Ribaltone in casa Virtus: il presidente Zanetti si dimette, la palla passa all’assemblea

Il socio di maggioranza, seguito da altri due consiglieri, ha rassegnato le dimissioni dall’organo amministrativo del club felsineo: ecco l’impatto sugli equilibri societari

Virtus dimissioni Zanetti
braccio di ferro in corso
Achille Polonara, Virtus Bologna vs Vanoli Cremona (Credit image: LBA)

Massimo Zanetti si è dimesso dalla presidenza della Virtus Bologna. Insieme a lui hanno rassegnato le dimissioni anche i consiglieri Nicola Gualandi e Giuseppe Sermasi, determinando così la decadenza automatica dell’intero cda.

Ora la decisione sulla nuova composizione del l’organo, che vedeva al suo interno cinque membri, tra cui Carlo Gherardi, azionista di minoranza del club felsineo, passa all’assemblea dei soci.

Saranno chiamati ad esprimersi Zanetti, azionista di maggioranza con il 55% delle quote, Gherardi, fermo al 45% del capitale oltre alla Fondazione Virtus, detentrice di una quota minima.

Virtus dimissioni Zanetti – Le fazioni in campo

Le dimissioni rappresentano l’epilogo di una lunga fase di tensioni iniziata la scorsa estate, quando la Segafredo, azienda che fa capo a Zanetti, ha ridotto del 60% l’importo della sua sponsorizzazione, come riporta Il Resto del Carlino.

Successivamente, si era ventilata l’ipotesi di cedere il club a un fondo statunitense di matrice israeliana, un’opzione subito scartata ma che ha accentuato le divisioni interne tra Zanetti da un lato e Gherardi, insieme al ceo Luca Baraldi, dall’altro.

L’episodio che ha aggravato definitivamente la frattura è stato il mancato intervento sul mercato per sostituire l’infortunato Clyburn, con la strategia voluta da Zanetti e dal direttore generale Paolo Ronci per evitare nuovi investimenti che ha visto contraria l’altra fazione.

Virtus dimissioni Zanetti – Gli scenari per il futuro della società

Ora si prospettano due possibili scenari. Il più probabile prevede la nomina di un nuovo cda senza la presenza di Baraldi e un rafforzamento del ruolo di Ronci nelle decisioni operative.

L’alternativa, più complessa, riguarda l’aumento di capitale già deliberato l’11 dicembre, come raccontato da Sport e Finanza, per mantenere la Virtus in linea con i parametri economici della Federbasket.

Se Gherardi decidesse di completare il proprio versamento, potrebbe acquisire la maggioranza del club, a meno che Zanetti non intervenga rapidamente per riequilibrare le quote.

La posizione di Carlo Gherardi

Sebbene gli accordi tra i soci non prevedano sorpassi di questo tipo, indiscrezioni suggeriscono che eventuali sgarbi non sarebbero una novità nei rapporti tra i due, ridotti al lumicino in questa fase che vede emergere forti divergenze.

Un ulteriore elemento di pressione è rappresentato dai 2,4 milioni di euro di credito che Gherardi ha rilevato da Bologna Fiere nei confronti del club, un fattore che potrebbe influenzare gli equilibri societari.

Queste tensioni e l’incertezza sulla compagine societaria che ne deriva mettono seriamente a rischio la partecipazione della Virtus alla prossima Eurolega, compromettendo così il lavoro degli ultimi otto anni.

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