La battaglia per il futuro del Napoli Basket approda nelle aule legali. Graded Holding, uno dei soci del club partenopeo, ha annunciato di aver presentato ricorso contro il trasferimento delle quote societarie alla neonata Napoli Basketball USA LLC, con sede a Wilmington, Delaware. Nel mirino, non solo gli altri due soci che hanno ceduto le proprie partecipazioni, ma anche la stessa Napoli Basket Srl, accusata di aver ignorato il diritto di prelazione esercitato regolarmente da Graded.
Difendere l’identità napoletana
Il contenzioso non si limita a una questione formale. Secondo quanto dichiarato dalla società ricorrente, l’operazione andrebbe a snaturare un progetto sportivo nato e cresciuto sotto il segno dell’imprenditoria locale.
Graded ricorda come, dopo quasi vent’anni di assenza dal grande palcoscenico, il basket a Napoli sia tornato protagonista grazie all’impegno di realtà territoriali: dalla Serie B alla massima serie, con quattro stagioni consecutive nella élite e la conquista di una Coppa Italia.
«Il tutto unicamente attraverso l’impegno e la dedizione di imprenditori locali che intendono proseguire la sfida intrapresa raccogliendo il testimone da chi, eventualmente, voglia fare un passo indietro, – si legge nella nota della holding. – Imprenditori che pur di conservare la natura napoletana della società hanno reso possibile un’offerta migliorativa del 20% rispetto a quella arrivata da Oltreoceano.»
Operazione da 2 milioni di euro
A guidare la nuova era è però l’imprenditore italo-statunitense Matt Rizzetta, che ha ufficialmente acquisito il 67% delle quote del club partenopeo tramite la sua holding Napoli Basketball USA LLC. Il pacchetto di controllo, stimato attorno ai 1,3 milioni di euro, è stato accompagnato da un impegno economico aggiuntivo di circa 700mila euro per la gestione della prossima stagione sportiva.
Parte dei fondi sarà destinata al rafforzamento della squadra e allo sviluppo del settore giovanile. Il valore complessivo dell’operazione, tra acquisizione e piani di investimento, potrebbe superare i 3 milioni di euro entro il 2026.
Il ricorso intende dunque bloccare un’operazione che, a detta della parte ricorrente, va contro la volontà di far crescere Napoli in modo coerente con il suo percorso di sviluppo urbano e sportivo.
Posizione che Vito Grassi, amministratore delegato di Graded Holding, aveva già mostrato in occasione del rinnovo della partnership con Napoli Basket.
«Graded conferma il proprio impegno a sostegno di un team che rappresenta motivo di orgoglio per la nostra città, – affermava Grassi – proiettandola nel panorama sportivo nazionale e internazionale. La valorizzazione dello sport, come anche la tutela dell’Arte, della Storia e del nostro paesaggio è uno dei valori guida in cui l’azienda crede e su cui investe da tempo anche attraverso il sostegno ad altre iniziative di rigenerazione narrativa dei luoghi in cui siamo cresciuti».
Non a caso, il comunicato con cui la holding annuncia il ricorso fa riferimento anche al recente riconoscimento della città come Capitale Mondiale dello Sport 2026 e all’assegnazione dell’America’s Cup, due eventi che confermano la proiezione internazionale del capoluogo campano.
La posta in gioco va ben oltre il parquet: si tratta di decidere chi sarà a guidare il progetto sportivo di una delle realtà più rappresentative della Napoli contemporanea. E se a farlo saranno mani napoletane o americane.