In continua crescita la dimensione economica dell’NFL. Il giro d’affari, generato dai diritti di trasmissione, dalle sponsorizzazioni del campionato e dai ricavi generati dalle società affiliate e sussidiarie della lega, ammonta a 12 miliardi di euro nel 2023, secondo le stime riportate da Sportico.
La cifra è in crescita rispetto alla stagione precedente di una percentuale compresa tra il 6 e l’8%, con le 32 squadre che si sono assicurate 370 milioni quali proventi conferiti dal bacino comune di ricavi.
Nell’ultimo decennio si è assistito ad una vertiginosa salita del 115% dell’importo destinato alle squadre, con le proiezioni che vedono la cifra arrivare a 740 milioni nel corso della prossima decade.
NFL giro d’affari – I ricavi della lega
La voce predominante all’interno del giro d’affari dell’NFL è rappresentata dai diritti di trasmissione, che vedono impegnati una serie di colossi del settore quali ESPN, Fox, CBS, NBC, Amazon e Youtube.
Nel corso dell’ultima stagione sono stati rinnovati gli accordi con i broadcaster che porteranno nel corso di 11 anni un importo superiore ai 115 miliardi di euro.
La lega può contare inoltre su una folta schiera di partner, avendo stretto accordi commerciali con più di 35 società.
Alcuni brand hanno consolidato nel tempo il rapporto con la competizione, fino ad arrivare a relazioni pluridecennali; tra questi spiccano Gatorade, Visa, Campbell Soup e FedEx.
Nel 2023 sono inoltre arrivate le di estensioni di contratto di Oakley e Lowe’s che hanno deciso di prolungare le rispettive intese.
NFL: il modello economico delle franchigie
Il modello economico dell’NFL garantisce un equilibrio economico intrinseco: il versamento annuale effettuato dalla lega a beneficio delle squadre è in grado di coprire la principale voce di spesa delle franchigie, legata al salary cap.
Nel 2023 la soglia del cap si attestava a 207 miiioni di euro, il 55% dell’importo distribuito dalla lega alle franchigie. Il salary cap è costruito per avere ridotti margini di flessibilità, a differenza del modello NBA: si tratta di una cifra che non può essere aggirata facilmente dalle franchigie nella costruzione del roster.
I ricavi suddivisi in maniera egualitaria tra le squadre rappresentano circa i due terzi del giro d’affari complessivo della lega, che ammonta a circa 18.5 miliardi.
Oltre agli introiti legati al pool comune di ricavi, i team possono contare sulla vendita dei biglietti e le spese di ristorazione allo stadio e sugli accordi individuali di sponsorship oltre che sulle spese per i parcheggi.
Questo meccanismo garantisce la profittabilità delle franchigie, che hanno raggiunto l’importo medio di 4,75 miliardi in termini di valutazione d’impresa.
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