Technogym, la strategia di Alessandri: dai Giochi 2026 alla “Wellness City 2030”

Il patron di Technogym, Nerio Alessandri, guarda già al dopo Olimpiadi con i progetti Milano Wellness City 2030 e Cortina in Wellness. Un piano per posizionare l’Italia come Paese della qualità della vita.

Technogym bilancio 2024 semestrale
La strategia di Technogym
Image Credits: Technogym

Nonostante manchino ancora sei mesi ai Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026, c’è chi guarda già oltre. È il caso di Nerio Alessandri, fondatore e presidente di Technogym, che attraverso la sua Wellness Foundation sta lavorando a due progetti destinati a lasciare un segno duraturo: Milano Wellness City 2030 e Cortina in Wellness.

«I Giochi sono un’occasione straordinaria per diffondere la cultura della salute e della prevenzione, presentando l’Italia non solo come il Paese del turismo, ma come la patria della qualità della vita», ha dichiarato Alessandri a L’Economia de Il Corriere della Sera.

La legacy olimpica come volano economico e sociale

Technogym sarà partner ufficiale di Milano-Cortina 2026, la decima Olimpiade per il gruppo nato a Cesena nel 1983 e oggi leader globale nelle attrezzature e soluzioni digitali per il wellness. Dopo aver supportato oltre 13 mila atleti ai Giochi di Parigi, il gruppo allestirà 22 centri di preparazione per più di 3.500 sportivi, mettendo a disposizione oltre mille attrezzature.

Nel frattempo, l’azienda ha chiuso il primo semestre 2025 con ricavi a 458,8 milioni di euro (+14,1% rispetto allo stesso periodo del 2024), dopo il record di 901 milioni del bilancio 2024 (+11,5%). La crescita riguarda sia il B2B che il B2C, con un incremento a doppia cifra in tutte le aree geografiche, trainata in particolare dalle Americhe.

Milano Wellness City e Cortina in Wellness

I progetti della Wellness Foundation guardano al medio-lungo termine. A Cortina, con la terza edizione di Cortina in Wellness, si punta a costruire una nuova identità territoriale centrata su sport, salute e benessere, con l’obiettivo di generare un indotto turistico e culturale sostenibile.

A Milano, invece, il progetto Wellness City 2030 intende trasformare l’eredità olimpica in un modello sociale innovativo.

«Ci siamo chiesti cosa resta quando si spengono i riflettori, – spiega Alessandri. – Con Milano Wellness City vogliamo promuovere un ecosistema urbano in cui prevenzione e qualità della vita siano centrali».

Il progetto coinvolge partner di rilievo come Fondazione Cariplo, Bocconi, Politecnico di Milano, Fondazione Milano-Cortina 2026, Humanitas University, Ospedale San Raffaele, Fondazione Veronesi, Human Technopole, Assolombarda, Federalberghi e club sportivi come Inter, Milan e Olimpia Basket.

Entro fine 2025 sarà presentato il primo Milano Wellness City Report.

Un ecosistema tra salute, tecnologia e innovazione

Alessandri insiste sulla necessità di un cambio di paradigma nella spesa sanitaria: «Oggi il 98% delle risorse pubbliche va nelle cure, quando la vera svolta sarebbe investire nella prevenzione».

In quest’ottica, Technogym ha lanciato Technogym Checkup, una piattaforma in grado di monitorare parametri fisici e cognitivi e di generare protocolli di allenamento iper-personalizzati grazie all’intelligenza artificiale.

«Non siamo solo un’azienda di attrezzature, ma un ecosistema integrato che combina prodotti connessi, formazione e tecnologia», aggiunge l’imprenditore.

Investimenti e open innovation

Parallelamente, Alessandri continua a rafforzare il suo network di investimenti attraverso il family office Wellness Holding: dal 49% dell’acqua premium Filette al 100% di Dr Feel, primo ambulatorio virtuale autorizzato dal SSN che già conta oltre 500mila utenti. Nel portafoglio figurano anche partecipazioni in Enervit, Starpool e una cinquantina di startup, tra cui Bending Spoons e Datrix a Milano.

Sul fronte sportivo, Technogym ha inaugurato un centro fitness presso il Media & Technology Centre della Formula 1 nel Kent, confermando la propria vocazione a sperimentare in contesti d’élite.

«Credo molto nell’open innovation e nelle contaminazioni, – conclude Alessandri. – È stata ed è la chiave per crescere, da 40 anni, in media del 20% l’anno».