Bastano poche parole per accendere un sogno. Quelle pronunciate dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, aprono uno spiraglio verso una possibile candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2036 o del 2040: «Il decennio che inizierà tra cinque anni ci metterà nella condizione, nelle edizioni 2036 e 2040, di avere una possibilità per Roma di ospitare i Giochi».
Ma oggi è davvero possibile immaginare Giochi Olimpici senza sprechi di denaro pubblico?
L’esperienza di Parigi 2024 dimostra che sì, si può. Come riporta Il Messaggero, il comitato organizzatore francese ha chiuso i conti con un utile operativo di 26,8 milioni di euro, un risultato che rappresenta un punto di svolta per l’organizzazione dei grandi eventi sportivi internazionali.
Le scorse Olimpiadi hanno chiuso con un bilancio costituito da ricavi per 4.480 milioni di euro e costi operativi per 4.453 milioni. Il risultato è frutto di una gestione economica oculata, del coinvolgimento del settore privato e del contributo del Comitato Olimpico Internazionale (CIO), che ha versato 1,2 miliardi di euro.
Le leve del successo
Parigi ha dimostrato che è possibile costruire Giochi sostenibili agendo su due leve principali: sponsorizzazioni nazionali e biglietteria. I francesi hanno venduto 12,1 milioni di biglietti, incassando 1.489 milioni di euro (348 milioni in più delle previsioni iniziali), e raccolto 1.238 milioni di euro dai partner commerciali nazionali, superando abbondantemente il budget previsto.
Inoltre, i 500 milioni di euro di contributi pubblici sono stati interamente destinati alle Paralimpiadi. Da sottolineare, come evidenziato dal direttore esecutivo finanziario Fabrice Lacroix, che non è stato necessario attivare le garanzie pubbliche né richiedere i fondi di emergenza predisposti da Comune, Regione e Area Metropolitana.
Un dato che conferma l’equilibrio economico dell’intera operazione.
Un modello replicabile?
Il segreto del successo francese sta anche nella nuova impostazione del CIO, che oggi consente maggiore flessibilità: impianti temporanei, collaborazione tra territori limitrofi e soprattutto zero “cattedrali nel deserto”. Le spese infrastrutturali, escluse dal bilancio del comitato organizzatore, sono rimaste a carico dello Stato, ma le entrate dirette hanno ampiamente coperto i costi operativi.
E i benefici non sono stati solo organizzativi: secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, nel terzo trimestre del 2024 il PIL francese è cresciuto dello 0,4%, in buona parte grazie ai ricavi da biglietti e diritti TV, contabilizzati solo al momento dell’effettiva realizzazione degli eventi.
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Un’opportunità per Roma
La cerimonia d’apertura sulla Senna e iniziative popolari come il Club Paris 2024, i fan village, il Parc des Champions, il marchio Terre de Jeux e l’apertura della maratona al pubblico hanno creato un legame forte tra l’evento e la cittadinanza, rendendo i Giochi partecipati e sostenibili.
Roma, se davvero vorrà candidarsi, ha oggi davanti un modello concreto a cui ispirarsi: quello di una grande capitale europea che ha saputo trasformare i Giochi in un volano economico, evitando debiti e puntando su sinergie pubblico-private. Il tempo delle spese fuori controllo potrebbe essere alle spalle. Il futuro – e il sogno olimpico – è ancora possibile.
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