Dainese in crisi, chiesto il riassetto del debito dopo 120 milioni di perdita

Il marchio italiano di abbigliamento sportivo, controllato dal fondo Carlyle, ha registrato nel 2024 una perdita da 120 milioni di euro, quasi tripla rispetto all’anno precedente. Avviate trattative con i creditori.

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tensione finanziaria
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Dainese SpA, azienda italiana specializzata in abbigliamento protettivo per motociclisti e sport invernali, ha avviato colloqui per rinegoziare i termini del proprio debito, dopo aver registrato una perdita netta di 120 milioni di euro nel 2024. Una cifra che rappresenta quasi il triplo rispetto al passivo riportato nel 2023, secondo quanto emerge dalla relazione finanziaria annuale pubblicata all’inizio di maggio.

Controllata dal colosso del private equity Carlyle Group, Dainese si trova ora a gestire una complessa situazione finanziaria. La società ha in essere – secondo i documenti visionati da Bloomberg –  278 milioni di euro in obbligazioni private con scadenza triennale e una linea di credito revolving da 52,5 milioni concessa da istituti bancari.

La flessione dei risultati è legata a diversi fattori, tra cui una svalutazione dell’avviamento pari a 86 milioni di euro e il rallentamento della domanda, in particolare sui mercati chiave, Cina in primis. La congiuntura globale – segnata dall’aumento dei tassi di interesse, dall’eccesso di scorte accumulato durante il periodo pandemico e dalla domanda incerta da parte della clientela asiatica – ha pesato ulteriormente sulle performance del brand.

Nonostante le difficoltà, Dainese può contare sul supporto del suo azionista di riferimento: a dicembre 2024 Carlyle ha effettuato un’iniezione di capitale da 15 milioni di euro, che ha permesso all’azienda di rispettare i covenant bancari previsti al termine dell’anno. Un portavoce del fondo statunitense ha tuttavia preferito non commentare la situazione, mentre Dainese non ha risposto alle richieste di chiarimenti.

La ritirata di Carlyle dal consumer europeo

La vicenda Dainese si inserisce in un momento di ripensamento strategico da parte di Carlyle, che sta progressivamente riducendo la propria esposizione nel settore consumer in Europa. Dopo una fase espansiva incentrata su brand del lusso e dell’abbigliamento tecnico, il fondo statunitense ha recentemente affrontato alcune difficoltà: emblematico, in tal senso, il passaggio di controllo del rivenditore britannico End Clothing al creditore Apollo Global Management nell’ottobre 2024, che ha segnato un’inversione di rotta nella gestione del portafoglio europeo.

Acquisita nel 2022 con un’operazione sostenuta in larga parte da debito privato, Dainese rappresentava per Carlyle un investimento strategico nell’ambito della protezione sportiva di fascia alta. Tuttavia, dopo un primo anno positivo, il marchio ha visto peggiorare le proprie performance a causa di dinamiche avverse come l’eccesso di scorte, il rallentamento della domanda globale e l’aumento dei costi del debito. L’azienda ha quindi avviato un dialogo con i creditori per ristrutturare la propria posizione finanziaria, con l’obiettivo di tutelare la continuità operativa.

La crescente pressione degli oneri finanziari, derivanti da obbligazioni private ad alto rendimento, ha eroso progressivamente i margini di manovra. In questo scenario, Carlyle ha già effettuato un’iniezione di capitale a fine 2024 per consentire all’azienda di rispettare i covenant previsti.

La direzione futura di Dainese resta incerta. Se da un lato la priorità immediata è la stabilizzazione dei conti, dall’altro non si esclude che Carlyle possa valutare, nel medio termine, anche soluzioni più drastiche. Il ridimensionamento della presenza nel comparto consumer, già avviato, potrebbe infatti proseguire con ulteriori razionalizzazioni del portafoglio.

 

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