Le difficoltà finanziarie di Puma spingono la famiglia Pinault a valutare la vendita della propria partecipazione del 29% nel marchio sportivo tedesco.
L’indiscrezione, rilanciata da Bloomberg, ha avuto un effetto immediato sul mercato: il titolo è balzato fino al +18% nella Borsa di Francoforte, chiudendo la seduta a +16% a quota 21,73 euro, recuperando in poche ore oltre un terzo delle perdite accumulate nell’ultimo anno.
Una partecipazione da 800 milioni di euro
Il controllo della quota è affidato alla holding Artémis, veicolo di investimento della famiglia Pinault e azionista di maggioranza del gruppo del lusso Kering. In base alla capitalizzazione di mercato di Puma – circa 2,6 miliardi di euro – la partecipazione dei Pinault vale attualmente poco più di 800 milioni di euro.
Un valore tuttavia in forte contrazione: negli ultimi dodici mesi le azioni hanno perso oltre il 50%, complice il calo della domanda globale e l’impatto dei dazi statunitensi, che hanno eroso la redditività del marchio.
Trattative riservate e riorganizzazione interna
Secondo fonti vicine al dossier, Artémis avrebbe già sondato diversi potenziali acquirenti: tra questi Anta Sports Products, terzo gruppo mondiale dello sportswear per ricavi dietro Nike e Adidas, e Li Ning, marchio fondato dall’omonimo campione olimpico cinese. Allo studio anche possibili interlocutori negli Stati Uniti e fondi sovrani del Medio Oriente.
Al momento non vi è alcuna garanzia che la transazione si concretizzi, ma la famiglia francese punterebbe a ottenere un premio significativo sulla quota.
Il gruppo tedesco, fondato nel 1948 da Rudolf Dassler, sta attraversando una fase complessa. Nel 2024 ha registrato un utile netto di 281,6 milioni di euro a fronte di ricavi per 8,8 miliardi, ma a luglio ha lanciato un profit warning, annunciando una riduzione degli utili di circa 80 milioni per l’anno in corso.
Alla guida è stato da poco nominato il nuovo Ceo Arthur Hoeld, ex Adidas, affiancato da Andreas Hubert come direttore operativo, anch’egli con un passato ventennale nel colosso di Herzogenaurach.
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Un marchio tra sport e moda
Oltre alle note sponsorizzazioni nel calcio con Manchester City, A.C. Milan e la nazionale portoghese, oltre che con la federazione danese di pallamano, Puma ha rafforzato negli ultimi anni la propria presenza nel motorsport.
Nel 2023 ha siglato una partnership esclusiva con Formula 1, diventandone fornitore ufficiale e produttore di merchandising globale, e ha avviato una collaborazione creativa con A$AP Rocky per sviluppare capsule collection che fondono streetwear e racing.
L’obiettivo dichiarato era intercettare un pubblico giovane, attento sia allo sport che alle tendenze lifestyle.
Lo stesso che ha con Scuderia Ferrari, Williams e Aston Martin, team con cui vanta una partnership. Se con la Rossa quest’anno ha celebrato i 20 anni di collaborazione, con la squadra di Silverstone è recente.
Le prospettive
La possibile uscita dei Pinault segna un momento di svolta per Puma. Se da un lato la cessione aprirebbe la strada a un ingresso di capitali freschi da parte di grandi player internazionali, dall’altro rappresenterebbe la fine di un legame che risale al 2007, quando il marchio entrò nel perimetro di Kering per poi uscirne nel 2018, restando comunque sotto l’orbita dei Pinault tramite Artémis.
Il futuro del brand tedesco dipenderà ora dall’esito delle trattative: una cessione a un gruppo asiatico, americano o mediorientale potrebbe ridisegnarne il posizionamento competitivo in un settore dominato da Nike e Adidas, ma in cui la combinazione di sport, moda e lifestyle rappresenta la chiave per tornare a crescere.
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