Dietro le quinte sono partite le manovre per il post Malagò. Al momento ci si trova ancora in una fase interlocutoria in vista delle elezioni presidenziali del Coni fissate per il 26 giugno in cui bisognerà individuare il nuovo vertice dell’organismo.
Tra i nomi più accreditati per rimpiazzare l’attuale presidente Giovanni Malagò, spiccano Luca Pancalli, attuale presidente del Comitato Paralimpico, e Silvia Salis, vicepresidente vicaria in carica.
Come riporta Domani, c’è anche un’ipotesi che affascina molti, quella di Federica Pellegrini, icona dello sport italiano. E, come in ogni corsa elettorale, non mancano outsider e possibili colpi di scena, tra cui un clamoroso ritorno di Gianni Petrucci.
Presidente Coni – Il punto sul rinnovo del mandato
Nonostante i movimenti dietro le quinte, il tema centrale resta il futuro di Giovanni Malagò. Ufficialmente, nessuno ne parla, ma tutti si interrogano su cosa accadrà dopo il suo mandato, il quarto in sella al Coni.
Il diretto interessato continua a lavorare in vista dei Giochi Olimpici di Milano Cortina, che potrebbero svolgersi ancora sotto la sua egida grazie ad un rinnovo annuale del termine, ma dal governo non sembrano filtrare aperture in tal senso.
Pesa la spada di Damocle del limite dei tre mandati, e il ministro dello Sport, Andrea Abodi, si è mostrato finora inflessibile sul rispetto della scadenza respingendo ogni ipotesi di proroga.
Il decreto Milleproroghe, che potrebbe rappresentare un’ancora di salvezza, al momento non contiene alcun emendamento che permetta un’estensione della sua permanenza sullo scranno del Coni.
Malagò non si sbilancia, anche se sotto traccia lavora ancora verso il continuo della sua esperienza dirigenziale. La deadline per chiarire gli scenari è fissata a metà marzo, quando la composizione dell’assemblea elettiva sarà più definita.

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Nel ventaglio delle possibilità, il sogno di Malagò, qualora non fosse possibile per lui restare in campo in prima persona, rimane Federica Pellegrini, ex-nuotatrice pluridecorata con in bacheca un oro e un argento olimpico.
Un nome che porta prestigio e risonanza mediatica, anche se permangono dubbi sulla sua effettiva predisposizione al ruolo. L’ex nuotatrice sembra più orientata al momento verso progetti televisivi e una carriera meno istituzionale.
Per questo l’opzione più concreta resta Luca Pancalli, uomo di grande esperienza e alla guida del Comitato Paralimpico. Il suo nome è legato a un progetto ambizioso: l’accorpamento tra Coni e Cip, per superare la distinzione tra atleti olimpici e paralimpici.
Tuttavia, questa soluzione non entusiasma del tutto Malagò, che potrebbe aver orchestrato la data dell’election day per creare difficoltà a Pancalli, costringendolo a scegliere tra le due candidature.

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In questo contesto, cresce la candidatura di Silvia Salis, forte del sostegno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Politicamente, il suo nome ha un certo peso e potrebbe rappresentare una scelta di rinnovamento.
Tuttavia, Malagò, che potrebbe essere il vero king-maker delle elezioni e orientare il voto grazie alla popolarità di cui gode, sembra preferire Diana Bianchedi, ex schermitrice e figura di spicco nell’organizzazione di Milano-Cortina 2026
Se il gioco delle candidature più accreditate dovesse incagliarsi, potrebbero emergere altre figure. Luigi Carraro, attuale presidente della federazione internazionale di padel, ha un profilo giovane e internazionale, ma non soddisfa ancora i requisiti dello statuto Coni.
In caso di impasse, potrebbe farsi strada l’idea di un presidente di transizione, e in questo scenario tornerebbe in gioco Gianni Petrucci, già nel posto di comando dal 1999 al 2013 e fresco di rielezione in Federbasket.
Tra i papabili ci sono anche alcuni presidenti federali, come Marco Di Paola (equitazione), Luciano Buonfiglio (canoa e kayak) e Alberto Miglietta (sollevamento pesi). Ma chiunque voglia avere una chance dovrà conquistare l’appoggio di Malagò.

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Il futuro di Malagò: l’ipotesi Roma
Anche sul futuro di Malagò potrebbe aprirsi una pista suggestiva. Oltre al ruolo garantito nel Cio fino al 2029, c’è chi ipotizza possa perseguire un suo sogno più grande: diventare presidente della Roma, la sua squadra del cuore.
Un’idea che potrebbe concretizzarsi nel caso di un cambio di proprietà, magari con investitori arabi pronti a rilevare il club. Se così fosse, si chiuderebbe il capitolo Coni, lasciando il campo libero alla prossima generazione di dirigenti sportivi.