Il Qatar ha ufficialmente confermato il proprio interesse a ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2036. La notizia è stata comunicata dal Comitato Olimpico del Qatar (QOC), che ha dichiarato di essere in “trattative avanzate” con il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) nell’ambito del nuovo processo di selezione della città ospitante. Se il progetto dovesse concretizzarsi, il piccolo ma ricchissimo Stato del Golfo diventerebbe il primo Paese della regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa) a organizzare un’Olimpiade.
«Attualmente disponiamo del 95% delle infrastrutture sportive necessarie, – ha dichiarato il presidente del QOC, Sheikh Joaan bin Hamad Al-Thani – e abbiamo un piano nazionale completo per garantire la piena operatività entro il 2036. Non vogliamo solo ospitare un grande evento sportivo, ma costruire un’eredità sostenibile e inclusiva».
Dal Mondiale 2022 a un nuovo traguardo
Il Qatar fa leva sull’esperienza maturata con i Mondiali di calcio del 2022 – evento che ha portato il Paese sotto i riflettori del mondo – e con l’organizzazione della Coppa d’Asia nel 2024. Tuttavia, questi successi sono stati accompagnati da forti critiche per le violazioni dei diritti umani, la legislazione discriminatoria verso la comunità LGBTQ+ e le morti sul lavoro tra i migranti impiegati nei cantieri delle infrastrutture sportive.
Amnesty International ha denunciato migliaia di decessi, mentre le autorità qatariote ne riconoscono ufficialmente solo 37.
Nonostante le ombre del passato recente, Doha si propone oggi come un hub globale per lo sport, con investimenti a lungo termine che puntano a trasformare l’immagine del Paese anche a livello sociale ed educativo. In quest’ottica si inserisce l’iniziativa Circle In, lanciata dalla Qatar Foundation in collaborazione con l’IOC, per promuovere l’inclusione attraverso lo sport nell’area MENA e in Asia.
La nuova geografia dei Giochi
Con le edizioni estive già assegnate a Parigi 2024, Los Angeles 2028 e Brisbane 2032, è molto probabile che i Giochi del 2036 si svolgeranno in una nuova area geografica. Il CIO, ora guidato dalla nuova presidente Kirsty Coventry – prima donna e prima africana a ricoprire l’incarico – ha dichiarato di voler coinvolgere maggiormente i membri nella selezione dei futuri host e di voler aprire a “nuove regioni”, in linea con un approccio più inclusivo e globale.
In questo scenario, il Medio Oriente – con Qatar e Arabia Saudita in prima linea – si candida a rappresentare il futuro della geografia sportiva mondiale. Riad ospiterà i Mondiali FIFA nel 2034, e anche l’Arabia Saudita sta valutando una candidatura per i Giochi del 2036 o 2040.
Un segnale evidente del tentativo del Golfo di sottrarre alla storica egemonia europea il monopolio delle grandi manifestazioni sportive.
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Europa: aspirazioni e ostacoli
Dal canto loro, diversi Paesi europei stanno cercando di riportare i Giochi sul continente il prima possibile. La Germania, che non ospita un’Olimpiade estiva dal 1972, ha avviato un processo interno per selezionare una città candidata per il 2036 – Berlino su tutte – o il 2040. Anche l’Italia ha manifestato interesse. Madrid e Londra stanno valutando ipotesi per il 2040, ma la rotazione continentale non gioca a favore dell’Europa: con tre edizioni consecutive assegnate a Europa, America e Oceania, le probabilità che il 2036 torni nel Vecchio Continente si riducono.
La nuova strategia del CIO sembra infatti orientata a diversificare la mappa olimpica, cercando un equilibrio tra continenti anche per rafforzare lo sviluppo commerciale e il coinvolgimento di nuovi pubblici.
Investimenti, soft power e nuove rivalità
Il confronto tra Medio Oriente e Europa va ben oltre lo sport. È una sfida geopolitica e di soft power, in cui le potenze del Golfo – Qatar, Arabia Saudita e Emirati – utilizzano lo sport come leva strategica per affermare un nuovo ruolo sulla scena internazionale. Gli investimenti miliardari in infrastrutture, eventi e diritti televisivi sono il segno tangibile di una strategia che punta a diversificare economie ancora fortemente legate al petrolio, e allo stesso tempo a costruire una nuova narrativa identitaria.
L’Europa, che ha fatto dell’esperienza organizzativa e della legacy olimpica un suo tratto distintivo, rischia ora di perdere centralità se non saprà proporre un modello altrettanto competitivo, moderno e sostenibile. Il successo di Parigi 2024 sarà un banco di prova decisivo, ma il confronto con i nuovi attori globali è appena iniziato.
Verso una decisione senza scadenze
Il CIO non ha ancora fissato una data per l’assegnazione dei Giochi del 2036, ma secondo la nuova procedura le trattative possono restare riservate fino alla designazione ufficiale. Nel frattempo, i Paesi candidati – che includono anche India, Indonesia, Turchia, Sud Corea, Egitto, Ungheria e Canada – si stanno posizionando.
Il Qatar, forte delle sue infrastrutture, della visione strategica e del sostegno governativo, è uno dei candidati più determinati. Ma la corsa è appena iniziata, e la posta in gioco – sportiva, economica e geopolitica – non è mai stata così alta.