Medaglie restituite dopo avere duramente conquistate. Non rappresenta nessun gesto di protesta o disappunto, quello che sta accadendo a tanti atleti, di tutto il mondo, che dopo aver partecipato ai Giochi Olimpici di Parigi 24 si sono distinti e sono riusciti ad acciuffare un posto sul podio, ottenendo una medaglia di bronzo.
Ma il trofeo che dovrebbe rappresentare l’immortalità sportiva sembrerebbe durare poco. Le medaglie di bronzo consegnate ad agosto stanno faticando a vedere il nuovo anno a causa di un deterioramento continuo che le rende irriconoscibili.
Sarebbero ormai più di 100 gli atleti di tutto il mondo che stanno restituendo le medaglie di bronzo e che hanno costretto il Comitato Olimpico Internazionale e la Monnaie de Paris, il corrispettivo della Zecca di Stato, a correre ai ripari.
Il primo a “denunciare” la scarsa qualità del bronzo è stato lo skateboarder statunitense Nyjah Huston, che ha mostrato sui social la sua medaglia di bronzo in condizioni disastrose, appena dieci giorni dopo aver conquistato il podio.
Medaglie Parigi danneggiate: i primi segnali già ad agosto
Un episodio che ha fatto scalpore, ma che non è isolato: il nuotatore Maxime Grousset ha sollevato una critica analoga il 9 agosto, solo cinque giorni dopo il trionfo.
La questione è esplosa intorno al 15 agosto, quando Marc Schwartz, amministratore delegato di La Monnaie, ha convocato d’urgenza una riunione di crisi nella sede parigina del Quai de Conti, costringendo i dirigenti Jacky Frehel, Éric Matte e Hélène Juton a interrompere le vacanze per affrontare il problema.
Nel frattempo, le denunce degli atleti si sono moltiplicate e hanno trovato ampia eco sui social media.
Tra queste, quelle di Yohann Ndoye Brouard e Clément Secchi, membri della staffetta 4x100m mista francese, che hanno pubblicato immagini delle loro medaglie danneggiate su X (ex Twitter) e Instagram. Le medaglie, descritte da Secchi come simili a “pelle di coccodrillo”, mostrano crepe e segni evidenti di deterioramento, gettando un’ombra sul prestigio del riconoscimento olimpico.
Medaglie Parigi danneggiate: e i bronzi italiani?
Non mancano chiaramente gli italiani, con 15 bronzi conquistati. Simone Alessio, taekwondoka al suo primo successo olimpico, ha deciso di tenere la medaglia anche “sgretolata”, scelta condivisa da Andy Diaz, il triplista italocubano che a Parigi ha ottenuto il primo successo con la maglia azzurra e del ciclista Simone Consonni, che vedono nel “deterioramento” della medaglia la bellezza del trofeo vissuto.
La causa di questo deterioramento è imputabile alle vernici scelte dalla zecca francese per realizzare le medaglie. È stato infatti sostituito il triossido di cromo, componente necessaria per preservare lo stato di salute delle medaglie ma ritenuto tossico.
Il precedente di Huawei: il problema era già noto da tempo
Secondo quanto ha rivelato il quotidiano francese LaLettre La Zecca di Parigi affronta problemi legati alle sue vernici difettose da almeno quindici mesi, ben prima delle Olimpiadi.
Vi è infatti il precedente di un cliente internazionale, Huawei, colosso cinese delle telecomunicazioni, che commissiona regolarmente medaglie al merito per i suoi dipendenti.
Già nell’ottobre 2023 l’azienda aveva riconsegnato un lotto di oltre 12.000 medaglie difettose, restituendole a causa di crepe evidenti.
L’episodio aveva suscitato malumori all’interno dei laboratori della Zecca, danneggiando l’immagine di un’istituzione millenaria sinonimo di eccellenza del Made in France a livello globale.
La Monnaie de Paris sta quindi correndo ai ripari: dopo aver licenziato il trio di dirigenti “colpevoli”, sta offrendo, tramite il Comitato olimpico francese, la possibilità a tutti gli atleti che la rivorranno, una medaglia “nuova di zecca”, a sostituire quella danneggiata.
Ma al di là del grave episodio di Parigi non mancherebbero i precedenti. Secondo quanto riporta a La Gazzetta dello Sport Greg Paltrinieri, plurimedagliato olimpico già da Rio 2016, «Le medaglie olimpiche sono le più fragili, a volte si ammaccano, altre viene via il colore».
Un successo olimpico scrive il nome dell’atleta nella storia del suo sport, a prescindere che la medaglia resista o meno.
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