Dopo aver conquistato tutto con il Fenerbahçe – Coppa di Turchia, campionato e Eurolega – Maurizio Gherardini apre un nuovo capitolo della sua carriera e della pallacanestro italiana. È lui il nuovo presidente della Lega Basket Serie A, eletto con 14 voti su 16 in rappresentanza delle società del massimo campionato. Succede a Umberto Gandini, e il suo mandato triennale inizia formalmente con l’approvazione del bilancio consuntivo 2024-25.
Una nomina che arriva al termine di una straordinaria stagione da general manager del club turco, ma anche come scelta di vita: Gherardini ha deciso di tornare stabilmente a vivere in Italia, a Treviso, per affrontare una sfida completamente diversa.
«La vita è fatta di sfide, grandi e piccole: bisogna capire se te la senti di affrontarle o meno – ha dichiarato a Il Gazzettino. – Questo è un cambiamento enorme per me, e io voglio mettermi in gioco, uscire dalla mia zona di comfort. Finché senti che lo puoi fare, devi provarci: ti guardi allo specchio per capire se hai ancora forza, adrenalina, passione, desiderio. Io conto di poter dare il mio contributo a favore del movimento cestistico italiano».
Un percorso fatto di svolte
La scelta di Gherardini non sorprende chi conosce il suo percorso professionale. Fin dagli inizi ha sempre avuto il coraggio di cambiare strada. Così ha raccontato a Il Gazzettino:
«Quando Giorgio Buzzavo venne a Forlì per portarmi a Treviso, avevo una brillante carriera in banca ed ero il general manager della squadra della mia città. Accettare la proposta sembrava folle, ma l’ho fatto. Come quando, dopo 14 anni in Benetton, diventai il primo dirigente non americano in una squadra NBA. O come quando lasciai gli States, accettando la sfida di portare una squadra turca alle Final Four di Eurolega».
Dopo 18 trofei in 14 stagioni con Treviso, 7 anni a Toronto e 11 in Turchia, oggi arriva per Gherardini il primo incarico istituzionale in solitaria: non più nei board collegiali di Eurolega o FIBA, ma direttamente nella stanza dei bottoni.
La visione: la Lega come casa dei club
Il nuovo presidente si è presentato senza proclami, ma con la volontà di ascoltare e costruire.
«Mi ha davvero gratificato la fiducia da parte dei club, – ha ammesso – che hanno pensato al sottoscritto come qualcuno in grado di poter dare il proprio contributo. Non sono un politico, sono piuttosto molto pragmatico. Il mio obiettivo sarà capire le dinamiche dei club affiliati. Prima di disegnare una nuova strategia, devo imparare tante cose, confrontarmi con tutti, chiedere aiuto».
Al centro del suo mandato c’è il rafforzamento del ruolo della LBA come struttura di servizio.
«La Lega deve essere la casa dei club. Bisogna studiare il tipo di supporto che diamo oggi, per capire cosa si può aggiungere, dove si può migliorare. Dobbiamo aiutare le società a vivere i grandi cambiamenti che la pallacanestro sta attraversando. – Ha dichiarato Gherardini a La Tribuna di Treviso, continuando: – Mi piacciono concetti come condivisione, sostenibilità, visibilità e positività, ma chiaramente all’inizio dovrò farmi un’idea, conoscere come funziona il sistema, quali sono i meccanismi. La Lega la considero una famiglia formata da 16 persone. Bisognerà parlare con tutti, fargli capire che è la loro casa».
Un ruolo da costruire passo dopo passo
Il compito non è semplice. Essere a capo della LBA significa passare da una logica di club a una visione sistemica. Gherardini ne è consapevole.
«Finora ho vissuto la pallacanestro da un determinato angolo, – ha affermato a La Tribuna di Treviso. – Adesso salto la barricata e per me la prospettiva sarà completamente diversa. Oggi potrei dire di essere “out of the box”, la provocazione, la sfida è appunto iniziare a fare qualcosa di diverso. Soprattutto all’inizio dovrò solo ascoltare, parlare, capire, per formare una strategia che vada bene a tutti».
Il riferimento va anche al lavoro del suo predecessore, Umberto Gandini. «Credo che abbia fatto un ottimo lavoro per lo sviluppo degli eventi, sia per la loro visibilità che per la qualità. Dobbiamo partire da qui per continuare a crescere».

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Lo sguardo al movimento
Lo sviluppo del basket italiano resta il filo conduttore. «Segnali importanti arrivano anche dalla Nazionale femminile: si tratta di un successo che conferma la vitalità del movimento».
Per Gherardini, dunque, la Lega non può essere solo governance, ma anche promotrice di cultura sportiva e dialogo tra le parti. Non c’è da stupirsi quindi se non considera un allarme il voto contrario espresso dal presidente del Trapani, Valerio Antonini.
«Votare è sempre espressione di democrazia, – ha dichiarato. – Lui giustamente aspetta di sapere quali sono i programmi di Lega. Nessun problema, anzi direi che è normale e pure stimolante ogni tanto avere qualche voce critica».
Una guida esperta per un sistema in evoluzione
La sfida che attende Gherardini è quella di portare in LBA le competenze manageriali costruite in decenni di successi internazionali, per traghettare la Lega in una nuova fase. In un sistema che cerca stabilità, visione e competitività, la figura di un dirigente con visione globale e approccio condiviso può rappresentare una leva di sviluppo concreta.
Ora, il tempo dell’ascolto. Poi, quello delle scelte.