostante le presenze di giocatori NBA come Belinelli, Gallinari, Bargnani e Melli. Nessuna finale, nessun podio: un bilancio che non lascia spazio a interpretazioni.

Al termine della gara con la Slovenia, la FIBA ha reso omaggio a Danilo Gallinari, premiato dal presidente Jorge Garbajosa. Il “Gallo” saluta dopo 51 presenze e 698 punti in azzurro: nessun trofeo, ma un’eredità fatta di professionalità e dedizione.

«Il futuro della Nazionale è in ottime mani – ha dichiarato a Sky Sport. – Sarà emozionante seguirli in televisione».

Il nuovo corso: verso Los Angeles 2028

Il passaggio di consegne è inevitabile. Belinelli è già fuori scena, Gallinari ha detto addio, Bargnani appartiene al passato. Ora tocca a un gruppo giovane e a un nuovo commissario tecnico: il nome di Luca Banchi, liberatosi dalla Lettonia, è in pole position. L’orizzonte è chiaro: Mondiali 2027 e soprattutto Olimpiadi di Los Angeles 2028.

Tre i pilastri da cui ripartire: Simone Fontecchio, oggi a 29 anni nel pieno della maturità nonostante un Europeo in ombra; il capitano Nicolò Melli, che sogna di chiudere la carriera olimpica sulle orme della madre Julie (argento nel volley a Los Angeles 1984), ma avrà 37 anni nel 2028; e Alessandro Pajola, 25 anni, leader silenzioso e destinato a ereditare il ruolo di riferimento nello spogliatoio.

Accanto a loro, il futuro è già presente: Momo Diouf, 24 anni, centro titolare in prospettiva con una stagione di Eurolega e 35 presenze in azzurro; Saliou Niang, rivelazione dell’estate e nuova scommessa della Virtus Bologna e dei Cleveland Cavaliers; e Matteo Spagnolo, reduce da un Europeo da titolare e ora atteso al salto di qualità con il Baskonia.

Tra conferme e ritorni

Il ricambio generazionale non può prescindere da una valutazione attenta dei veterani: Marco Spissu, Giampaolo Ricci e gli stessi Fontecchio e Melli restano pedine importanti, pur avvicinandosi al giro di boa della carriera. Allo stesso tempo, torna d’attualità il nome di Donte DiVincenzo. L’esterno dei Minnesota Timberwolves, in possesso del passaporto italiano, rappresenta una potenziale aggiunta di lusso: ma per diventare leader dell’Italbasket dovrà fare una scelta di identità, non solo di opportunità.

Sul fronte esterni, da monitorare il rientro di Stefano Tonut dopo i problemi fisici. Restano nodi aperti: da Nico Mannion, non convocato, a Gabriele Procida, protagonista in Eurolega ma relegato a soli 29 minuti complessivi nell’Europeo; fino ad Amedeo Della Valle, 32 anni, eccellente escluso del ciclo Pozzecco e protagonista del bronzo europeo nel 3×3.

La nuova linfa: i giovani prospetti

Lo sport vive di cicli, e l’Italia non fa eccezione. Dopo i successi estivi delle selezioni giovanili, le prospettive per il medio-lungo periodo sono incoraggianti. Dame Sarr, classe 2006 ora a Duke, rappresenta l’archetipo della guardia moderna: atletismo, visione e talento offensivo. Al suo fianco cresce Diego Garavaglia (Ulm), ala versatile e solida.

Tra i lunghi, Francesco Ferrari (MVP dell’oro europeo U20, gioca a Gesteco Cividale) e Luigi Suigo (220 cm, in crescita al Mega Belgrado) incarnano due profili complementari: tecnica e rapidità da una parte, fisicità e prospettiva difensiva dall’altra. Da seguire anche Maikcol Perez (Baylor), giocatore di sistema capace di dare equilibrio, e il play Patrick Hassan, pronto a debuttare con la prima squadra di Trento.

Infine Grant Basile, italo-americano dell’Acqua San Bernardo Cantù, già maturo per il basket di alto livello: lungo moderno, mobile e con tiro da tre affidabile, potrebbe diventare un’arma tattica cruciale per la Nazionale.

Identità da ricostruire

Dopo l’addio di Pozzecco, la priorità è la scelta di un nuovo CT che sappia dare un’identità chiara. L’Italbasket non può più accontentarsi di piazzamenti onorevoli: l’obiettivo è costruire una squadra competitiva, capace di vincere.

Le basi di certo non mancano.

La cosiddetta “Nazionale più forte di sempre” resterà, amaramente, quella che non ha mai vinto nulla. Il compito della nuova generazione sarà trasformare il talento in risultati concreti. Perché, come insegna lo sport, i cicli finiscono, ma i successi restano.

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