Sicurezza sulle piste da sci: Roda chiede l'intervento del Governo

Il presidente della Fisi Flavio Roda lancia un appello al ministro Abodi: servono risorse governative per garantire la sicurezza sulle piste. La Federazione accelera su omologazioni e nuove misure, ma i costi sono elevati.

Dominik Paris a Bormio, pista da sci
Prevenire nuove tragedie
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La sicurezza degli impianti sciistici italiani passa anche dall’intervento del Governo. È questo il messaggio lanciato da Flavio Roda, presidente della Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) e vicepresidente di quella mondiale, nel corso delle giornate di ApreSki al Mind di Milano, dove gli azzurri degli sport invernali hanno incontrato i tifosi in vista della stagione alle porte.

Le recenti tragedie di Matteo Franzoso, il giovane velocista azzurro morto in allenamento un mese fa sulle nevi cilene, e di Matilde Lorenzi, scomparsa un anno fa in Val Senales, hanno riacceso i riflettori sulla necessità di implementare misure di sicurezza più stringenti. E per farlo, servono fondi.

L’appello al ministro Abodi

Roda non ha usato mezzi termini nell’evidenziare il problema economico legato alla sicurezza, soprattutto per quanto riguarda le squadre non di Coppa del Mondo, i giovani e gli sci club.

«Ho già parlato con il ministro dello sport Abodi. Servono risorse, l’aiuto del Governo», ha dichiarato il presidente FISI, secondo quanto riportato da TuttoSport.

La questione economica è cruciale: preparare neve, posizionare chilometri di reti in più strati e di diversi livelli ha costi elevatissimi. Le misure già messe in campo dalla Federazione richiedono investimenti sostanziali che non possono gravare esclusivamente sulle strutture e sulle società sportive.

Le iniziative della Fisi

Nonostante le difficoltà economiche, la Federazione ha già avviato diverse iniziative concrete.

«Queste tragedie devono portarci a una riflessione sicuramente, ma noi già a fine luglio abbiamo messo in atto alcune iniziative come Fisi, – ha spiegato Roda. – Parlo dell’omologazione delle piste e delle tute anti-taglio. E dobbiamo ricordare che da quest’anno l’airbag è obbligatorio».

L’ex allenatore di Alberto Tomba ha poi sottolineato come l’Italia sia in prima linea su questo fronte, consapevole che il problema della velocità è destinato a rimanere.

«I materiali sono sempre più performanti, le piste sono sempre più preparate, gli atleti sono sempre più prestanti fisicamente e tecnicamente, – ha aggiunto il numero due della Federazione internazionale. – Il pericolo non riguarda solo discesa e superG. In gigante si va a 80-90 all’ora con vie di fuga non più sufficienti con l’impatto nelle reti che diventa devastante». 

Il progetto di omologazione internazionale

La chiave, secondo Roda, è lavorare innanzitutto sulle piste di allenamento.

«Abbiamo subito fatto una serie di proposte concrete, – ha spiegato – partendo dall’omologazione di alcune piste d’allenamento con gli stessi standard di quelle da gara. Il consiglio internazionale della prossima settimana dovrebbe approvarle, ma soprattutto fornire la copertura economica». 

Preparare neve, posizionare chilometri di reti in più strati e di diversi livelli è infatti molto costoso. 

Il progetto prevede di attrezzare sette piste nel mondo: due in estate (una in Cile e una in Nuova Zelanda), una in autunno negli Stati Uniti (Beaver Creek) e quattro in inverno tra Austria, Svizzera, Italia e Germania. Si tratterebbe delle piste classiche già utilizzate per la Coppa del Mondo.

«Così si possono curare vie di fuga, dislivelli, assenza di ostacoli, – spiega Roda. – E che piaccia o meno tutte le nazionali dovranno andare solo su quelle piste»

Gli atleti guardano avanti

Mentre si discute di sicurezza e investimenti, gli atleti azzurri si preparano alla stagione con il peso di due tragici lutti. Sofia Goggia, che sabato farà il suo esordio nel gigante di Soelden da atleta più attesa vista l’assenza di Federica Brignone, ha promesso:

«Scieremo anche per Matteo, così come faremo lo stesso per Matilde. Franzoso potrà essere una presenza in più alle Olimpiadi, soprattutto per i suoi compagni della squadra di velocità».

Con Milano Cortina 2026 alle porte, la speranza è che l’appello di Roda non cada nel vuoto e che il Governo risponda con gli investimenti necessari a garantire la sicurezza di tutti gli atleti, dai campioni di Coppa del Mondo ai giovani promettenti degli sci club.

 

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