Lo sport della vela in Italia non è solo sinonimo di regate e passione per il mare. Dietro ogni imbarcazione c’è un comparto che vale oltre 339 milioni di euro. A dirlo è il primo Rapporto annuale sull’impatto economico e sociale del Sistema Vela Sportiva, presentato dalla Federazione Italiana Vela (FIV) in collaborazione con la Luiss Business School.
Un’indagine pionieristica che punta a misurare il valore economico, sociale e ambientale della vela come motore di sviluppo per il Paese.
I numeri di un ecosistema ad alta intensità economica
Il Rapporto, riferito all’anno 2024, quantifica un impatto complessivo pari a 339.304.795 euro, articolato in sei aree chiave:
- Valore del tesseramento: 2.057.237
- Contributo del volontariato: 5.328.440
- Indotto turistico da manifestazioni veliche: 131.338.662
- Eventi internazionali FIV: 38.053.156
- Scuole Vela (inclusa la ricettività): 155.497.700
- Attività formative: 7.030.000
Il dato è ancora più significativo se si considera che l’analisi ha incluso solo le attività sportive e agonistiche sotto l’egida FIV, escludendo il settore del diporto, l’indotto derivante dal pubblico, gli sponsor e le attivazioni locali.
Una metodologia scientifica per misurare l’impatto
Il lavoro, condotto dalla Luiss Business School, si è basato su modelli economici validati internazionalmente (Gelan, Hone, Miller & Blair) e su dati primari forniti dalla FIV, integrati con interviste qualitative a stakeholder e dati CONI. È stato adottato un approccio prudenziale, utilizzando moltiplicatori economici generici per stimare impatti diretti, indiretti e indotti, e sottostimando volutamente alcune voci per garantire affidabilità alla prima edizione del Rapporto.
Tra i dati salienti:
- 153.842 tesserati, di cui il 52% minorenni
- 6.542 giornate di sport velico organizzate
- Oltre 47.000 imbarcazioni iscritte
- 175.973 atleti coinvolti in eventi
- 6.536 corsi di vela, con 56.575 partecipanti
- Oltre 3.750 eventi velici realizzati
Il moltiplicatore sociale della vela
Il presidente FIV, Francesco Ettorre, ha definito il rapporto una svolta nella percezione dello sport velico in Italia. Secondo Ettorre, la vela è oggi un ecosistema formativo, turistico e sostenibile, capace di attivare economie costiere, occupazione qualificata, inclusione sociale e percorsi educativi.
«Con questo studio – spiega Ettorre – iniziamo un percorso di valutazione permanente del valore generato dallo sport della vela, non più percepito solo come attività ricreativa o agonistica, ma come leva strategica per la crescita del Paese».
Anche il professor Michele Caroli della Luiss Business School sottolinea l’importanza di strutturare un Osservatorio nazionale sull’impatto del Sistema Vela. «Questo rapporto è solo il primo passo, – afferma il professore. – Il nostro obiettivo è fornire uno strumento utile a policymaker, amministrazioni locali e investitori per prendere decisioni basate su dati concreti».

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Il contributo del volontariato: risorsa da oltre 5 milioni di euro
Uno degli elementi più sorprendenti è il valore economico del volontariato nel settore: oltre 5,3 milioni di euro stimati per il 2024. Una risorsa fondamentale per l’organizzazione degli eventi e la gestione delle attività sul territorio, composta da istruttori, ufficiali di regata, stazzatori e personale di supporto impiegato gratuitamente.
Il turismo sportivo
Il cuore dell’impatto economico resta il turismo sportivo, che rappresenta oltre 131 milioni di euro, a cui si aggiungono più di 155 milioni generati dalle Scuole Vela, con un forte effetto moltiplicatore sulla ricettività, ristorazione e commercio locale.
«Attribuire un valore economico all’attività velica significa riconoscerne il ruolo produttivo nel sistema Italia, – spiega Andrea Leonardi, consigliere nazionale FIV. – La vela è occupazione, formazione, benessere, sviluppo locale. È una leva d’impatto per accedere a risorse pubbliche e private, anche europee, orientate sempre più verso progetti ad alto valore aggiunto».
Prospettive future: un modello ESG per lo sport del mare
Il prossimo passo? L’istituzione di un Centro Studi e un Osservatorio Permanente sull’impatto del Sistema Vela, con focus su indicatori ESG (ambientali, sociali e di governance). In prospettiva, sarà possibile integrare anche strumenti come il SROI – Social Return on Investment, per una valutazione a 360 gradi degli effetti generati sul territorio, sull’educazione e sull’ambiente.
La vela sportiva in Italia esce dalla nicchia e si propone come settore produttivo a tutti gli effetti, capace di generare valore e impatto misurabili. Il primo Rapporto FIV–Luiss Business School non solo quantifica un ecosistema da 339 milioni di euro, ma getta le basi per una nuova narrazione dello sport: non solo passione, ma motore economico, sociale e ambientale. E ora, con numeri alla mano, la vela punta a diventare protagonista anche nei tavoli della programmazione strategica nazionale.