No ad una nuova competizione cestistica, si al dialogo. Si può riassumere così la postura assunta dall’Eurolega rispetto alle prospettiva di creare un nuovo campionato cestistico in Europa da parte dell’NBA.
Il progetto annunciato a marzo sarebbe ancora in fase esplorativa, con i vertici della lega statunitense che hanno appena concluso una settimana di incontri con diversi stakeholder per sondare la loro disponibilità.
La posizione di Eurolega e il canale aperto dopo l’incontro di maggio
Tra gli interlocutori spiccano alcuni tra i club cestistici situati nei mercati reputati più strategici. Come riportato da Sport e Finanza, l’ultimo round di colloqui avrebbe coinvolto anche il Real Madrid, considerato come uno dei soggetti più interessati.
«Questa nuova lega creerebbe confusione – ha dichiarato Paulius Motiejunas , ceo di Eurolega in un’intervista rilasciata a The Athletic -. Non abbiamo paura di perdere i fan, perché crediamo di avere un prodotto migliore in campo.Stiamo facendo tutto ciò che è nelle nostre mani per far crescere il prodotto e la lega. E sono sicuro che i club lo riconoscono e rimarranno con noi».
L’ultimo contatto tra le due entità risale a maggio, qualche mese dopo l’annuncio ufficiale, ed è stato definito dalle parti come un incontro propositivo, seppur non si sia entrati nel dettaglio delle possibili modalità di collaborazione.
«È stato un incontro positivo. Era la prima volta, dopo molti anni, che tutti erano seduti allo stesso tavolo. E dobbiamo ringraziare la FIBA per aver organizzato il tavolo di lavoro. Quello che ci hanno detto è ciò che è noto anche pubblicamente: sono in fase di esplorazione e stanno cercando di capire come e cosa fare. Noi abbiamo detto loro che non crediamo che una nuova lega sia qualcosa che possa aiutare il mercato. Quindi ci siamo lasciati dicendo che siamo pronti a collaborare».
L’obiettivo di diventare tra gli sport di prima fascia in Europa
I dirigenti di Eurolega hanno quindi mandato messaggi di apertura pur difendendo il percorso intrapreso, che ha portato allo sviluppo della competizione, e che costituisce una solida base per intraprendere un’iniziativa comune.
«Noi abbiamo una base di tifosi enorme. Abbiamo 25 anni di storia. Questo è ciò che abbiamo detto loro. Perché non sederci e vedere come possiamo prendere decisioni insieme, invece di creare semplicemente una nuova lega e farli ripartire da zero? Questo è il nostro messaggio».
Allo stesso tempo, il vertice di Eurolega ha riconosciuto che nonostante la crescita sperimentata c’è molto lavoro da fare nel rendere il basket uno sport tra i più popolari in Europa.
«Dobbiamo diventare uno sport di prima fascia in Europa. Non lo siamo. Dobbiamo competere con la Formula 1. Dobbiamo competere con il tennis. Posso prendere il Regno Unito, per esempio. Tutti sanno che è un Paese di calcio, poi c’è il rugby, e poi tutto il resto. Ma il numero di persone che giocano a basket è incredibilmente alto perché è uno sport in grande ascesa».
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I margini di crescita ulteriori e l’apertura al Medio Oriente
Per raggiungere questo obiettivo Motiejunas auspica di sfruttare la potenza commerciale dell’NBA, che grazie alla risonanza globale del marchio può certamente aiutare nel rapportarsi con i partner e i media.
«Loro hanno un’immagine molto forte. Possono aiutare con gli accordi televisivi. Possono aiutare con le sponsorizzazioni. Possiamo far crescere la torta se lavoriamo insieme. Se possiamo monetizzare meglio il gioco questa è la forza che possono portare, e da lì si parte».
Nel frattempo, la competizione europea si è aperta al Medio Oriente accogliendo la prima squadra proveniente dai Paesi del Golfo nel tentativo di ampliare il bacino d’utenza e presidiare un mercato in rapida crescita.
«Il primo passo sono state le Final Four. E siccome è stato un successo, siccome Dubai è stata un successo nella Lega Adriatica, pensiamo che sia il passo giusto per aprire quel mercato. Lo sport è una priorità in Medio Oriente, c’è molto sostegno economico, che si tratti di golf, tennis, calcio e pensiamo che il basket meriti di esserci, non solo con gli eventi ma come presenza stabile».
L’interesse dei fondi di private equity e il prossimo appuntamento tra le parti
La sempre maggiore diffusione di team di qualità dislocati nelle varie geografie ha spinto la lega ad allargarsi, accogliendo due nuove compagini nella stagione in procinto di iniziare e consolidando il legame con club storici attraverso licenze pluriennali.
«Penso che l’espansione e le Final Four del 2025 ad Abu Dhabi sono state un grande passo in avanti. Ora passare a 20 squadre, mantenendo però lo stesso calendario, è un passo enorme. Vediamo molte squadre che sono pronte, vediamo molto potenziale.Ecco perché abbiamo fatto due cose. Una è l’espansione, e l’altra è dare wild card pluriennali ai club, così sanno che c’è una certa stabilità».
Nel frattempo, i dialoghi intercorsi con i fondi di private equity sono stati congelati in attesa di capire che forma assumerà il panorama cestistico continentale: «Il dossier è in standby, ma è ancora sul tavolo, e uno dei motivi per cui siamo fermi è ovviamente la possibilità di parlare con la NBA e vedere se si può arrivare ad una convergenza».
Il prossimo appuntamento tra le due entità per approfondire le possibilità di convergere in un’iniziativa comune è previsto per l’autunno, occasione in cui i dialoghi potranno finalmente entrare nel vivo.
«Come prossimo passo, credo che avremo un altro incontro in autunno, per sederci nuovamente e, si spera, entrare in una discussione più profonda su come possiamo lavorare insieme. Non abbiamo bisogno di una nuova lega. Noi continuiamo a crescere, continuiamo a fare il nostro lavoro e a valorizzare il basket in Europa. Quindi credo che questo aiuti tutte le parti. Siamo felici di andare avanti insieme alla NBA e di usare la loro forza per far crescere il basket in Europa. Siamo aperti a questo».