L’Arabia Saudita ha messo gli occhi sulla F1. Nell’ambito della Vision 2030, che prevede una diversificazione dell’economia passando da un modello incentrato sul petrolio ad uno stato moderno in cui lo sport e l’intrattenimento giocano un ruolo di primo piano, il prossimo investimento potrebbe essere un team del Circus, secondo quanto riporta Reuters.
«Stiamo ospitando la Formula Uno, sponsorizziamo team, quindi non mi sorprenderei se venisse annunciato un team saudita», ha affermato il principe Khalid bin Sultan Al-Abdullah Al-Faisal alla stampa prima del Gran Premio di Gedda.
Arabia Saudita F1: l’appeal del campionato più seguito al mondo
Secondo Nielsen Sports, in Medio Oriente il supporto per la Formula Uno – il campionato più seguito al mondo – è in continua espansione, soprattutto tra il pubblico femminile più giovane, che rappresenta il gruppo demografico in più rapida crescita a livello globale.
Con la discesa in pista di Cadillac, sostenuta da General Motors, prevista per il prossimo anno come undicesima squadra, resta ancora un posto disponibile, con l’Arabia pronta a cogliere le opportunità offerte dal mercato.
La presenza dei sauditi all’interno della Formula Uno è già rilevante: il fondo sovrano PIF ha infatti investito in McLaren nel 2021 e possiede il 20,5% della casa automobilistica Aston Martin.
Arabia Saudita F1: il legame con Aston Martin
Inoltre, Aramco, gigante energetico saudita, è partner globale della F1 e main sponsor proprio del team Aston Martin. La scuderia britannica potrebbe essere un target appetibile considerando i forti legami già esistenti.
Recentemente, la casa automobilistica, separata dal team di Formula 1, ha incaricato la banca d’investimento Raine Group di trovare un acquirente per la quota di minoranza direttamente sotto il suo controllo.
L’intenzione è quella di raccogliere oltre 125 milioni di sterline, con l’imprenditore canadese Lawrence Stroll che ha contestualmente incrementato la quota posseduta fino al 33% rafforzando il suo ruolo nella compagine azionaria.

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Arabia Saudita F1: le voci sul team Alpine
Un altro papabile obiettivo è rappresentato dal team Alpine, sesto nella classifica costruttori lo scorso anno davanti ad Aston Martin. Nonostante Renault abbia più volte ribadito di non avere intenzione di vendere, persistono speculazioni sul futuro della scuderia francese.
Per un eventuale passaggio di consegna si partirebbe dalla valutazione di circa 900 milioni di dollari, derivante dal prezzo fatto al gruppo di investitori che ha acquisito il 24% per 200 milioni.
«Abbiamo molto interesse, non è semplice dire quale team comprare o come gestirlo. Ma vediamo la Formula Uno espandersi in nuovi mercati, con le vendite in crescita a livello globale»
La competizione tra gli stati del golfo per l’influenza nella regione
Tra le altre nazioni dell’area, il fondo sovrano Mumtalakat del Bahrain è azionista di maggioranza in McLaren, mentre la CYVN Holdings di Abu Dhabi ha recentemente acquisito McLaren Automotive.
Anche il Qatar ha forti legami con il Circus: la Qatar Investment Authority detiene una significativa quota di minoranza nel team Audi, il cui debutto è previsto per il 2026, in occasione del cambio regolamentare.
La regione ospita attualmente quattro delle ventiquattro gare in calendario, con il regno saudita che ha ospitato il suo primo Gran Premio nel 2021 a Gedda, e vanta al momento un contratto valido fino al 2030 dal valore di 55 milioni di euro a stagione.
Nell’ottica della competizione sempre più serrata tra gli stati del golfo per espandere la propria sfera di influenza l’Arabia punta a consolidare il suo ruolo rafforzando la sua posizione all’interno del mondiale.