La gioia è incontenibile, ma l’euforia non offusca la lucidità. Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP) dal 2001, festeggia lo storico trionfo di Jannik Sinner a Wimbledon, primo italiano a sollevare il trofeo sull’erba londinese.
Eppure, dietro il sorriso si intravede la preoccupazione per un futuro meno roseo del presente trionfale.
«Sto meglio di tutti, – ha dichiarato Binaghi in un’intervista a La Gazzetta dello Sport. – È una vittoria enorme, una delle più importanti nella storia del nostro tennis. Sapevamo di avere un fenomeno, ma è fondamentale capire che non è un caso isolato. L’Italia oggi è una vera corazzata.»
Accanto a Sinner, il presidente snocciola una lista di talenti in crescita che stanno facendo brillare il tricolore nel mondo: Paolini, vincitrice a Roma, Musetti (numero 7 del mondo e potenziale qualificato alle ATP Finals di Torino), Cobolli nei top 20, oltre ai rientranti Berrettini e Sonego. «Abbiamo 8-10 giocatori che il mondo ci invidia, – ha aggiunto – ma non sono sicuro che tutti in Italia siano così felici di questo successo».
L’elogio a Sinner: «Straordinario, irripetibile»
Su Jannik Sinner, Binaghi spende parole al miele, tratteggiandolo non solo come un campione ma come un simbolo.
«È una persona straordinaria, irripetibile, educata e intelligente, – così lo ritrae. – Un esempio dentro e fuori dal campo. La sua famiglia gli ha trasmesso valori solidi. Lo avete visto anche qui a Wimbledon, ad allenarsi con giovani italiani. Non è solo un vincente, è un punto di riferimento.»
Il match con Alcaraz non ha mai spaventato il presidente. «Non ho mai avuto paura, – ha dichiarato Binaghi. – Dopo il primo set, Jannik ha ripreso a servire bene e ha tenuto Alcaraz a distanza. A differenza del Roland Garros, stavolta abbiamo potuto servire per il match senza ombre nella testa.»
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Dall’anatroccolo alla corazzata del tennis mondiale
Per Binaghi, il successo di Sinner rappresenta il culmine di un lungo processo di trasformazione. «Eravamo il brutto anatroccolo del tennis mondiale, – ha detto fiero il presidente della FITP. – Oggi siamo i più forti, soprattutto nel settore maschile. È l’epilogo di 25 anni di lavoro, di idee, di coraggio. Non è solo una vittoria sportiva, ma un riscatto istituzionale e strategico.»
Eppure, proprio nel momento dell’apice, arriva l’allarme.
«C’è chi vorrebbe riportarci a essere poveri, – ha dichiarato Binaghi. – Noi ci difenderemo e continueremo a lavorare per portare avanti questa generazione di giovani campioni. Il tennis è passato da sport di nicchia a fenomeno di massa, con un seguito sempre più ampio anche in TV. È un valore aggiunto per tutto il Paese.»
L’entusiasmo per il presente non cancella le incognite sul futuro, soprattutto riguardo al progetto Roma quinto Slam, obiettivo ambizioso della FITP.
«Bisogna capire chi sono gli amici, – ha dichiarato il presidente – e chi i nemici della crescita del tennis italiano. Forse dovremo ridimensionare i nostri sogni, o forse chiudere in bellezza. Ma prima godiamoci questo trionfo.»
Le ATP Finals e il futuro azzurro
Il trionfo di Sinner proietta già l’attenzione alle prossime ATP Finals di Torino. L’immagine del campione è stata proiettata sulla Mole Antonelliana, un omaggio che ha entusiasmato anche il governatore del Piemonte Alberto Cirio, il quale ha promesso un’edizione leggendaria.
Binaghi non ha dubbi: «Se ci arrivano in due, sarà storico, – ha detto. – Intanto celebriamo questa favola. Celebriamo Jannik.»
Nel salutarlo a caldo dopo la finale, Binaghi ha detto solo una parola al suo campione: «Bravo. – Poi, con uno sguardo proiettato al domani, ha chiuso con una profezia: – Jannik ha tutto per vincere il Grande Slam. Una volta c’erano Nadal e Djokovic. Ora c’è Sinner.»