La F1 è sempre più a trazione USA. Questo il messaggio sotto inteso che si può leggere dall’annuncio sull’ingresso di General Motors in griglia dal 2026.
Il più grande produttore automobilistico statunitense entrerà dunque a pieno titolo nel Circus tra due stagioni, quando sarà operativo il nuovo regolamento, e lo farà con il marchio Cadillac.
L’interesse della General Motors per la Formula Uno non è di certo cosa nuova. Per anni aveva tentato di entrare nella massima serie motoristica ma i piani di avvicinamento erano naufragati in fretta, compreso l’ultimo tentativo a firma di Andretti Global, società dell’ultimo campione del mondo USA, Mario Andretti – ma guidata dal figlio Michael -che aveva incassato il via libera della FIA ma il veto di Liberty Media.
Sì perché, era evidente, che la proprietaria della F1 volesse ancora di più, rispetto a dare un posto in griglia a un top driver del passato, con una scuderia a suo nome e General Motors dietro le quinte.
Tuttavia il dialogo nel corso dei mesi è proseguito e, secondo quanto riporta Front Office Sport, molto ha fatto anche il passo indietro di Michael Andretti che ha ceduto il timone ai manager Dan Towriss e Mark Walter.
Genera Motors F1: le parole di Greg Maffei
Una decisione che ha alleggerito e velocizzato la “pratica General Motors” ed è andata nella direzione già tracciata da Liberty Media, come ha confermato il presidente e ceo, Greg Maffei: «I piani della Formula Uno negli Stati Uniti parlano di una crescita continua. Da tempo siamo convinti che accogliere uno dei marchi statunitensi più importanti e noti al mondo possa portare ulteriore valore e interesse per questo sport».
La F1 torna a Las Vegas: il Gran Premio vale più del SuperBowl
Un disegno, quello di Liberty Media, che assume sempre maggiore definizione: se per lungo tempo la F1 non è stata in grado di fare veramente breccia nel cuore degli statunitensi, con l’arrivo della società guidata da John Malone, la musica è iniziata a cambiare.
Più Gran Premi in calendario, Austin stabile dal 2012 a cui hanno fatto seguito Miami e Las Vegas, rispettivamente nel 2022 e nel 2023, per ampliare la geografia del Circus in tutti gli Stati Uniti.
La serie Netflix “Drive to survive” caldeggiata per portare la F1 direttamente “a casa”, in particolare a cavallo della pandemia e, ora, l’ingresso del produttore automobilistico, con il quale almeno una volta nella vita tutti gli statunitensi hanno avuto a che fare.
Oltre a Cadillac, si pensi a Buick o Chevrolet: marchi controllati da GM e a pieno titolo nel collettivo immaginario a stelle e strisce.
Dal 2026 gli Stati Uniti avranno due scuderie in griglia. La Haas, ormai “veterana”, presente dal 2006 e capace di far progredire il suo progetto sportivo sino a realizzare una vettura competitiva – anche se non sempre affidabile – e per l’appunto Cadillac che però per le prime due stagioni (fino al 2028) non potrà contare su un motore General Motors.
Un motore Ferrari per essere subito competitivi
Inevitabile quindi che, per la fornitura delle Power Unit, si debba guardare a chi in griglia motorizza già vetture e lo fa da tempo e, quindi, puntare inevitabilmente su produttori europei.
Con Mercedes impegnata a fornire motori a mezza griglia – oltre alla propria scuderia – e Renault intenzionata a lasciare nuovamente il Circus (dalla prossima stagione anche la francese Alpine utilizzerà Mercedes), il solo nome di valore che resta è quello di Ferrari.
Potrebbe essere infatti la casa di Maranello a fornire le power unit alla Cadillac, accrescendo ancor di più il potenziale interesse del pubblico USA, considerando l’appeal del marchio italiano sul mercato a stelle e strisce.
Il ritorno a 11 team – e 22 piloti – è un qualcosa che non si vedeva dal 2016 e che le scuderie di vertice hanno sempre, per quanto in loro potere, osteggiato.
La fee di ingresso per la F1 costa, attualmente “appena” 200 milioni di dollari, assolutamente abbordabile per un marchio automobilistico ma che non garantisce lo sviluppo di un progetto sportivo competitivo.
I precedenti del passato, rispetto alle 10 scuderie, hanno sempre visto i nuovi ingressi relegati in fondo allo schieramento per tutta la stagione, per poi passare di mano in mano e chiudere miseramente l’avventura dopo pochi anni.
Tuttavia, quando un produttore globale come General Motors, annuncia un progetto del genere, non si può non pensare che sia figlio di una decisione ponderata a lungo – come ha fatto Audi – e che l’ingresso in F1 sia finalizzato a restare e ancor più a vincere.
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