Ferrari, tre GP per decidere il futuro: Vasseur in bilico, investimenti verso il 2026

Dal Canada a Silverstone, la Rossa cerca segnali di crescita: senza risultati concreti, possibile cambio alla guida tecnica e focus anticipato sulla monoposto del 2026.

Fred Vasseur, GP Spagna 2025
Last chance per la Rossa
Fred Vasseur, GP Spagna 2025

La Formula 1 guarda sempre avanti. La Ferrari è costretta a guardare avanti. Nonostante la stagione 2025 sia ancora lontana dal traguardo, il calendario 2026 è stato ufficializzato: 24 appuntamenti che scandiranno il debutto della nuova generazione di vetture, attese da una rivoluzione tecnica capace, almeno nelle intenzioni, di ridisegnare gli equilibri in pista.

Per molte squadre, il passaggio al nuovo ciclo regolamentare rappresenta una svolta strategica, un’opportunità per ribaltare le gerarchie. Per altri team, come le new entry Audi e Cadillac, si tratterà di una prima assoluta, forti però del fatto di avere avuto anni – soprattutto nel caso di Audi – per affinare il progetto.

Per gli attori attualmente in campo invece, già da tempo era chiaro che la stagione 2025 sarebbe stata comunque transitoria. Non che si lottasse per le vittorie e i titoli ma, mettendo le mani avanti, nel caso non fosse arrivato il bottino sperato, si sarebbe fatto il punto a metà stagione per dirottare sforzi e risorse economiche sul 2026.

Un discorso che riguarda da vicino anche la Ferrari, reduce da una prima parte di stagione ben al di sotto delle aspettative, confermato dallo stesso team principal, Fred Vasseur, che ha dichiarato più volte nelle ultime settimane, come per le Rosse fosse tempo di decisioni: «prima della pausa estiva capiremo quando iniziare a concentrare gli sforzi sul 2026».

Ferrari Vasseur stagione 2025: l’incognita continuità

Ma non è solo la monoposto oggetto di riflessioni in casa Ferrari. Lo stesso Fred Vasseur – alla guida da quasi tre anni – è al centro di valutazioni interne che diventeranno decisive nei prossimi tre Gran Premi (Canada, Austria, Gran Bretagna).

L’obiettivo è chiaro: ridurre il gap da McLaren e Mercedes – oltre che da una indefinibile Red Bull, spesso ai vertici con Max Verstappen e nelle retrovie con la seconda guida – e dimostrare che esistono basi solide su cui costruire la Rossa del futuro.

In caso contrario, non solo potrebbe essere congelato lo sviluppo della SF-25, ma si aprirebbe anche il dossier sulla guida tecnica della Scuderia.

Il contratto di Vasseur sarebbe in scadenza a fine 2025. Per assicurare continuità e coerenza progettuale, sarebbe auspicabile che fosse lui a traghettare la scuderia verso la monoposto 2026 – vettura di cui è considerato l’ideatore concettuale. Tuttavia, senza un cambio di passo tangibile, non è esclusa una svolta anticipata.

Un progetto ancora incompiuto

Il mandato di Vasseur si è finora concentrato sulla riorganizzazione del team: via figure chiave come Laurent Mekies ed Enrico Cardile, dentro nuove risorse come il direttore tecnico Loïc Serra.
Un processo di rinnovamento che, però, non ha ancora portato benefici evidenti in termini di performance: la SF-25 si è dimostrata meno competitiva della vettura 2024, e il malcontento è tangibile anche tra i piloti, con Hamilton che ha già parlato apertamente di «futuro» e di focus sulla prossima stagione.

A complicare la situazione, la mancata acquisizione di Adrian Newey – corteggiato a lungo ma alla fine approdato in Aston Martin – rappresenta un’occasione persa anche dal punto di vista simbolico. Newey ha già iniziato a lavorare alla vettura 2026 del team britannico, rafforzando la concorrenza nella corsa alla nuova era della F1.

I precedenti a Maranello e il 2022 tra luci e ombre di Binotto

Un ulteriore elemento critico è stato il tono altalenante della comunicazione Ferrari nel 2025. A fronte di risultati al di sotto delle aspettative di inizio stagione, si sono alternati segnali di ottimismo – dettati però unicamente dallo sforzo dei piloti, come dimostrano i tre faticosi podi di Charles Leclerc – a momenti di rassegnazione, senza una linea chiara.

Non è la prima volta che Maranello si trova a fare i conti con una stagione interlocutoria. Nel 2022, sotto la guida di Mattia Binotto, la Ferrari riesce a portare Charles Leclerc in testa al Mondiale nella prima metà dell’anno.
Sembra fatta, sembra l’anno giusto per la Rossa e il “Predestinato”.

Poi arrivano una serie di errori strategici e problemi di affidabilità che portano a un’involuzione prestazionale, lasciando strada libera alla Red Bull e a SuperMAx. Al termine della stagione, Binotto viene messo alla porta.
Una dinamica che, con modalità diverse, rischia di ripetersi oggi con Vasseur.

Dal punto di vista industriale e finanziario, puntare con largo anticipo sul 2026 significa riprogrammare il bilancio e riallocare risorse con una logica pluriennale. In un contesto regolato dal budget cap (attualmente fissato a 135 milioni di dollari l’anno per ciascun team), ogni decisione ha un impatto a cascata: congelare gli investimenti sulla vettura 2025 significa liberare risorse per progettazione, sviluppo al simulatore e test virtuali sulla monoposto del 2026.

Pianificazione industriale a cicli triennali: scelte tecniche ed economiche

La Ferrari, come tutti i top team, lavora con una pianificazione industriale strutturata e ragiona su cicli triennali e le scelte tecniche non sono solo frutto di visione sportiva, ma anche di ritorno economico: un progetto vincente – soprattutto all’inizio di un nuovo ciclo regolamentare – può attrarre nuovi sponsor, migliorare i risultati sul fronte dei bonus FOM (Formula One Management) e consolidare la posizione tra i team di punta nel lungo termine.

Per questo motivo, la squadra dovrà decidere in fretta se Vasseur è l’uomo giusto per guidare questa transizione. Il futuro prossimo non riguarda solo i risultati in pista, ma la costruzione di una struttura capace di interrompere un digiuno che dura dal 2008 per il mondiale costruttori e dal 2007 per quello piloti.
E ogni settimana persa, oggi, è un pezzo in meno nella macchina del 2026.