A cento giorni esatti dall’accensione del braciere olimpico di Milano-Cortina 2026, Luciano Buonfiglio si prepara a rappresentare lo sport azzurro nel suo momento più atteso. Eletto alla presidenza del Coni lo scorso 26 giugno, il nuovo numero uno dello sport italiano non nasconde le criticità ma guarda avanti con determinazione.
«Sarà come alla Scala, – spiega Buonfiglio nell’intervista rilasciata a La Repubblica. – Se ti capita di entrare a teatro alla vigilia della prima, pensi: sarà un disastro. Poi si apre il sipario e funziona tutto alla perfezione».
Il sogno Brignone e la gestione degli atleti
Tra i pensieri del presidente c’è Federica Brignone, simbolo di resilienza dello sci italiano. «Ho il sogno di averla in pista, – confida. – Non penso alla medaglia, mi basta che sia in gara. Sarebbe un premio per un’atleta che è un modello non solo per lo sport, ma per la vita».
I contatti con la campionessa sono costanti: «L’ho sentita due volte al telefono. Mi ha detto che tra pochi giorni dovrebbe cominciare a rimettere gli sci e si vedrà».
Come ha dichiarato lo stesso Buonfiglio, occorre stare sempre attenti con gli atleti, ogni cosa potrebbe aumentare la pressione. «E i Giochi in Italia ne mettono già tanta», aggiunge, promettendo di ascoltare chi ha più esperienza per la scelta dei portabandiera: due donne e due uomini, divisi tra Milano e Cortina.
La questione economica: servono più fondi
Ma è sul fronte economico che emergono le maggiori preoccupazioni. «La criticità più grande che ho trovato quando sono arrivato è la questione economica, – ammette senza giri di parole il presidente. – Il Coni riesce ad avere entrate proprie, ma non bastano».
I numeri parlano chiaro: «Solo per le medaglie olimpiche, mantenendo questo trend, servono 9 milioni», spiega Buonfiglio. Il Coni garantisce supporto continuo alla preparazione delle federazioni negli impianti dell’Acqua Acetosa, di Formia, Tirrenia e Livigno, oltre ai servizi dell’Istituto di medicina e scienze dello sport. «Siamo una Formula 1 che ha bisogno di carburante per correre e invece oggi è frenata».
Il 27 novembre è previsto l’appuntamento decisivo: «Presenteremo ai ministri interessati l’analisi della nostra situazione e la proposta per affrontarla». E non è solo questione di richieste: c’è anche un credito da recuperare.
«La Fondazione Milano Cortina ha un debito verso il Coni per lo sfruttamento del marchio, – rivela. – A giorni ho un appuntamento con il ministro Abodi per parlarne: sono quasi 20 milioni che ci sono dovuti. Non è che mando l’ufficiale giudiziario, ma quei soldi non possono essere persi: per la Corte dei Conti sarebbe danno erariale».
Un nuovo ruolo verso governo e federazioni
Buonfiglio vuole ridefinire il rapporto tra Coni, federazioni e politica.
«Vogliamo fare da ponte, – spiega. – Ai presidenti ho detto: volete candidarvi a ospitare europei e mondiali? Parliamone insieme per far sì che non ci siano accavallamenti. Non facciamo che prima otteniamo l’assegnazione e poi si va col piattino a chiedere i soldi alla politica».
Un approccio che si è reso necessario anche dopo le tensioni emerse sulle Atp Finals, che hanno fatto infuriare il presidente della federtennis Binaghi per le ingerenze governative.
«Il governo mette tanti soldi e vuol vedere più da vicino come vengono spesi, – riconosce Buonfiglio. – Ma il know how lo ha lo sport: penso che anche lì si troverà una soluzione, perché non dobbiamo mai farci male da soli».
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Riforma della giustizia sportiva
Sul fronte della giustizia sportiva, il presidente annuncia novità significative: «Tredici esperti lavorano per rendere il sistema terzo, tempestivo, meno costoso per chi vuole accedervi».
L’obiettivo è creare un albo di eccellenze della magistratura, che non siano nominate dai presidenti federali, e a cui vengano assegnati i casi interni delle singole federazioni. «È brutto che saltino fuori dei casi in cui il presidente federale viene accusato di aver manovrato la giustizia contro chi lo sfida», puntualizza Buonfiglio.
Dal caso Sinner al rischio Europei 2032
Sul forfait di Jannik Sinner alla Davis, il presidente del CONI è cauto, ma chiaro:
«Se si parla di personaggi di fama mondiale bisogna sempre pesare ogni parola, è un gioiello di cui tutti siamo orgogliosi. Sono sicuro che sia stata una scelta condivisa con il capitano Volandri e con il presidente Binaghi. Fosse stata determinante la sua presenza, secondo me, Sinner avrebbe accettato».
Preoccupa invece il rischio di perdere gli Europei di calcio del 2032. «La prova che le candidature ai grandi eventi vanno condivise prima, – ammonisce. – Quando corri per l’assegnazione devi essere sicuro di non fare brutte figure. Perché il Coni non è mai stato coinvolto?».
Una domanda che riassume la filosofia del nuovo corso: coinvolgimento, programmazione, sostenibilità economica. A cento giorni da Milano-Cortina, la sfida è appena iniziata.