Tennis italiano, il vero boom: dai conti alla gloria, una crescita che parte dal basso

l tennis in Italia vive una stagione d’oro, sospinto dai risultati di Sinner, Paolini e una generazione di talenti. E ora anche la FITP ne raccoglie i frutti.

United Cup come funziona Tennis italiano
La ricetta FITP
Jasmine Paolini e Sara Errani, Olimpiadi di Parigi 2024 (Photo by Michael Baucher/Panoramic/Insidefoto)

Il secondo sport nazionale, per tesserati e fatturato. Sono lontani anni luce le stagioni in cui Il tennis italiano era considerato uno sport d’élite se non mero appannaggio di una nicchia riservata agli appassionati.

Oggi è, a tutti gli effetti, il secondo sport nazionale e non è affatto impensabile che, nei prossimi anni, possa avvicinarsi o addirittura superare il calcio anche in termini di partecipazione e rilevanza economica.

Un traguardo che è il frutto dell’onda di talenti che ha riscritto le gerarchie mondiali e che la Federtennis ha cavalcato con una strategia federale lungimirante.

Il successo del tennis italiano: Sinner, Paolini e una generazione d’oro

La crescita del tennis italiano trova una spinta decisiva nei risultati ottenuti da una generazione di campioni che ha saputo riportare entusiasmo e attenzione mediatica. Jannik Sinner che è il primo italiano a salire in vetta al ranking ATP ma anche Lorenzo Musetti, la cui crescita non è più una notizia ma una conferma costante, senza dimenticare Jasmine Paolini, capace di imporsi sia nel singolo – come agli Internazionali di Roma – sia in doppio, con l’immortale Sara Errani, sia a Roma che a Parigi nel Roland Garros appena concluso.

Ma l’elenco è destinato ad allungarsi non solo per l’evidente fermento del movimento ma anche perché la filiera tennis sta funzionando perfettamente.

La coincidenza temporale del loro successo è certamente fortunata, ma non casuale. Gli atleti rappresentano il punto di arrivo di un lavoro a monte che coinvolge accademie, tecnici e dirigenti, ma anche un sistema federale che ha saputo sostenere e valorizzare il talento.

Il successo del tennis italiano: la FITP come federazione modello

Dal punto di vista organizzativo ed economico, la FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel) è oggi un caso di scuola. Secondo i dati raccolti da Milano Finanza, a fine del 2023 i tesserati hanno superato quota un milione – contro i poco più di 100mila di inizio millennio – e anche sul fronte economico i numeri parlano chiaro: dai 166 milioni di euro di fatturato del 2023 si è passati a una previsione prudenziale di 174 milioni per il 2024, già superata con oltre 200 milioni effettivi, spinti dal successo degli eventi Internazionali.

Un dato ancora più significativo, se si considera che meno del 7% delle entrate proviene da fondi pubblici (12 milioni da Sport e Salute). Basti pensare che nel 2012 i contributi dell’allora CONI Servizi rappresentavano quasi un quinto delle entrate totali.

L’era Binaghi: un progetto ventennale

A guidare questa trasformazione è Angelo Binaghi, presidente federale dal 2001. Ingegnere cagliaritano ed ex tennista, Binaghi ha saputo rompere l’immagine di uno sport elitario per aprirlo a un pubblico ampio, costruendo un sistema federale moderno, trasparente e digitalizzato.

Emblematica la creazione del ranking unico nazionale, dove ogni giocatore – dal circolo locale ai professionisti – ha il proprio profilo online aggiornato in tempo reale. Anche questo ha contribuito al boom delle quote associative: da 8 milioni nel 2012 a oltre 24 milioni nel preventivo 2024.

Binaghi è anche il principale artefice del posizionamento strategico della FITP nel calendario internazionale: sotto la sua guida, la federazione ha mantenuto il controllo diretto delle manifestazioni di punta, come gli Internazionali d’Italia e le ATP Finals di Torino.

Il solo torneo di fine stagione – in programma fino al 2030 – ha generato un impatto economico da mezzo miliardo di euro nel 2024.

Un modello sportivo (quasi) autosufficiente

L’autonomia finanziaria della FITP è oggi una delle sue principali forze: un modello basato su gestione oculata, eventi di successo e una base partecipativa in crescita. Non è un caso che il tennis, insieme al padel, sia oggi una delle attività sportive più praticate in tutto il Paese.

Il merito va senza dubbio a una governance lungimirante, ma sarebbe un errore attribuire tutto al vertice. Senza i risultati ottenuti in campo, senza i volti di campioni che ispirano e trainano milioni di appassionati, l’intero sistema non avrebbe avuto la stessa risonanza. Il tennis italiano cresce perché oggi ha solide fondamenta, una visione chiara – e soprattutto – dei protagonisti credibili, giovani e vincenti.

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