Tiene sempre banco la vicenda del successore di Malagò. L’attuale presidente del Coni si dichiara pronto a convivere con un nuovo vertice, senza nascondere tuttavia la sua contrarietà a un cambio a sei mesi dai Giochi Invernali di Milano Cortina.
«Con le debite eccezioni, vivo di rapporti umani con tutte le persone – ha commentato microfoni di Repubblica –. Poi, cosa vi devo dire? Per me è un’anomalia. In cinque mesi che tipo di expertise si può avere?».
Malagò presidente – La successione un tema ancora prematuro
Il dirigente ritiene comunque prematuri i tempi per affrontare il tema: «È morboso occuparsi solo di Malagò. Siamo a fine gennaio: mancano cinque mesi alle elezioni del Coni. Il Presidente della Repubblica, i presidenti del Consiglio, vengono scelti quando mancano pochi giorni alla scadenza. Ci sono presidenti regionali che si candidano al terzo o al quarto mandato: e uno si preoccupa di Malagò? È curioso».
Un tema fondamentale è quello della composizione dell’assemblea: «Io dico che dobbiamo ancora conoscere oltre i due terzi dei grandi elettori. In base a chi sarà eletto, uno fa un ragionamento, se c’è chi ti dà sostegno o meno».
Dietro le quinte cominciano già i ragionamenti per preparare il terreno per una successione: «È qualcosa che ho in testa, ma ora non sarebbe giusto né dirlo né pensarlo. Tra tre mesi, se mi farete la stessa domanda, potrò pensare di rispondervi»
Malagò presidente – Bonfiglio lancia la sua candidatura
Il vertice del Coni poi si esprime sulla mancanza di alternative finora emerse: «Adesso sarei io responsabile se qualcuno non si candida? Di certo, se non un consenso, c’è un rispetto per me. Se ci sarà o meno un cambio del limite sui mandati non lo dovete chiedere a me ma a qualcun altro, che si è già espresso».
Nel frattempo, il ministro dello Sport Andrea Abodi ha sottolineato ulteriormente che «sul tema dei mandati abbiamo rispettosamente idee differenti», anche se le fonti interpellati da Repubblica ritengono che il dossier sia in mano alla premier.
Nell’attesa del 5 giugno, il termine ultimo per le candidature al Coni, si sono rincorse varie voci, riportate da Sport e Finanza, sui possibili eredi, con i nomi di Pancalli e Pellegrini emersi in primo piano.
Tra questi è recentemente emerso il nome di Luciano Bonfiglio, al comando di Federcanoa, che ha confermato all’ansa le sue intenzioni: «Io sono un grande fan di Giovanni Malagò e se gli dessero la possibilità di fare un nuovo mandato stravincerebbe. Detto questo i segnali non sono buoni e questa mattina gli ho detto che è il momento di muoversi per evitare confusione: sto valutando di candidarmi alla presidenza del Coni».

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Malagò presidente – Lo stato di avanzamento dei lavori per i Giochi 2026
In tema di attualità, procedono spediti i lavori in vista di Milano Cortina: «Malgrado tutto, abbiamo rispettato la tabella di marcia – prosegue Malagò –. Dalla pista da bob alle opere accessorie, c’è soddisfazione per come la barca procede. Ma in questo ultimo anno abbiamo tante cose da completare, organizzare, sistemare. Il cronoprogramma, con grande complessità, lo stiamo rispettando».
L’attenzione va inevitabilmente a Cortina, centro nevralgico dei Giochi Invernali: «La pista è perfetta. Poi, sono da completare una serie di opere: alzi gli occhi e vedi tante gru. È una lotta contro il tempo. Nella migliore tradizione del Paese».
Il dossier più complesso è quello legato alla pista da bob: «È una lotta contro il tempo. Dobbiamo essere onesti, è così. Sono al lavoro i tecnici, il commissario Saldini è molto coinvolto, il lavoro dell’ad Varnier è eccellente, stiamo lavorando anche sabato e domenica per arrivare in tempo».

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L’alternativa alla pista da bob di Cortina e la sostenibilità economica
L’ipotesi alternativa è ai limiti dell’impraticabilità dal punto di vista logistico: «Qualcuno ci ha sguazzato e l’ha strumentalizzato per attaccare. Se un’opera è in corso di realizzazione, il Cio obbliga a prevedere un piano B. E Lake Placid era l’unica pista pronta a costo zero tra quelle che ci hanno proposto».
La speranza condivisa è che il piano b rimanga solamente sulla carta: «È evidente che sarebbe una sconfitta, non ci sottraiamo. Siamo consci della responsabilità, non vogliamo alibi: ma ci siamo trovati in un percorso molto più complesso rispetto a un Mondiale o a un Expo».
Infine, una battuta anche sul bilancio, con le voci che si rincorrono che hanno parlato di raccolta sponsor sotto le attese: «Per statuto non possiamo prevedere deficit, non c’è da allarmarsi o da fare polemiche. Poi certo, rispetto alle previsioni del 2019 i costi sono aumentati. Dall’assegnazione sono passati 5 anni e 8 mesi, in cui è successo di tutto: il Covid, le guerre. Tutto questo è andato ad aumentare i costi. E ha complicato il percorso».