Il mercato della bicicletta in Italia ha ripreso fiato. Dopo l’impennata registrata durante la pandemia e il successivo rallentamento causato dalla fine degli incentivi e da un’offerta sovrabbondante, l’industria torna a vedere segnali positivi, pur con tutte le cautele del caso.
Il 2024 si è chiuso con oltre 1,3 milioni di bici vendute, una flessione minima dello 0,7% rispetto all’anno precedente, come riporta Moneta: si comincia a intravedere una stabilizzazione del settore che interrompe così il trend negativo.
Valore industria bicicletta: e-bike protagoniste della ripartenza
A guidare la ripresa sono le bici a pedalata assistita, che hanno ormai conquistato un ruolo centrale nel mercato. La domanda è solida e si concentra su modelli specifici: il 51% delle e-bike vendute sono mountain bike elettriche (e-MTB), seguite dalle e-city (43%) e da una piccola quota di modelli da corsa/gravel e cargo.
Le biciclette tradizionali, invece, vedono una distribuzione più frammentata, dovuta anche alla maggior varietà di modelli in circolazione: un terzo sono mountain bike, un altro terzo city/trekking, seguite da bici per ragazzi e da corsa.
Secondo Mariano Roman, presidente di ANCMA, la tenuta del mercato è frutto dell’impegno delle aziende e di un crescente interesse del pubblico, specialmente per le e-bike.
«La lettura dei dati ci dice innanzitutto che il mercato, oltre che da un promettente interesse del pubblico, è stato sostenuto anche grazie all’impegno e agli sconti delle aziende – spiega -. È una consapevolezza che ci aiuta anche a chiedere misure sussidiarie per migliorare la competitività delle imprese. Ci confrontiamo comunque con un contesto nazionale dove la cultura dell’utilizzo della bici è ancora molto acerba, così come le infrastrutture e la sicurezza degli utenti».

L’oro della Corsa Rosa: 2 miliardi di euro per i territori
Valore industria bicicletta: Crescono produzione ed export
I dati di Confindustria ANCMA segnalano come la produzione complessiva (muscolari ed elettriche) sia cresciuta dell’1,2%, raggiungendo 1,7 milioni di pezzi. L’export è in rialzo e la bilancia commerciale del comparto è positiva per 175 milioni di euro.
Il fatturato si conferma solido: 2,6 miliardi di euro, in linea con il 2023 e superiore del 24% rispetto al periodo pre-Covid. Attualmente, l’industria ciclistica italiana conta circa 230 aziende e oltre 19mila addetti diretti, a cui si aggiungono migliaia di occupati nell’indotto.
Tuttavia, la mancanza di politiche di sostegno mette il comparto in difficoltà. Cordiano Dagnoni, presidente della Federazione Ciclistica Italiana, sottolinea come altri Paesi europei – Germania in primis – incentivino l’acquisto di bici anche attraverso vantaggi fiscali ancora assenti in Italia.
«Dopo il boom legato alla pandemia abbiamo scontato 2 anni di calo che, dai dati di oggi, finalmente sembra si sia fermato – commenta -. L’Italia sconta la mancanza di infrastrutture e una fiscalità che favoriscono l’uso e l’acquisto delle bici, come accade in Paesi come Germania, Danimarca e Belgio. In Germania, ad esempio, il 50% degli acquisti di biciclette è finanziato con leasing detraibili dalle tasse».
Cicloturismo: boom che trascina il comparto
Cruciale il ruolo del Giro d’Italia per il comparto, con la corsa rosa che continua a generare valore per il territorio: secondo uno studio di Banca Ifis, l’edizione 2025 porterà ricadute economiche per 2,1 miliardi di euro, ripartiti nei 580 comuni attraversati.
Una delle dinamiche più sorprendenti riguarda il cicloturismo. Secondo il rapporto “Viaggiare con la bici 2025” realizzato da Isnart-Unioncamere con Legambiente, il numero di presenze turistiche legate alla bicicletta è salito a 89 milioni, con un incremento del 54% rispetto all’anno precedente.
L’impatto economico del settore ha raggiunto i 9,8 miliardi di euro. Oggi il cicloturismo rappresenta oltre il 10% della domanda turistica nazionale, con una prevalenza di viaggiatori tra i 30 e i 44 anni, spesso con buona capacità di spesa.
Tra innovazione e nuove forme di mobilità, la bicicletta è sempre più protagonista nello stile di vita italiani con importanti ricadute per il settore, ma il vero salto di qualità passerà da infrastrutture adeguate e politiche lungimiranti.