Il 26 giugno sarà una data decisiva per il futuro dello sport italiano: il Consiglio Nazionale del Coni eleggerà il nuovo presidente, chiamato a raccogliere l’eredità di Giovanni Malagò. Tra gli otto candidati, spicca Luca Pancalli, per 25 anni alla guida del Comitato Italiano Paralimpico e attuale vicepresidente della Fondazione Milano Cortina 2026.
Intervistato da ItaliaOggi e La Gazzetta dello Sport, Pancalli ha delineato un programma orientato a rafforzare la governance, valorizzare il territorio e rilanciare il ruolo educativo dello sport, con un piano nazionale per la diffusione dei valori olimpici tra i giovani.
«Il dialogo non è un obiettivo, ma un metodo di lavoro», ha dichiarato a ItaliaOggi, indicando come priorità il rafforzamento del Consiglio nazionale e della Giunta attraverso gruppi di lavoro permanenti su temi come innovazione, formazione, semplificazione, gender balance e safeguarding.
Infrastrutture e territori: «Servono nuovi hub sportivi»
Al centro del suo progetto, ridare centralità ai territori portando lo sport nelle scuole e migliorando le infrastrutture.
«Vorrei ridare una nuova centralità ai territori – ha dichiarato Pancalli a ItaliaOggi – e promuovere un piano nazionale per la diffusione dei valori olimpici e dello sport fra i giovani e nelle scuole, con il supporto di atleti ambasciatori. Poi naturalmente interventi a sostegno delle Federazioni e degli Organismi sportivi, ai tecnici e soprattutto agli atleti e alle atlete nel loro percorso sportivo ma anche di vita, con progetti di dual career, borse di studio, stage formativi e supporto medico-scientifico».
Per quanto riguarda il rilancio dell’impiantistica sportiva, soprattutto nelle aree più disagiate, l’idea è creare nuovi spazi condivisi, accessibili a tutte le realtà del sistema sportivo nazionale.
«Individueremo aree da riqualificare in collaborazione con Sport e Salute e le amministrazioni locali – ha spiegato – per realizzare hub sportivi moderni e funzionali».
Olimpiadi e sistema Paese: «Ci faremo trovare pronti»
Con i Giochi di Milano-Cortina 2026 all’orizzonte, il nuovo presidente dovrà affrontare una sfida strategica nel breve periodo.
«Chi assumerà la guida del Coni lo farà in un momento complesso ma stimolante, – ha detto Pancalli, forte del suo ruolo nella fondazione organizzatrice. – I Giochi non sono solo un evento sportivo, sono una leva di sviluppo per tutto il Paese».
In un momento così delicato, si fa ancora più forte l’esigenza di una maggiore coesione istituzionale. Occorre fare sistema, per questo una delle proposte di Pancalli è la creazione di una cabina di regia tra Coni, Sport e Salute, Ministero e Cip, di cui è presidente uscente.
Sulla sua candidatura: «Non sono manovrabile»
In un passaggio delicato dell’intervista concessa alla Gazzetta, Pancalli ha commentato la narrazione che lo vuole candidato della politica.
«È usata in maniera negativa, – ha commentato – altrimenti non sarebbe mortificante: tutto è politica. Usata in un certo modo vuole farmi apparire come un burattino, un po’ come quando dicono che Buonfiglio è il candidato di Malagò. La mia storia, la mia vita, dimostrano che io non sono manovrabile».
Ha anche espresso disappunto per la retorica che accompagna altre candidature eccellenti, come quella di Franco Carraro.
«Per me è un pilastro dello sport italiano, – ha detto – ma mi è dispiaciuto come è stata accompagnata la sua candidatura, parlare di esigenza di un pacificatore è stato mortificante: si vota in democrazia…».
Il valore del Coni?
Il valore economico del Coni? «Il vero valore sta nel brand, – ha risposto con visione identitaria – nella sua storia, nella qualità del lavoro dietro ogni medaglia. Lo sport italiano non si misura solo in euro, ma in capitale umano e sociale».