Nel panorama della Formula 1 moderna, il concetto di efficienza non riguarda più solo motori e aerodinamica, ma tocca profondamente anche la sostenibilità economica delle operazioni. Con l’introduzione del budget cap, ogni voce di spesa è sotto osservazione. E se è vero che vincere costa, sbagliare può costare ancora di più.
A ricordarcelo è una curiosa – ma significativa – classifica non ufficiale, che somma i danni causati dai piloti nel corso della stagione 2025. I numeri? Parliamo di milioni di dollari in componenti distrutti. Un dato non secondario in un contesto in cui contenere i costi è cruciale tanto quanto massimizzare le performance.
Il listino della distruzione
Il valore dei componenti danneggiati si basa su stime realistiche:
- Ali anteriori/posteriori: $125.000 / $100.000
- Sospensioni: fino a $50.000
- Telaio: $250.000
- Gearbox, elettronica, freni e altri elementi: dai $25.000 ai $50.000
Basta una singola uscita di pista per compromettere il bilancio operativo di un weekend.
Tsunoda e Red Bull in testa… ma non è un primato da vantare
A guidare la classifica dei danni di Formula 1 troviamo Yuki Tsunoda (Red Bull Racing), con $2.054.000. Il giapponese ha avuto una battuta d’arresto significativa a Imola, dove ha totalizzato da solo $1.122.000. Una cifra che impatta in modo concreto su una scuderia che punta al titolo e che gestisce un budget già spinto ai limiti per competere ai massimi livelli, considerando le prestazioni di Sergio Perez lo scorso anno.
Alle sue spalle troviamo Jack Doohan (Alpine) con $1.260.000, seguito da Lando Norris (McLaren) a quota $1.124.000. Il caso Doohan merita una nota: l’australiano ha lasciato il sedile a Franco Colapinto proprio nel weekend di Imola, ma i suoi danni accumulati fino a quel momento lo mantengono comunque al secondo posto nella graduatoria.
Nella classifica per costruttori, il team più penalizzato è Alpine, con $2.741.000 di danni, seguito da Red Bull ($2.246.000) e Haas ($1.648.000). La scuderia di Enstone paga l’impatto combinato di Doohan e Colapinto, oltre ad una gestione complicata nei primi GP della stagione. In ogni caso, Red Bull si conferma al centro della scena, sia per le prestazioni sportive che per le ricadute economiche dei contatti in pista.
Le note più positive arrivano da Ferrari, con solo $580.000 di danni totali – tutti ottenuti da Charles Leclerc –, e Mercedes, che si ferma a $230.000. Due scuderie che dimostrano come la gestione del rischio e l’affidabilità restino leve strategiche in un campionato dove ogni dollaro fa la differenza.
Formula 1: classifica danni dopo GP di Imola
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Yuki Tsunoda – $2.054.000
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Jack Doohan – $1.514.000
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Lando Norris – $1.240.000
- Fernando Alonso – $1.127.000
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Oliver Bearman – $1.117.000
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Carlos Sainz – $867.000
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Pierre Gasly – $822.000
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Charles Leclerc – $580.000
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Esteban Ocon – $517.000
- Liam Lawson – $512.000
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Franco Colapinto – $405.000
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Andrea Kimi Antonelli – $230.000
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Isack Hadjar – $192.000
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Oscar Piastri – $125.000
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Max Verstappen – $125.000
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Lewis Hamilton – $0
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Lance Stroll – $0
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Alexander Albon – $0
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Nico Hülkenberg – $0
- George Russell – $0

Il sistema di frenata dei conti in F1: ecco come funziona il budget cap
Impatti a lungo termine
Nell’evoluzione dei costi per team, si nota chiaramente come Alpine e Red Bull abbiano vissuto un’escalation di spesa tra il quinto e il settimo weekend stagionale. La curva dei costi riflette sia la frequenza degli incidenti sia la gravità dei danni, con effetti a catena sulle disponibilità residue per sviluppo, logistica e aggiornamenti.
Nel contesto del budget cap, ogni milione di dollari speso in riparazioni è un milione in meno per sviluppi, aggiornamenti aerodinamici o nuove componenti meccaniche. In una stagione con margini così sottili tra i top team, rinunciare a un pacchetto evolutivo può significare perdere posizioni in griglia e, di conseguenza, punti cruciali per il campionato.
Esempio pratico:
- Un incidente come quello di Tsunoda a Imola ha bruciato circa 0,8% del budget annuale disponibile in un solo weekend.
- Un pacchetto aerodinamico evolutivo per un circuito ad alta deportanza può costare $500.000 – $750.000, lo stesso ordine di grandezza dei danni.
In un’epoca in cui i bilanci sono monitorati dalla FIA con la stessa attenzione riservata alle telemetrie, ogni errore può costare carissimo.
Per i team di Formula 1 che vogliono vincere il mondiale, il controllo dei costi passa anche dalla riduzione dei danni in pista. E se il budget cap rappresenta una nuova frontiera per l’equità competitiva, questo tipo di monitoraggio interno – sebbene ironico – suggerisce dove guardare per individuare i veri margini di miglioramento.