Wimbledon resta uno dei tornei più prestigiosi e solidi non solo sul piano sportivo, ma anche su quello economico. I dati finanziari ufficiali relativi all’anno fiscale chiuso al 31 luglio 2024, pubblicati dall’All England Lawn Tennis Club (AELTC), confermano la forza commerciale del torneo, pur con alcune variazioni rispetto all’anno precedente.
Nel 2024, il torneo ha generato ricavi complessivi per 406,507 milioni di sterline (circa 479,7 milioni di euro), in aumento rispetto ai 380,156 milioni di sterline del 2023 (circa 448,6 milioni di euro). Un incremento che riflette la buona performance di biglietteria, sponsorizzazioni e diritti media.
I costi totali sono cresciuti a 352,125 milioni di sterline (circa 415,5 milioni di euro), rispetto ai 326,380 milioni del 2023 (circa 385,1 milioni di euro), determinando un risultato operativo positivo pari a 54,332 milioni di sterline (circa 64,1 milioni di euro). Nel 2023, il risultato operativo era stato leggermente superiore, pari a 56,470 milioni di sterline (circa 66,6 milioni di euro), a fronte di costi più contenuti.
Dal punto di vista degli utili netti, Wimbledon ha chiuso l’esercizio con un utile di 5,120 milioni di sterline (circa 6 milioni di euro), in calo rispetto ai 5,735 milioni (circa 6,8 milioni di euro) del 2023. Una flessione legata all’aumento dei costi operativi, che tuttavia non intacca la solidità complessiva dell’organizzazione.
Rilevante come sempre il contributo al sistema tennistico britannico: il torneo ha distribuito alla Lawn Tennis Association (LTA) la somma di 49,853 milioni di sterline (circa 58,8 milioni di euro), in lieve crescita rispetto ai 48,753 milioni (circa 57,5 milioni di euro) dell’anno precedente. Una quota significativa dei proventi viene quindi reinvestita per sostenere il tennis di base e d’élite nel Regno Unito.
Il valore economico dei tornei sportivi d'élite in UK: British Open vs. Wimbledon
Il confronto con gli altri Slam: Wimbledon resta al vertice con Parigi e Melbourne, ma dietro lo US Open
Con i suoi 406,5 milioni di sterline di ricavi, Wimbledon resta al vertice del tennis mondiale per volumi d’affari, in competizione diretta con Roland Garros e Australian Open, ma ancora dietro allo US Open, che nel 2024 si conferma lo Slam più ricco in assoluto.
Secondo i dati della USTA, il torneo americano ha generato un fatturato record di 559,7 milioni di dollari (circa 525 milioni di euro), sostenuto da voci come ticketing (208,5 milioni), sponsorizzazioni (130,5 milioni), hospitality (83,3 milioni) e diritti TV (145 milioni). L’US Open rappresenta il 90% del fatturato complessivo della federazione statunitense, che ha chiuso il 2024 con oltre 623 milioni di dollari di entrate.
In Francia, Roland Garros ha superato per la prima volta la soglia dei 350 milioni di euro di ricavi, migliorando il risultato dei 338 milioni registrati nel 2023. Cresce anche l’Australian Open, che ha raggiunto i 590 milioni di dollari australiani (circa 360 milioni di euro), rispetto ai 553 milioni del 2023, grazie a una ripresa completa dell’affluenza post-pandemia e nuove partnership commerciali.
Uno degli indicatori più interessanti per valutare la redistribuzione della ricchezza generata dai tornei del Grande Slam è la quota di ricavi destinata al montepremi complessivo, cioè quanto effettivamente viene distribuito ai giocatori rispetto a quanto incassato.
Nel 2024, Wimbledon ha stanziato un montepremi record di £50 milioni (circa 59 milioni di euro), che rappresenta il 12,3% dei ricavi totali del torneo (406,5 milioni di sterline). Una percentuale in lieve calo rispetto agli anni precedenti, a fronte di ricavi in crescita e utile netto contenuto.
Allo US Open, il montepremi ha toccato i $65 milioni (circa 61 milioni di euro), su ricavi pari a 559,7 milioni di dollari, con una quota destinata ai premi che si attesta intorno all’11,6% del fatturato. Roland Garros ha messo a disposizione un montepremi di 53,5 milioni di euro, pari a circa il 15,3% dei ricavi stimati oltre i 350 milioni. In questo caso, Parigi risulta essere lo Slam più “generoso” in termini relativi.
Anche l’Australian Open, con un montepremi di 86,5 milioni di dollari australiani (circa 52,7 milioni di euro), distribuisce ai giocatori circa il 14,6% del proprio fatturato (590 milioni AUD, ovvero circa 360 milioni di euro).