Svolta storica nella Champions League di volley. Dall’edizione 2025/26, la CEV introdurrà per la prima volta le wild card, ovvero inviti speciali destinati a club che non si sono qualificati attraverso i risultati sportivi ma che sono considerati strategici per lo sviluppo del torneo.
L’obiettivo sarebbe attrarre maggiore attenzione mediatica e aumentare il valore commerciale della competizione. Tuttavia, questa novità solleva interrogativi sulla centralità del merito sportivo, che rischia di passare in secondo piano rispetto a logiche economiche.
CEV wild card: il punto sulle italiane
Nel nuovo scenario regolamentare, l’Italia potrà contare su sei squadre già sicure di un posto nella prossima Champions League: tre nel torneo maschile e tre in quello femminile, tra cui le due detentori del trofeo.
Nel maschile, Trento e Civitanova si posizionano nella prima fascia, mentre i campioni in carica, Perugia, partiranno dalla seconda. Sul fronte femminile, la regina d’Europa Imoco Conegliano e Milano occupano la prima fascia, mentre Scandicci si colloca nella seconda.
Restano al momento escluse due società italiane ambiziose: Gas Sales Bluenergy Piacenza (maschile) e Igor Gorgonzola Novara (femminile). Entrambe avrebbero però già espresso l’intenzione di candidarsi per una delle tre wild card disponibili per ciascun torneo.
CEV wild card: la concorrenza europea
Le domande dovranno essere presentate entro il 18 giugno, corredate da una documentazione che attesti valore tecnico, solidità organizzativa e potenziale commerciale del progetto.
Nel maschile, tra le formazioni che non hanno conseguito l’accesso tramite il campionato spiccano Montpellier e Halkbank Ankara, che si aggiungono a Piacenza nella corsa per il pass extra
Sul versante femminile, accanto a Novara, spiccano le candidature del Galatasaray Istanbul, guidato da Massimo Barbolini, e della rivelazione Zeren Spor Ankara, salita solo un anno fa nella massima serie turca.
CEV wild card: il pacchetto di Zeren Spor
Proprio Zeren Spor sembra poter mettere sul piatto argomenti convincenti: nonostante il 5º posto in campionato – sufficiente per un posto in Challenge Cup – il club turco ha deciso di puntare più in alto, chiedendo una wild card per la massima competizione.
A sostenere la candidatura, secondo indiscrezioni trapelate durante le Final Four di Istanbul e riportate da Tuttosport, ci sarebbe un ambizioso progetto economico: un investimento da 5 milioni di euro proposto dal presidente Mustafa Yiğit Zeren.
L’imprenditore alla guida di una holding internazionale con sedi ad Ankara, Istanbul, Londra e Dubai avrebbe pronto un pacchetto dal valore di cinque milioni e comprendente sponsorizzazioni per la CEV e l’offerta di organizzare la Final Four 2025/26 proprio ad Ankara.
Il dibattito sul futuro della competizione
L’ingresso delle wild card rappresenta senza dubbio un’occasione per rafforzare l’appeal della Champions League, dando la possibilità alle formazioni più facoltose di competere per il trofeo più prestigioso e stimolando così la crescita del movimento.
Allo stesso tempo la possibilità che l’accesso al torneo possa dipendere più da logiche finanziarie che da criteri sportivi suscita perplessità tra gli addetti ai lavori, che temono il distaccamento della competizione dai principi che la contraddistinguono.
Il timore è che, nel tentativo di internazionalizzare e monetizzare la competizione, si finisca per compromettere l’equilibrio meritocratico che da sempre ne costituisce il fondamento.