Eurolega verso il futuro: crescita, stabilità e nuovi mercati. Parla il CEO Motiejunas

Nel corso della conferenza stampa di fine stagione, il CEO dell’Eurolega Paulius Motiejunas ha tracciato un bilancio e anticipato le direttrici strategiche: espansione a 20 squadre e rapporto con FIBA ed NBA.

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orizzonti della competizione
Image Credits: Euroleague Basketball

Una stagione 2024/2025 da incorniciare quella appena conclusa per l’Eurolega di basket. A ribadirlo, con toni soddisfatti ma anche consapevoli delle responsabilità future, è stato il CEO della competizione, Paulius Motiejunas, in una conferenza stampa che ha tracciato un bilancio a 360 gradi su risultati sportivi, impatto economico e strategie di sviluppo.

«È stata una stagione straordinaria, che coincide con il 25° anniversario della nostra lega – ha esordito Motiejunas. – Un anno in cui ogni partita ha contato, dentro e fuori dal campo. Il merito va ai club, agli allenatori, ai giocatori e a tutto il personale tecnico».

Numeri in crescita, engagement record e una lega sempre più globale

I numeri parlano chiaro: oltre 3,3 milioni di spettatori presenti negli impianti, nuovo record per la lega, e un coinvolgimento digitale quadruplicato negli ultimi anni.

Ancora più significativi sono i dati televisivi: gli ascolti sono raddoppiati negli ultimi cinque anni, confermando la crescente attrattività del prodotto Eurolega, anche per partner commerciali e investitori.

«Il nostro compito come management – ha dichiarato Motiejunas – è valorizzare dentro e fuori dal campo questo straordinario prodotto sportivo. E il nostro team lavora ogni giorno per rendere il campionato sempre più competitivo, visibile e sostenibile».

Eurolega: dal 2025 espansione a 20 squadre, focus sui mercati

Uno dei punti più attesi dell’intervento ha riguardato l’annuncio dell’ampliamento a 20 squadre dalla prossima stagione, considerato un passaggio strategico, ma ponderato e misurato.

Oltre ad aumentare il numero totale di partite, l’espansione consentirà un migliore bilanciamento del calendario e una penetrazione in nuovi mercati, come dimostrato dall’ingresso della squadra di Dubai e dal ritorno del Valencia Basket, che inaugurerà il nuovo palazzetto diventando un polo di riferimento per il basket spagnolo.

«Non è una risposta alla perdita dell’ALBA Berlino – ha precisato Motiejunas. – Continuiamo a investire nel mercato tedesco, che è cresciuto del 46% negli ultimi quattro anni, anche grazie al Bayern Monaco e alla forte presenza in EuroCup».

Un altro tema caldo a tal proposito è il rapporto con le squadre storiche, in particolare il Barcellona, che vedrà l’apertura del nuovo Palau Blaugrana entro fine 2024. Motiejunas ha mostrato ottimismo.

«Stiamo lavorando per triplicare il valore del campionato nei prossimi cinque anni, – ha dichiarato il CEO. – Non possiamo farlo senza i nostri 13 azionisti. Finora abbiamo mantenuto tutte le promesse e questo crea fiducia.»

Sull’arena del Barcellona, Motiejunas ha confermato che i lavori procedono e che l’obiettivo è iniziare la stagione nel nuovo impianto. Intanto si valuta l’opzione temporanea del Palau Sant Jordi.

Con l’obiettivo di consolidare e diversificare la presenza geografica della lega, arrivando a 24 squadre in futuro introducendo un modello a conference, Eurolega si dice pronta a gestire il delicato equilibrio tra crescita ed equilibrio competitivo. «Il nostro motto rimane “Every Game Matters”, – ha dichiarato il CEO – e l’integrità del calendario e delle competizioni nazionali sarà rispettata, in dialogo costante con FIBA».

Finestre FIBA e congestione del calendario

Resta irrisolta la questione delle finestre FIBA, che generano conflitti tra club e nazionali. Dopo due stagioni in cui l’Eurolega aveva aperto spiragli per una collaborazione, l’intasamento del calendario 2024/2025 (anche a causa della chiusura tardiva dell’EuroBasket) ha ridotto i margini di manovra.

«Siamo pronti a dialogare – ha detto Motiejunas – ma serve pragmatismo. L’ultima stagione si è chiusa a metà giugno, con l’Europeo alle porte e pochissimo margine operativo. Bisogna trovare un equilibrio tra le varie anime del basket internazionale».

Motiejunas è stato chiaro. «La questione non riguarda solo noi, – ha continuato. – Coinvolge tutte le competizioni nazionali e internazionali. Continuiamo a lavorare con FIBA e NBA per trovare soluzioni compatibili. Riconosciamo di essere parte di un sistema più ampio e vogliamo rispettarlo, ma serve realismo e cooperazione».

NBA ed Eurolega: coesistenza o competizione?

Uno dei punti più delicati è il rapporto con la NBA, tanto sul piano competitivo quanto su quello strategico. Motiejunas ha affrontato il tema senza retorica, ma con realismo. «La NBA è la miglior lega al mondo e ha una forza mediatica ed economica enorme, – ha detto. – Ma noi abbiamo un’identità diversa, fondata sui club e su legami territoriali molto forti. Non siamo in competizione diretta, ma dobbiamo continuare a costruire il nostro valore specifico».

Il dialogo con l’NBA, ha confermato, esiste e continua, soprattutto in ottica di calendario, programmazione e tutela dei giocatori europei. Tuttavia, la vera sfida resta trattenere i talenti e costruire una narrazione alternativa.

«I club investono molto nei settori giovanili, – ha dichiarato – ma solo una minima parte dei talenti raggiunge la prima squadra. Serve un sistema che premi realmente chi fa crescere i futuri professionisti. E se questi vanno negli Stati Uniti, vogliamo essere certi che rientrino in Europa il prima possibile per rafforzare il nostro campionato».

In questa direzione, Motiejunas ha ribadito l’importanza di armonizzare le regole sui buyout e di valorizzare i club formatori europei. Serve un ecosistema più equilibrato, anche con la NBA.

«Questo non è il nostro picco, – ha detto Motiejunas. – È solo l’inizio dello slancio». La visione della governance è chiara: espansione sostenibile, valorizzazione dei mercati emergenti, innovazione mediatica e centralità dei club azionisti.

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