Gandini: «Il basket è il secondo sport di squadra più seguito dagli italiani»

Il vertice della Lega Basket ha sottolineato il percorso di crescita intrapreso dal movimento cestistico italiano, che punta ad accompagnare ad una ottimale valorizzazione commerciale del prodotto. 

Gandini basket italiano
crescita sostenuta
Umberto Gandini (Credit image: Sport e Finanza)

Il basket scala le preferenze degli italiani. Il presidente di LBA, Umberto Gandini, ha sottolineato la traiettoria virtuosa intrapresa dal movimento cestistico italiano che lo ha portato ad affermarsi come secondo sport di squadra più seguito dopo il calcio.

«Abbiamo intrapreso un piano strategico per allargare la base e attrarre un’audience giovane adottando un linguaggio diverso – ha dichiarato al Foglio Sportivo -. Un lavoro intrapreso dalla lega di concerto con le sedici società che ci ha riportato ad essere il secondo sport di squadra dopo il calcio».

Gandini basket italiano: percorso di crescita sostenuta

I risultati del lavoro portato avanti sono tangibili, e oltre ai positivi riscontri segnalati dalle performance comunicative, le ricadute si manifestano anche in termini di pubblico nei palazzetti, che può godere di un livello complessivo sempre più elevato.

«Il percorso del basket italiano è in crescita, gli indicatori segnalano una buona salute, sia dal punto di vista del numero degli spettatori nei palazzetti, sia a livello di intensità e competitività nel campionato. Abbiamo trovato terreno fertile grazie alla popolarità della pallacanestro, sia per la storia del nostro campionato ma anche grazie al traino dell’NBA».

Gandini basket italiano: il tema dei diritti tv

Nonostante questi numeri, l’ultimo ciclo di cessione dei diritti tv non ha soddisfatto in pieno le aspettative delle società, sempre più attente all’equilibrio economico e alla ricerca di fonti di finanziamento per investire dentro e fuori dal campo.

«La sostenibilità è un aspetto sempre più importante per le società: nell’ultimo ciclo non abbiamo raccolto dal mercato un importo congruo al nostro valore, testimoniato dalla crescita del campionato e le altre manifestazioni, e in particolare alle Final Eight di Coppa Italia». 

Lo sviluppo degli ultimi anni lascia tuttavia ben sperare se si guarda al prossimo ciclo di vendita triennale, considerando che al momento sono in corso interlocuzioni con una pluralità di soggetti volte a valorizzare al meglio un prodotto sempre più attrattivo.

«Andremo sul mercato guardando sia allo streaming sia agli attori tradizionali, e in particolare alla diffusione in chiaro, per vedere se riusciremo a cogliere i frutti del nostro lavoro in vista del prossimo triennio e ottenere risorse adeguate».

Gandini basket italiano: dal mecenatismo ad assetti meno verticistici

La centralità dell’aspetto economico è segno di un cambiamento che vede il modello del mecenatismo, pur ancora prevalente grazie a un forte supporto dell’imprenditoria italiana, lasciare progressivamente spazio ad altri assetti proprietari meno verticistici.

«Nel basket stanno prendendo piede le proprietà straniere: si pensi a Trieste, Pistoia e Varese. Lo zoccolo duro è il mecenatismo, ma in alcune realtà importanti, come Trento, Reggio Emilia e Treviso, si sta sviluppando la forma del consorzio con una pluralità di soggetti che sostengono i club». 

In questo scenario, restano significativi, secondo l’opinione del vertice della lega, i margini di sviluppo ulteriore, che passano anche dalla presenza di protagonisti italiani in grado di infiammare l’entusiasmo dei tifosi.

«In Italia lo sport che non è calcio è di nicchia, l’ampiezza è direttamente correlata ai protagonisti che hai si veda l’effetto Sinner che ha allargato significativamente l’interesse per il tennis. Il basket al momento non ha campioni italiani direttamente riconoscibili che militino nel nostro campionato. Ci sono sicuramente giocatori importanti ma che non sono trainanti a livello nazionale». 

L’importanza della nazionale per sostenere lo sviluppo del movimento

Oltre all’importanza dei singoli cestisti, Gandini stressa l’esigenza di una selezione nazionale che ottenga successi sul campo, con l’appuntamento di quest’anno in cui l’Italia arriva con l’ambizione di giocarsela consapevola della serrata concorrenza.

«Allo stesso tempo, sono cruciali i risultati della nazionale: basti pensare alle vittorie delle selezioni maschile e femminile di pallavolo che trascinano i rispettivi campionati. A noi questo stimolo manca da qualche anno: lavoriamo insieme alla Federazione per ottenere il meglio al prossimo Europeo». 

Infine, il dirigente chiosa con una battuta relativa al suo futuro professionale, che sarà deciso al termine della stagione quando i club voteranno per il rinnovo dei vertici di lega: «Il mio mandato scadrà in estate: sono a disposizione delle società che rappresento: starà a loro prendere una decisione». 

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