Il ciclismo femminile italiano sta vivendo una stagione di forte crescita e di rinnovata centralità. Il 2025 si è aperto con due novità che segnano uno spartiacque per il movimento: il debutto della Sanremo Women, disputata lo stesso giorno della Classicissima maschile, e la nascita della Coppa Italia delle Regioni Donne, promossa dalla Lega Ciclismo Professionistico e sostenuta dal Dipartimento per le Pari Opportunità guidato dalla ministra Eugenia Maria Roccella.
Due iniziative che non solo ampliano il calendario, ma pongono l’accento su una questione chiave: la parità economica e di riconoscimento tra atlete e atleti.
«Abbiamo voluto sancire una parità autentica attraverso la parificazione dei premi e del montepremi finale di tutta la challenge, – ha spiegato il presidente della Lega, Roberto Pella, citato da La Gazzetta dello Sport e Corriere dello Sport. – È un unicum a livello mondiale».
Coppa Italia Donne: premi uguali per tutte
La prima edizione della Coppa Italia delle Regioni Donne prevede dieci gare in calendario con un montepremi finale equamente distribuito, in linea con quello maschile. Un segnale forte, voluto dalla governance del ciclismo italiano e concretizzato grazie alla collaborazione con numerosi organizzatori, tra cui RCS, Cycling Sport Promotion, GS Emilia e altri.
Il progetto si inserisce in una strategia più ampia di riconoscimento del professionismo femminile.
«Le pari opportunità nascono dal riconoscimento della differenza tra Occasione per promuovere meriti sportivi e virtù uomini e donne – ha dichiarato il Ministro Eugenia Maria Roccella a Il Corriere dello Sport -, a cominciare dalla differenza del corpo, che nello sport è un fatto essenziale. Questa differenza però non deve diventare uno svantaggio, per questo il progetto della Coppa Italia delle Regioni promosso dal presidente della lega ciclismo Pella, con l’aumento delle gare femminili e soprattutto la parificazione dei montepremi, ha un grande significato, sostanziale e anche simbolico».
Il Giro Women e i numeri del movimento
La stagione è entrata nel vivo con la 36ª edizione del Giro d’Italia Women, partito da Bergamo, che si disputa su otto tappe. L’Italia, nonostante non conti attualmente team nel WorldTour o nella categoria Professional, è seconda nel ranking mondiale dietro all’Olanda, con 115 atlete registrate: 36 nel WorldTour, 8 nei team Professional e ben 71 nelle Continental.
Tra i nomi di punta figurano Elisa Longo Borghini (attualmente quarta nel ranking) e Elisa Balsamo, campionessa del mondo 2021 e oggi leader della classifica della Coppa Italia con 87 punti. Proprio Balsamo è diventata un simbolo del nuovo corso.
«In teoria la parità di genere è parità di diritti e parità di doveri, – ha detto alla Gazzetta dello Sport. – Biologicamente i corpi sono diversi, ed essere diversi è una cosa positiva, da salvaguardare. Il mio team è stato il primo a fare questo discorso: stesso materiale tecnico per tutti, diritti e doveri. Lo ritengo un esempio e ne sono orgogliosa. Così come per i premi, in squadra sono uguali, siamo stati i primi a farlo».
Ha poi continuato il discorso analizzando i cambiamenti apportati nel ciclismo femminile nel corso degli ultimi anni.
«Apprezzo moltissimo il progetto della Coppa Italia, – ha dichiarato Balsamo. – Ci sono poi tante classiche e gare in genere che hanno equiparato il montepremi. Negli ultimi 5-6 anni ho visto cambiamenti pazzeschi: tra questi, l’introduzione del minimo salariale nel WorldTour. Un grosso traguardo, perché è una vera tutela per noi atlete, e ha portato alla crescita degli stipendi. Così come è aumentata la visibilità: vuol dire più sponsor, più squadre e opportunità per noi. E in Tv abbiamo una visibilità sempre più alta».
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Verso il 2026: più gare, più visibilità, più sponsor
Secondo quanto dichiarato da Pella, l’interesse intorno al ciclismo femminile è in continuo aumento: sono già arrivate numerose richieste per ampliare il calendario della Coppa Italia nel 2026, con l’obiettivo – ambizioso ma concreto – di portare gare miste nello stesso evento: una prova maschile e una femminile sullo stesso percorso, lo stesso giorno.
«Ogni anno il movimento cresce in salute, – ha dichiarato ancora Pella al Corriere dello Sport. – Siamo convinti che impegnarci concretamente con iniziative come questa possa sostenere il processo di riconoscimento del professionismo femminile e la crescita di tutto il movimento ciclistico».
Finanza, sponsor e tutele: gli effetti della parità
L’adozione di regole più eque ha già mostrato risultati tangibili. L’introduzione del minimo salariale, l’aumento del montepremi e la maggiore copertura mediatica hanno attratto nuovi sponsor e aumentato il numero di squadre. Non solo: cresce anche la fiducia delle atlete in un sistema che le riconosce e le tutela.
La strada è ancora lunga, ma i dati e le iniziative del 2025 raccontano di un movimento maturo, pronto a fare sistema, con una governance consapevole e capace di intercettare la domanda crescente di equità anche nello sport.