Ferrari vale tre volte Stellantis: come Maranello ha trasformato l’auto in lusso

Con un valore di mercato triplo rispetto a Stellantis e margini operativi da record, Ferrari si conferma un caso unico nell’automotive. Il segreto? Esclusività, personalizzazione e strategia da brand di lusso.

Ferrari Amalfi
Industria automobilistica
Image Credits: media centre Ferrari

Meno di 14.000 auto vendute nel 2024, eppure una capitalizzazione di mercato da 76 miliardi di euro, quasi il triplo rispetto a Stellantis, colosso dell’automotive che ha immatricolato oltre 5,7 milioni di veicoli nello stesso anno. In questa apparente contraddizione si cela il segreto di Ferrari: essere non solo una casa automobilistica, ma un brand di lusso globale, al pari di Hermès o Chanel.

E, in molti aspetti, persino oltre.

Ferrari valore di mercato: modello economico di lusso estremo

Come riportato da The Economist, Ferrari e Stellantis condividono un unico grande azionista – Exor, la holding della famiglia Agnelli – ma le somiglianze finiscono lì. Ferrari è una realtà a sé, con margini operativi da manuale: 28% nel 2024, contro cifre a una sola cifra per la maggior parte dei costruttori generalisti. Un modello di business che ha dato i suoi frutti soprattutto dopo l’uscita dalla galassia Fiat Chrysler nel 2016, seguita da una quotazione che ha visto il valore del titolo moltiplicarsi per nove.

A guidare la trasformazione di Maranello, dal 2021, è Benedetto Vigna, fisico teorico ed ex dirigente di STMicroelectronics. Una figura atipica per il settore, capace di unire visione tecnologica e disciplina strategica. Vigna ha ridefinito Ferrari come un unicum nel panorama del lusso mondiale, riuscendo a incrementare le vendite senza intaccare l’esclusività, anzi valorizzandola. L’obiettivo, fedele all’insegnamento del fondatore Enzo Ferrari, resta sempre lo stesso: vendere una macchina in meno rispetto alla domanda.

I numeri del primo trimestre confermano il trend di crescita. Tra gennaio e marzo, il cavallino rampante ha registrato un incremento del 13% dei ricavi netti, saliti a 1,79 miliardi di euro. Le consegne totali sono state 3.593, con un leggero aumento dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2024. L’utile netto ha toccato i 412 milioni (+17%), mentre l’utile operativo è cresciuto del 22,7%, raggiungendo i 542 milioni.

«È stato un altro ottimo inizio d’anno – commenta Vigna. – Sebbene l’aumento delle consegne sia stato contenuto, tutti i principali indicatori hanno mostrato una crescita a doppia cifra. Merito del nostro mix di prodotto e della continua domanda di personalizzazioni. La nostra strategia, orientata alla qualità dei ricavi più che ai volumi, si conferma vincente».

Prezzi in crescita, personalizzazione e sfide elettriche: Ferrari guarda avanti

A riprova di ciò, secondo le stime di Barclays l’ordine medio di una Ferrari può superare i 500.000 euro nel 2025. 

Merito anche di un’offerta di personalizzazione sempre più spinta, che può far lievitare il prezzo fino al 20% in più. Dai colori speciali agli interni in carbonio, ogni dettaglio contribuisce a trasformare un’auto in un’opera d’arte unica.

Le edizioni limitate sono un altro pilastro del successo. La nuova hypercar F80 – prezzo di listino: 3,6 milioni di euro – arriverà nei garage dei (pochissimi) clienti nel 2025, dodici anni dopo la LaFerrari. Ferrari ne produrrà solo 799 esemplari, ma gli ordini sono stati più che tripli. Chi vuole essere selezionato deve dimostrare fedeltà al marchio, possedere più modelli, partecipare agli eventi ufficiali – pagando per farlo – e, soprattutto, accettare che “Mr No”, alias il responsabile marketing Enrico Galliera, possa dire di no anche ai clienti più affezionati.

Questo approccio selettivo, degno delle maison più blasonate, ha permesso a Ferrari di restare immune a fattori che colpiscono altri marchi di lusso, come la flessione del mercato cinese (che per Ferrari pesa solo l’8% del fatturato). I clienti Ferrari appartengono all’élite economica globale e sono meno esposti alle oscillazioni dei cicli economici.

A differenza di altri brand del lusso, Maranello punta quasi esclusivamente su prodotti ad altissimo valore unitario.

Eppure, alcune incognite si profilano all’orizzonte. L’aumento costante dei prezzi potrebbe raggiungere un limite fisiologico, e l’equilibrio tra crescita delle vendite e percezione di esclusività è sempre più delicato. Inoltre, la sfida della transizione elettrica resta aperta. Ferrari lancerà nel 2026 la sua prima vettura a batteria, l’Elettrica, prodotta nel nuovo stabilimento di Maranello recentemente raddoppiato. Ma l’accoglienza tiepida ricevuta da altre supercar elettriche e i ritardi (lanci futuri rimandati al 2028) fanno pensare che la vera prova del fuoco per Vigna debba ancora arrivare.

Per ora, però, Ferrari si conferma non solo un esempio da manuale di finanza industriale, ma anche una case history da studiare nelle business school. L’unione di eredità sportiva, innovazione tecnologica e strategia da haute couture continua a fare scuola. E profitti.