Il Giro d’Italia si conferma volano economico per il Paese. La Corsa Rosa, oltre ad essere un grande evento sportivo, genera valore nei territori attraversati, coinvolti da importanti flussi turistici nazionali e internazionali.
Secondo lo studio di Banca Ifis “Pedalando verso l’eccellenza: Giro d’Italia, filiera bike e Made in Italy”, l’impatto economico generato supera i 2,1 miliardi di euro, testimoniando la capacità di incidere profondamente sul tessuto economico-sociale oltre le tre settimane di gara.
Giro d’Italia impatto: Il valore dell’export ciclistico italiano
Il rapporto è stato presentato alla Stazione Leopolda di Firenze, in occasione della seconda edizione del Bike Business Forum organizzato da RCS Sport insieme a ICE – Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
La corsa a tappe funge da traino per la bike economy italiana, considerando che 20 dei 21 team partecipanti montano almeno una componente Made in Italy, con l’evento che permette di raggiungere 800 milioni di persone.
La capillare presenza dei brand italiani è coerente con la crescita dell’export del settore bici e componentistica: nel 2024 ha raggiunto i 759 milioni di euro, con un incremento del 2,3% rispetto all’anno precedente e del 29,4% rispetto al 2019, riporta La Gazzetta dello Sport.
«L’Italia è la patria di marchi ciclistici d’eccellenza e di una produzione di componenti di alta qualità, con design unici – ha affermato Matteo Zoppas, presidente di Agenzia ICE –. La nostra forza sta in qualità artigianale, stile distintivo e innovazione tecnologica. Il Giro d’Italia è un megafono perfetto per raccontare tutto questo e sostenere la crescita dell’export».

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Giro d’Italia impatto: La crescita dell’e-bike e le componenti Made in Italy
Lo studio evidenzia anche la tenuta della produzione ciclistica italiana, che dopo la flessione iniziata negli anni ’90, ha ritrovato slancio grazie alle e-bike. Nel 2024 la crescita rispetto all’anno precedente è stata del 17%.
Tecnologia e innovazione si confermano driver fondamentali: ben 16 dei 18 team del World Tour utilizzano almeno un componente made in Italy, prodotti interamente in Lombardia e Veneto
Rispetto alla categorie merceologiche spiccano in ordine selle, adottate da tre quarti del circuito, pneumatici, scelti da poco meno della metà dei team, e biciclette, dove una squadra su quattro si affida al Made in Italy, anche se si registra l’entrata nel segmento delle ruote, con tre nuovi ingressi.
Lo slancio del turismo e la percezione all’estero
Il valore promozionale del Giro è evidente anche sul fronte turistico. «In Toscana, dove ci troviamo, il turismo sta beneficiando anche di eventi come le Strade Bianche – ha sottolineato Paolo Bellino, ad di RCS Sport –. Stiamo registrando ottimi risultati, nonostante la concorrenza di sport mediaticamente forti come il tennis o la Formula 1. L’ultima ora della tappa di Siena è stata seguita da 2 milioni di spettatori in TV, con uno share del 19%».
Secondo un sondaggio condotto in Australia, Francia e Germania, il settore bici si posiziona al terzo posto tra le filiere del made in Italy più riconosciute, dopo quelle di cibo-vino e moda-accessori. Tra i marchi più noti spiccano in ordine Pirelli, Bianchi, Pinarello, Lombardo Bikes e Campagnolo.
«La bicicletta rappresenta la sintesi perfetta tra dimensione economica e produttiva – ha dichiarato Raffaele Zingone, condirettore generale di Banca Ifis – grazie al suo alto contenuto di innovazione, tecnologia, design e italianità».
In un Paese che si muove a colpi di pedale, il Giro d’Italia si conferma non solo spettacolo sportivo, ma una leva strategica per far correre l’economia, il turismo e l’identità del made in Italy.