Il sistema dei trasferimenti nella National Basketball Association (NBA) è profondamente diverso da quello adottato in Europa. A differenza dei campionati europei, nella NBA non esistono clausole di rescissione, poiché i giocatori firmano un accordo direttamente con la lega e non con le singole franchigie.
Il mercato dei trasferimenti NBA si avvia alla chiusura con sviluppi inaspettati. Infatti, nel weekend appena concluso, è stato confermato uno dei più clamorosi scambi nella storia della lega: Luka Dončić passa ai Los Angeles Lakers, mentre Anthony Davis si trasferisce ai Dallas Mavericks. Tuttavia, potrebbero verificarsi ulteriori movimenti prima della deadline del 6 febbraio.
Lo sloveno Dončić lascia i Mavericks, squadra con cui ha esordito nel 2018-2019, per unirsi a LeBron James e compagni ai Lakers. In cambio, Davis, che dal 2019 vestiva la maglia gialla, approda alla franchigia di Mark Cuban.
Questo scambio ha colto di sorpresa tifosi e addetti ai lavori, ma potrebbe aver sorpreso anche gli stessi giocatori. Infatti, come riporta Palco23, in NBA non è raro che gli atleti vengano scambiati senza un loro diretto coinvolgimento, dato che il sistema di trasferimenti è regolato da logiche molto diverse rispetto a quelle europee.
Come funzionano trasferimenti NBA – Tetto salariale, opzione e free agent
Un aspetto centrale del mercato NBA è il tetto salariale, un meccanismo imposto dalla lega per garantire un equilibrio competitivo e impedire che una singola franchigia possa monopolizzare i migliori talenti. Per la stagione 2024-2025, il salary cap è stato fissato a 140,6 milioni di dollari, con un incremento del 3,4% rispetto ai 136 milioni della stagione precedente.

La NBA alza il tetto salariale: oltre 140 milioni di dollari dalla prossima stagione
Un ulteriore elemento chiave è il concetto di opzione del giocatore e free agency.
Nel caso di Dončić, ad esempio, il contratto attuale lo lega alla NBA fino al 2030. Al termine delle stagioni garantite, avrà la possibilità di accettare un rinnovo automatico alle stesse condizioni o esplorare il mercato come free agent.
Nella scorsa stagione, i free agent hanno movimentato oltre 2 miliardi di dollari, con accordi milionari come quello di Paul George con i Philadelphia 76ers per 212 milioni di dollari.
L’ecosistema NBA, dunque, si basa su dinamiche contrattuali ben diverse da quelle europee, rendendo il mercato dei trasferimenti un terreno sempre imprevedibile e ricco di colpi di scena.
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