Pedalare vale oro: la macchina economica del Giro d’Italia

La corsa rosa nel 2024 ha fatturato 50 milioni, un importo che si prevede in crescita nell’edizione appena conclusa: le sponsorizzazioni fanno la parte del leone.

Squadre Giro d’Italia 2025 Giro d’Italia ricavi
i numeri della corsa rosa
Credit image: Daniele Buffa / Image Sport / Insidefoto

La corsa rosa si regge su tre gambe. Il business model del Giro d’Italia è essenzialmente  basato su tre pilastri che alimentano le entrate della competizione, che nel 2024 ammontavano a 50 milioni di euro in base alle stime di ItaliaOggi, e si prevedono in crescita per l’edizione appena conclusa.

Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, le sponsorizzazioni sarebbero il motore principale, arrivando a pesare per poco meno della metà del fatturato complessivo, seguite dai diritti televisivi e infine dai contributi delle città ospitanti.

Giro d’Italia ricavi: le sponsorizzazioni fanno la parte del leone

Anche se il numero totale dei partner è sceso da 84 a 72 rispetto al 2023, il valore medio dei singoli accordi è aumentato, confermando un trend di premiumizzazione del pacchetto commerciale.

Ai vertici del sistema ci sono i sette Top Sponsor che contribuiscono in modo sostanziale alla sostenibilità economica dell’evento:

  • Iuman Intimissimi Uomo (maglia rosa), 
  • Banca Mediolanum (maglia azzurra), 
  • Madeinitaly.gov.it (maglia ciclamino),
  •  Conad (maglia bianca), 
  • Trenitalia (vincitore di tappa), 
  • Continental (ultimo chilometro) 
  • Italia.it

La carovana pubblicitaria, composta da 37 veicoli brandizzati, precede ogni giorno la corsa, amplificando la visibilità dei partner su strada e su schermo: gli sponsor beneficiano di un’audience complessiva di 800 milioni di telespettatori.

Giro d’Italia ricavi: diritti TV e distribuzione globale

I diritti televisivi rappresentano la seconda voce di ricavo. Circa il 35% del fatturato proviene da accordi con RAI e Warner Bros Discovery, che ha distribuito i contenuti su piattaforme lineari (Eurosport, TNT Sports) e digitali (Discovery+, Max). 

Le licenze estere (FloSports in Canada, Staylive in Medio Oriente, L’Équipe in Francia) rafforzano la portata globale del brand Giro d’Italia, rendendo sempre più rilevante il mercato internazionale.

Una delle leve più efficaci per gonfiare i ricavi è la cosiddetta “Grande Partenza” fuori dai confini nazionali. Quest’anno, l’avvio da Tirana (Albania) ha portato nelle casse dell’organizzazione circa 7 milioni di euro

Per questo tipo di operazione l’Italia deve però ottenere una deroga alle regole UCI: «La situazione geografica dell’Italia è diversa dalla Francia, per noi è difficile partire dall’estero senza il giorno aggiuntivo, – spiega  Paolo Bellino, ad di RCS Sport -. mentre il Tour nelle ultime quattro edizioni lo ha potuto fare tre volte e lo rifarà anche nelle prossime due».

Giro d’Italia ricavi: la leva della Grande Partenza all’estero

La partenza estera viene concessa generalmente ogni quattro anni dall’UCI (anche se eccezionalmente sarà già replicabile già nel 2025), influisce sulla composizione del fatturato: la quota derivante dai territori può superare il 25%, rispetto al consueto 20% per partenze interne.

«È un’eccezione alla norma che di solito scatta una volta ogni quattro anni, consentendoci un giorno di riposo aggiuntivo – aggiunge Bellino –. Questa volta però, siccome la richiesta di partire da Tirana è venuta anche dall’Uci, l’occasione non farà testo e quindi potremmo eventualmente chiedere l’anticipo anche il prossimo anno».

Secondo uno studio condotto da Banca Ifis sulla Bike Economy, il Giro d’Italia ha generato un impatto economico pari a 2,1 miliardi di euro lungo i 580 Comuni attraversati dalla carovana rosa. 

Un dato che certifica come il grande evento ciclistico non sia soltanto uno spettacolo sportivo, ma anche un attivatore sistemico di valore per le comunità locali che beneficiano in maniera duratura dalle ricadute economiche del Giro.

I costi operativi e il montepremi

La produzione televisiva, insieme all’allestimento delle aree di partenza e arrivo e alla logistica (alloggio e pasti per squadre e staff), rappresenta uno dei principali centri di costo dell’evento. 

Le immagini della corsa, prodotte da EMG per conto di RCS Sport con un investimento di 5,5 milioni di euro, sono state riprese da 50 mezzi, 20 telecamere e un aereo ponte, coprendo ogni angolo della gara.

A questi si aggiunge il montepremi complessivo di 1,6 milioni di euro erogato in favore degli atleti, di cui 868mila regolamentari e circa 769mila in premi speciali (per classifiche, traguardi intermedi, maglie).

Adam Yates, il vincitore della corsa ha incassato 115mila euro per il trionfo, mentre il premio giornaliero per la maglia rosa ammontava a 2mila euro. A ogni arrivo di tappa sono stati assegnati 27.540 euro in premi, con oltre 300mila euro distribuiti solo per la classifica generale.

Il Giro d’Italia è sempre più una piattaforma economica multisettoriale che unisce sport, turismo, media e territori: un evento capace di trasformare ogni tappa in un investimento ad alto rendimento per brand, broadcaster e città ospitanti.