L’atletica del futuro guarda (anche) alle leghe private. Ne è sicuro Michael Johnson, ex velocista statunitense eroe dei Giochi di Atlanta 1996. Il campione è infatti il fautore del Grand Slam Track, lega privata di atletica che ha visto il suo esordio a Kingston, capitale della Giamaica.
Niente lanci o salti, solo corsa per la manifestazione ideata dall’ex velocista che infatti ha coniato lo slogan “Only the fastest”.
Come anticipato da Sport e Finanza, la competizione, alternativa al circuito ufficiale gestito dalla Federazione mondiale di atletica leggera, si articola in quattro tappe: il primo, come anticipato in scena in Giamaica, sarà seguito da una tre giorni a Miami, dal 2 al 4 maggio in concomitanza con il GP di Formula 1; il secondo si svolgerà a Philadelphia dal 30 maggio al 1° giugno mentre per la tappa finale è stata scelta Los Angeles, dal 27 al 29 giugno.
L’esperimento firmato Johnson può contare su un budget da 30 milioni di dollari e un montepremi da 12,5 milioni: cifre interessanti per mantenere la promessa di offrire un nuovo spettacolo sportivo globale.
Grand Slam Track Michael Johnson: l’atletica come il tennis
L’obiettivo è ambizioso: trasformare l’atletica in un prodotto più coinvolgente e commerciale, sul modello del tennis e dei suoi quattro Slam.
Il format, alla sua stagione inaugurale, coinvolge 96 atleti: 48 con contratto annuale e 48 ingaggiati per singoli eventi. Al centro ci sono i “racers”, veri protagonisti del circuito, affiancati da sfidanti che in ogni meeting scendono in pista in due discipline – la propria e una affine – per aumentare spettacolarità e varietà.
Dietro l’iniziativa c’è un team di investitori riuniti sotto la sigla Winners Alliance, con esperienze pregresse in football americano, basket, baseball, tennis e cricket. «Abbiamo 30 milioni di dollari di impegni finanziari da parte dei nostri partner -, ha spiegato Johnson, secondo quanto ripreso da La Gazzetta dello Sport –. Stiamo costruendo un nuovo paradigma per gli atleti di tutto il mondo».
I vincitori di ogni tappa incassano 100mila dollari, con premi a scalare fino a 10mila per l’ottavo posto.

Mei: «8 milioni di risorse investite e 300mila tesserati: l’atletica guarda al futuro»
La struttura del format: solo specialità di corsa
La struttura del format, come anticipato, si ispira agli Slam tennistici: quattro tappe internazionali, con sei gruppi di gare create per favorire versatilità e confronto diretto tra atleti.
Le specialità sono state accoppiate così: 100 e 200 metri, 200 e 400, 800 e 1500, 1500 e 3000/5000, ostacoli corti (100/110) e ostacoli lunghi (400).
L’intento è chiaro: permettere al pubblico di seguire il proprio atleta preferito almeno otto volte nell’arco della stagione.
I “racers” sono stati selezionati in base al ranking internazionale e ai risultati recenti. Si tratta di profili di alto livello, ma non delle superstar assolute: molte di queste, infatti, hanno preferito non aderire a questa prima edizione.
Il sistema di punteggio assegna da 12 a 1 punto ai primi otto classificati di ogni gara. Il vincitore della tappa è l’atleta che ottiene il punteggio più alto sommando le due discipline. In caso di parità, si guardano i migliori piazzamenti individuali. Al termine del circuito, verranno incoronati un uomo e una donna come “Racer dell’anno”.
Sul fronte della visibilità, la manifestazione ha già siglato accordi di trasmissione in 189 Paesi, grazie a partnership con broadcaster internazionali e servizi di streaming.
Inoltre, i risultati ottenuti in gara contribuiscono al ranking globale, con punteggi equivalenti a quelli del circuito Gold del Continental Tour.
Un esperimento che segna una potenziale svolta per l’atletica.
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