Entrare a titolo definitivo nell’olimpo del tennis mondiale, al pari (quasi) dei quattro tornei del Grande Slam. L’ambizione degli Internazionali BNL d’Italia, con l’edizione numero 81 ai nastri di partenza, è giustificata da numeri crescenti anno dopo anno.
Di pari passo con il numero di iscritti, arrivati a quota 96 giocatori tra tutte le competizioni, è cresciuta la durata che si estende su due settimane di sfide.
Sulla scia dei successi di Jannik Sinner e più in generale di una generazione di giovani talenti che ha riportato in Italia la Coppa Davis e sta scalando il ranking mondiale, il principale torneo tricolore ha già ricevuto un primo riconoscimento con un’affluenza superiore alla passata edizione, sia per quanto riguarda gli incontri pre-qualificazioni, disputatisi nella cornice di Piazza del Popolo nelle scorse settimane, sia per quanto riguarda le presenze attese sugli spalti a partire dal 6 maggio.
IBI 2024: crescono gli spettatori e l’indotto
Inoltre, è da segnalare che è proprio la componente di appassionati italiani a crescere, considerando che i biglietti staccati per spettatori dall’estero si fermano a quota 29mila, esattamente come per il torneo 2023.
«Puntiamo ad arrivare almeno a 350mila spettatori paganti, forse anche oltre – ha dichiarato in sede di presentazione della manifestazione il presidente Fitp, Angelo Binaghi –, sicuramente riusciremo a superare le 298mila presenze dello scorso anno. Il tennis italiano sta vivendo un momento indescrivibile».
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, per l’edizione 2023 sono stati incassati, solo dal ticketing, 22,5 milioni di euro, livello già raggiunto dall’edizione 2024 in fase di prevendita.
Non è secondario notare poi come questo interesse si declini anche in un impatto economico sul territorio che, stando alle dichiarazioni del numero uno della Federazione, è stimabile in 600 milioni di euro, traducibile anche in un gettito fiscale per le casse dello stato di 120 milioni.
IBI 2024, Binaghi: «Oltre 300mila spettatori, per un impatto economico di 600 milioni»
Uno stato di grazia che però deve essere massimizzato per non capitolare nello spettro del passato, nel corso degli Anni 90, quando il torneo chiudeva in deficit, non generava utili e occorreva che venisse finanziato dalla Federazione.
Per evitare questo scenario, l’idea di Binaghi è di sfruttare il risultato economico positivo, di concerto con Sport e Salute, utilizzandolo per nuovi investimenti in termini di infrastrutture.
IBI 2024: l’annoso dell’impiantistica, dal Foro a nuove strutture
Il tema dell’impiantistica è infatti centrale per lo sport italiano in generale ed è un tema che occupa uno spazio fisso nell’agenda del numero uno del tennis italiano.
Per questo Binaghi ha annunciato la creazione di un fondo di 30 milioni di euro che possa agire da stimolo per gli investimenti privati per la realizzazione di nuovi campi da tennis in primo luogo ma anche da padel e da pickelball.
Questo senza dimenticare che la struttura del Foro Italico, sicuramente una delle più suggestive al mondo, necessita comunque di interventi per portarla nel gotha a cui ambisce Binaghi: la copertura del centrale del Foro è uno degli interventi richiesti, così come l’aumento della capienza che dovrebbe passare dagli attuali 10.500 ai 13.000.
Interventi sui quali Marco Mezzaroma, presidente di Sport e Salute, si è mostrato interessato ma non proprio aperturista: «Non sarà facile perché l’area in cui sorgono gli impianti è probabilmente la più bella al mondo come location, ma è soggetta a numerosi vincoli non facilmente superabili. Siamo però fiduciosi di poterci riuscire».
E fiducioso non può che esserlo anche Binaghi che ribadisce il potenziale degli Internazionali. «Il monopolio dei quattro Slam non durerà in eterno. Roma è protagonista e continuerà ad esserlo. È una fase di grande movimento nel tennis mondiale e gli Internazionali d’Italia hanno davanti ancora grandi prospettive: non pensiamo di avere ancora raggiunto il punto più alto».