Vincere sì, esultare no. A partire dal prossimo 21 gennaio, con l’inizio della nuova stagione professionistica al Tour Down Under in Australia, i ciclisti dovranno rinunciare a una delle più iconiche manifestazioni di gioia: l’esultanza a braccia alzate.
L’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) ha infatti introdotto una nuova norma che vieta ai ciclisti di togliere le mani dal manubrio durante le celebrazioni.
Secondo una modifica dell’articolo 2.12.007 del regolamento, «l’atleta che rallenta durante uno sprint festeggiando nel gruppo o togliendo le mani dal manubrio» rischia pesanti sanzioni. Queste includono la retrocessione all’ultimo posto, un cartellino giallo – con due gialli che comportano una settimana di squalifica – e la perdita del 25% dei punti nel ranking.
Come riporta Il Sole 24Ore, al momento, il divieto riguarda solo i compagni di squadra che celebrano il vincitore, ma non si esclude che in futuro possa essere esteso al primo classificato, salvo arrivi solitari.
No esultanza ciclismo – Una decisione controversa
Questa misura ha suscitato non poche polemiche, considerando che le celebrazioni dei cosiddetti “pesci-pilota” – i gregari che esultano dopo aver guidato il capitano alla vittoria – sono da sempre amate dai tifosi e mai associate a incidenti.
L’UCI, che giustifica il provvedimento come parte di un pacchetto di misure per migliorare la sicurezza, non ha però fornito esempi concreti di cadute causate da queste esultanze.
Il regolamento si inserisce in un contesto più ampio di inasprimento delle sanzioni, già in vigore dallo scorso anno. Tra le nuove regole, è stato introdotto un sistema di cartellini gialli e rossi per comportamenti considerati pericolosi, come sgomitare, tagliare la strada o salire sul marciapiede nelle strettoie.

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UCI – Critiche e contraddizioni
L’inasprimento delle regole non è stato privo di episodi controversi.
Al Tour de France 2024, il francese Julien Bernard è stato ammonito con un cartellino giallo per essersi fermato brevemente davanti a casa per salutare la moglie e il figlio neonato. Nonostante l’ammonizione, Bernard ha accettato la decisione senza polemiche, dichiarando: «Lo rifarei mille volte».
Altri episodi, come il tragico caso della junior svizzera Muriel Furrer ai Mondiali di Zurigo, hanno sollevato interrogativi sulla priorità delle misure dell’UCI.
La mancanza di tecnologie GPS o Wi-Fi sui corridori, vietate per evitare presunti vantaggi tattici, è stata duramente criticata, soprattutto perché avrebbe potuto accelerare i soccorsi in situazioni di emergenza.

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Il futuro delle esultanze nel ciclismo
Il ciclismo, sport ricco di tradizioni e gesti iconici, si trova ora di fronte a un cambiamento che potrebbe modificarne profondamente l’immagine.
La celebrazione a braccia alzate all’arrivo è da sempre simbolo di vittoria e liberazione, un momento che esalta la fatica e la gloria di questo sport. La decisione dell’UCI, pur motivata dalla sicurezza, rischia di alienare tifosi e appassionati, mettendo in discussione l’essenza stessa del ciclismo.
In attesa di vedere l’impatto di queste regole sulla stagione 2025, l’unica certezza è che il tema rimarrà al centro del dibattito nel mondo del ciclismo.